Trump da Truth lancia l’ennesimo ultimatum, ma rassicura sugli ultimi sviluppi. Hamas fa sapere di aver iniziato il recupero dei corpi degli ostaggi. Al via i negoziati a Sharm el-Sheikh
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“Mi è stato detto che la prima fase (dei negoziati su Gaza) dovrebbe essere completata questa settimana, e sto chiedendo a tutti di agire velocemente. Continuerò a monitorare questo ‘conflitto’ che dura da secoli. Il tempo è essenziale o seguirà un massacro, qualcosa che nessuno vuole vedere!”: lo scrive Donald Trump su Truth, aggiornando sugli ultimi sviluppi dopo la proposta di pace su Gaza, dettando i tempi secondo il suo stile imperativo.
NEL WEEK END “COLLOQUI PROFICUI”
Nel week end “Ci sono state discussioni molto positive con Hamas e con Paesi di tutto il mondo (arabi, musulmani e tutti gli altri)- prosegue- per liberare gli ostaggi, porre fine alla guerra a Gaza e, cosa più importante, finalmente ottenere la tanto desiderata pace in Medio Oriente”. E ancora: “Questi colloqui sono stati molto proficui e stanno procedendo rapidamente- assicura- I team tecnici si incontreranno nuovamente lunedì (Ndr:oggi), in Egitto, per esaminare e chiarire i dettagli finali”, conclude nel suo post il presidente Usa, rassicurando sull’avvio di una trattativa con le controparti arabe.
“HAMAS RISCHIA L’ANNIENTAMENTO”
Poche ore prima, in un’intervista alla Cnn, Trump aveva anticipato l’antifona: “Hamas rischia annientamento completo se non rinuncia a Gaza”, ha dichiarato all’emittente statunitense. Trump ha anche detto di aspettarsi “presto” chiarimenti sulla posizione di Hamas rispetto all’accordo per Gaza, mentre ha confermato che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si era impegnato a porre fine agli attacchi su Gaza city per favorire il suo piano di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.
L’ESERCITO ISRAELIANO: “AVANTI CON GLI ATTACCHI SU GAZA SE I NEGOZIATI FALLIRANNO”
D’altra parte, Israele è pronto a non fare sconti e ad andare avanti con il piano i Carri di Gedeone 2. Il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Eyal Zamir ha affermato infatti che i combattimenti nella Striscia di Gaza “proseguiranno in caso di fallimento dei negoziati in corso per porre fine alla guerra”. E ha chiarito: “Non c’è un cessate il fuoco, ma un cambiamento nella situazione operativa: la politica sta utilizzando i mezzi e i successi ottenuti sul campo per tradurli in vantaggi diplomatici. Se questo sforzo fallirà, riprenderemo i combattimenti”, ha ribadito Zamir, durante una visita alle truppe nella Striscia di Gaza.
UNA FONTE DI HAMAS: “INIZIATO IL RECUPERO DEGLI OSTAGGI”
Nel frattempo Hamas getta acqua sul fuoco: tramite quanto riferito da una fonte interna al movimento alla rete televisiva saudita Al-Arabiya, l’organizzazione terroristica avrebbe iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi deceduti. Per farlo “abbiamo chiesto la cessazione dei bombardamenti per completare l’operazione”, ha affermato.
Un’altra fonte palestinese vicina a Hamas ha invece riferito all’Afp ha dato anticipazioni sui colloqui di oggi a Sharm el- Sheikh. “I negoziati mirano a discutere il calendario per la preparazione delle condizioni sul campo per il trasferimento dei prigionieri detenuti a Gaza, come preludio all’avvio del processo di scambio dei prigionieri”, ha spiegato. “Durante le comunicazioni con i mediatori, Hamas ha insistito sul fatto che è essenziale che Israele interrompa le operazioni militari in tutte le zone della Striscia di Gaza, cessi tutte le attività aeree, di ricognizione e con i droni e si ritiri dall’interno della città di Gaza”, sono le richieste che saranno poste sul tavolo dal movimento. Parallelamente “anche Hamas e le fazioni della resistenza interromperanno le loro operazioni e azioni militari”, ha aggiunto. Inoltre, i colloqui dovrebbero includere discussioni sulle mappe che saranno fornite da Israele per mostrare le rotte e i tempi di ritiro, che coincideranno con il processo di scambio dei prigionieri: è quanto ha affermato la fonte ad Afp.
I RETROSCENA DELLA TELEFONATA TRUMP-NETANYAHU
Emergono i retroscena di quanto avvenuto tra Trump e Netanyahu all’indomani della risposta di Hamas al piano di pace proposto da Trump. “Quando venerdì Hamas ha risposto con un ‘sì, ma alla proposta di pace per Gaza del presidente Trump, Trump ha chiamato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere di quella che considerava una buona notizia, ma Netanyahu la pensava diversamente”, avrebbe così riferito ad Axios i dettagli un funzionario statunitense a conoscenza della chiamata. “Bibi ha detto a Trump che non c’è niente da festeggiare e che non significa nulla”, ha dichiarato il funzionario americano. Di fronte alle riserve del premier israeliano allora Trump non si è trattenuto: “Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala”, lo avrebbe esortato.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)