La biotech danese Genmab ha annunciato l’acquisizione di Merus


In una mossa strategica destinata a segnare un punto di svolta nella sua storia aziendale, la biotech danese Genmab ha annunciato l’acquisizione di Merus, società olandese specializzata in immuno-oncologia

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In una mossa strategica destinata a segnare un punto di svolta nella sua storia aziendale, la biotech danese Genmab ha annunciato l’acquisizione di Merus, società olandese specializzata in immuno-oncologia, per circa 8 miliardi di dollari in contanti.

Perché Merus?
L’acquisizione è motivata principalmente dall’asset in fase più avanzata di Merus: petosemtamab, un anticorpo bispecifico che agisce su EGFR e LGR5 (EGFR x LGR5) e che è attualmente in sperimentazione di Fase III per il carcinoma squamoso della testa e del collo (HNSCC, head and neck squamous cell carcinoma).

Questo farmaco ha già ricevuto la designazione di Breakthrough Therapy dall’Fda per carcinoma testa-collo ricorrente/metastatico con espressione PD-L1 positiva. Inoltre, dati preliminari mostrano che in combinazione con pembrolizumab, petosemtamab ha evidenziato tassi di risposta complessiva molto incoraggianti e una percentuale di sopravvivenza ad un anno superiore alle aspettative per questa patologia, in particolare nei pazienti PD-L1 positivi.

Merus sta conducendo due studi clinici di Fase III (LiGeR-HN1 e LiGeR-HN2) in pazienti con carcinoma testa-collo ricorrente/metastatico. Nel primo, petosemtamab è testato in combinazione con pembrolizumab contro pembrolizumab da solo come terapia di prima linea nei pazienti PD-L1 positivi; nel secondo, petosemtamab è confrontato con le terapie di scelta dell’investigatore (cetuximab, metotrexato o docetaxel) nei pazienti pretrattati.

Termini dell’accordo e tempistiche
Genmab pagherà 97 USD per azione, offrendo un premio del 41% rispetto al prezzo di chiusura di Merus prima dell’annuncio. L’accordo è stato unanimemente approvato dai consigli di amministrazione delle due società e si prevede che sarà concluso entro il primo trimestre del 2026. Dopo il closing, Genmab avrà quattro programmi proprietari ritenuti in grado di generare nuovi lanci entro il 2027.

Gli analisti prevedono che, se approvato e commercializzato con successo, petosemtamab possa generare almeno 1 miliardo di dollari di vendite annue entro il 2029.  In alcuni scenari previsionali più ottimistici, il valore globale del farmaco potrebbe superare tale cifra nei decenni successivi.

Perché Genmab lo fa?
Tradizionalmente, Genmab ha ampliato il suo portafoglio tramite partnership e collaborazioni. Con questa acquisizione, l’azienda intende accelerare la transizione verso un modello completamente proprietario.
Jan van de Winkel, amministratore delegato di Genmab, ha dichiarato che l’integrazione di petosemtamab è perfettamente in linea con la strategia a lungo termine dell’azienda e che questo asset potrebbe essere trasformativo nel campo del carcinoma testa-collo.

Il deal rappresenta anche una risposta alle difficoltà recenti del pipeline oncologico di Genmab, che ha ritirato vari programmi (es. GEN1047, GEN3017, GEN1056) e ha cessato lo sviluppo del candidato anti-CD38 con Johnson & Johnson, a causa di dati non soddisfacenti.

Rischi e sfide
Convalida clinica avanzata: il successo commerciale di petosemtamab dipenderà dall’esito positivo dei trial di Fase III, che al momento non hanno ancora pubblicato i dati definitivi.
Concorrenza: nel mondo degli anticorpi bispecifici e dei trattamenti innovativi per HNSCC, la competizione è intensa.
Integrazione aziendale: assorbire Merus e la sua pipeline richiederà investimenti significativi in R&D, sviluppo regolatorio e operazioni commerciali.
Aspettative finanziarie: la stima di vendite da 1 miliardo entro il 2029 è ambiziosa e dipende da molte variabili, compresa l’accettazione clinica e l’accesso al mercato.

Implicazioni per i pazienti e per il settore biotech
Se tutti i tasselli si incastreranno, petosemtamab potrebbe diventare un punto di svolta nel trattamento del carcinoma testa-collo, offrendo una nuova opzione terapeutica per pazienti con prognosi sfavorevole.

Dal punto di vista del settore, l’acquisizione rafforza la tendenza delle grandi biotech a internalizzare i propri prodotti anziché affidarsi esclusivamente a partenariati esterni. Per Genmab, è un passaggio decisivo per trasformarsi da sviluppatore di anticorpi in costruttore di pipeline proprietarie.