Il Nobel per la chimica 2025 a chi ha reso possibile raccogliere acqua dall’aria del deserto. L’Accademia ha premiato Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi
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Il Nobel per la chimica 2025 è stato assegnato a Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi “per lo sviluppo di strutture metallo-organiche”. L’annuncio è arrivato oggi, mercoledì 8 ottobre, dalla Royal Swedish Academy of Sciences.
CHI SONO I PREMI NOBEL PER LA CHIMICA
Il primo, Susumu Kitagawa, è nato il 4 luglio 1951 a Kyoto in Giappone ed è professore emerito presso l’istituto per le scienze integrate cellula-materiale (iCeMS) dell’Università di Kyoto. Richard Robson è nato il 4 giugno 1937 a Glusburn nel Regno Unito e ora è professore di chimica all’Università di Melbourne, in Australia; infine mentre Omar M. Yaghi, chimico giordano-statunitense, è nato il 9 febbraio 1965 a Amman in Giordania ed è professore di chimica all’Università della California di Berkeley.
LE MOTIVAZIONI DELL’ACCADEMIA
Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi “ricevono il Premio Nobel per la Chimica 2025 per lo sviluppo di un nuovo tipo di architettura molecolare- motiva il comitato dell’Accademia- Le strutture da loro create – strutture metallo-organiche – contengono ampie cavità in cui le molecole possono fluire dentro e fuori. I ricercatori le hanno utilizzate per raccogliere acqua dall’aria del deserto, estrarre inquinanti dall’acqua, catturare l’anidride carbonica e immagazzinare idrogeno”.
Si cerca di descrivere poi la portata delle loro scoperte con una metafora: “Un monolocale attraente e molto spazioso, progettato specificamente per la tua vita come molecola d’acqua: ecco come un agente immobiliare potrebbe descrivere una delle tante strutture metallo-organiche che i laboratori di tutto il mondo hanno sviluppato negli ultimi decenni”, è la spiegazione dell’Accademia. A cosa servono le strutture progettate dai tre nobel? Nel concreto: “Altre strutture di questo tipo sono progettate su misura per catturare l’anidride carbonica, separare i PFAS dall’acqua, somministrare farmaci all’organismo o gestire gas estremamente tossici-chiarisce il comitato svedese- Alcune possono intrappolare l’etilene gassoso dalla frutta – in modo da maturare più lentamente – o incapsulare enzimi che scompongono tracce di antibiotici nell’ambiente”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)