Spazio HUS ospita, dal 29 ottobre al 12 novembre 2025, la mostra personale di Piero Scandura


Spazio HUS ospita, dal 29 ottobre al 12 novembre 2025, la mostra personale del pittore, disegnatore e grafico toscano Piero Scandura, a cura di Andrea B. Del Guercio

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Nell’ambito di una proposta espositiva che mette in dialogo linguaggi artistici differenti all’interno di un contesto architettonico unico e suggestivo, Spazio HUS ospita, dal 29 ottobre al 12 novembre 2025la mostra personale del pittore, disegnatore e grafico toscano Piero Scandura, a cura di Andrea B. Del Guercio. L’artista presenta una selezione di opere recenti in cui il motivo ricorrente dell’arredo diventa elemento distintivo, instaurando un dialogo diretto con lo spazio espositivo che le accoglie e con la sua dimensione legata all’abitare.

Nella prefazione al volume monograficoAndrea B. Del Guercio offre un’ampia lettura sull’intero iter espressivo dell’artista, soffermandosi in particolare sull’arco recente di opere «contrassegnate dalla persistente presenza di quegli arredi che hanno costituito l’asse privilegiato del design nella forbice tra gli anni ’30 e ’50, da Josef Albers a Marco Zanuso, da Marcel Breuer al supporto tecnico condotto all’interno delle grandi aziende d’avanguardia. Predominante è la presenza, tra superfici spaziali che si intersecano e che si ribaltano tra orizzontalità e verticalità, di poltrone, divani e sedie, spesso in primo piano ed in alcuni casi distribuiti nell’estensione di un habitat familiare».

«Sebbene non si possa non parlare per Piero Scadura di una dimensione figurativa – osserva il curatore Andrea B. Del Guercio -, in realtà ci troviamo in presenza di un sistema iconografico che si specifica nella cultura moderna e razionalista del design, intesa sin dai suoi esordi e lungo uno sviluppo e una diffusione tutt’ora caratterizzante il paesaggio abitativo di ampie fasce sociali. Questi dati indicano una elaborazione espressiva in cui i processi analitici della forma risultano determinanti e quindi concettualmente orientati oltre ogni proiezione “naturalistica” dell’immagine, prediligendo l’oggettività simbolica delle funzioni rappresentate – i processi del riposo nella lettura, del parlare e dell’ascoltare, quindi dedicate alla centralità del “pensare”. Ogni dipinto, sostenuto dalla presenza di una miriade di “disegni” e da una serie di “studi preparatori”, ospita un Catalogo “fotografico” dedicato a quei prototipi, noti e ampiamente distribuiti, di sedie, poltrone e chaise-longue che diventano divani, in alcuni casi accompagnati da tavoli bassi che “abitano” salotti vivacissimi. Si tratta di vere e proprie presenze, sicuramente tangibili, con una ricca serie di riferimenti cinematografici in grado di “animare la scena”, di spettacolarizzare la vitalità attraverso la spensieratezza gioiosa dei colori pastello, mentre i blu e i rossi più “carichi” stravolgono imponendosi come attori-mattatori, per poi lasciare spazio alla fredda luce azzurra di un’alba chiara sul mare, poi le calde ombre di un tramonto arancio, pervase da angosce violacee. Scandura “abita” con il colore inteso come luce e come materia, integrando le loro presenze attraverso la costante ricerca tra equilibrio e disequilibrio, ribaltamento di piani e interferenza di superfici, così che le diverse “sedute” coinvolte non possano mai stazionare immobili nello spazio, ma prediligere l’estensione vitale di forme disegnate. Sono ancora una volta le “carte”, materiali preziosi per un collezionismo raffinato e competente, ad essere i primi testimoni della ricerca di Scandura, affrontati come sede della sperimentazione dei linguaggi, tra la progettazione dei volumi – le funzioni – e il confronto con il colore – la vita – così che possano prendere sostanza le opere pittoriche nelle più ampie ed estese dimensioni dei telai».