Le cadute sono frequenti tra i pazienti con lupus


I risultati di uno studio recentemente pubblicato su ACR Open Rheumatology hanno mostrato che le cadute sono frequenti tra i pazienti con lupus indipendentemente dall’età

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I risultati di uno studio recentemente pubblicato su ACR Open Rheumatology hanno mostrato che le cadute sono frequenti tra i pazienti lupici indipendentemente dall’età e dipendono da fattori molteplici interconnessi. Nello specifico, APPEAL, questa la sigla dello studio (acronimo inglese di Approaches to Positive, Patient-centered Experiences of Aging with Lupus) ha riportato cadute in un paziente con lupus su tre con attività di malattia elevata, presenza di sintomi depressivi e impiego di più farmaci tra i principali fattori di rischio.

Razionale e obiettivo dello studio
Si ritiene che il LES acceleri il processo di invecchiamento a causa di stress, alterazioni ormonali e infiammazione. L’invecchiamento accelerato può mettere i pazienti a rischio di sindromi geriatriche, comprese le cadute.
Nello studio APPEAL, i ricercatori hanno valutato il peso e i fattori di rischio delle cadute tra i pazienti con LES indipendentemente dall’età. Hanno anche esaminato quali fattori intrinseci ed estrinseci hanno contribuito alle cadute.

Disegno dello studio
I ricercatori hanno reclutato 447 partecipanti di età ≥ 18 anni con diagnosi di LES  (40,9% con età ≥ 50 anni, 91,7% donne e 82,6% pazienti di etnia Afro-Americana) dallo studio di coorte di popolazione GOAL (Georgians Organized Against), ancora in corso ad Atlanta (Usa). Questo campione includeva partecipanti che avevano avuto una visita nell’ambito dello studio APPEAL  nel periodo compreso da ottobre 2019 a maggio 2022. La durata mediana della malattia era di 14,8 anni, con punteggi mediani SLAQ e BILD, rispettivamente, pari a 11 e a 2 (NdR: il punteggio SLAQ -Systemic Lupus Activity Questionnaire – è un questionario auto-compilato dai pazienti con LES che serve a valutare  l’attività di malattia percepita. Il punteggio BILD – Brief Index of Lupus Damage – è una misura che valuta il danno cumulativo causato dal lupus nel tempo.

Il punteggio medio allo Short Physical Performance Battery era pari a 9, con sottopunteggi per l’equilibrio e per l’alzarsi dalla sedia pari, rispettivamente, a 3,8 e a 1,7 (NdR: SPPB è uno strumento di valutazione clinica usato per misurare la funzionalità fisica negli adulti, in particolare negli anziani o nei pazienti con malattie croniche. È composto da tre prove principali, che valutano l’equilibrio statico, la velocità di deambulazione e l’alzarsi dalla sedia).

La maggior parte dei partecipanti presentava lievi limitazioni nelle attività di base e strumentali della vita quotidiana, con punteggi mediani pari, rispettivamente, a 6 e 9. I ricercatori hanno raccolto, inoltre, informazioni auto-riferite sulle cadute, incluso il numero di cadute e le lesioni correlate che hanno necessitato di assistenza medica nell’ultimo anno. Hanno raccolto, inoltre, i fattori percepiti come contributivi.

Risultati principali
Prevalenza delle cadute e fattori principali
Quasi un terzo dei pazienti (30,7%) ha riportato una caduta nell’ultimo anno, con il 19,2% che è caduto almeno due volte.  Tra i fattori concorrenti per le cadute vi erano la perdita di equilibrio (78,1%), lo scivolamento o inciampo (64,2%) e l’astenia (53,3%).
Né l’età, né il sesso, né l’etnia sono risultati associati alle cadute.

Sebbene lo studio mostrasse che i partecipanti con età ≥ 50 anni avevano maggiori probabilità di riportare cadute rispetto ai partecipanti più giovani di età compresa tra 18 e 34 anni, tale associazione non ha raggiunto la significatività statistica all’analisi di regressione logistica multivariata aggiustata per età, sesso e razza (odds ratio aggiustato [aOR]: 0,82; IC95%: 0,22 – 3,07). Anche la presenza di uno stato di compromissione cognitiva non è risultata associata a differenze di incidenza di cadute.

Ruolo della funzionalità fisica, dell’attività di malattia e dei sintomi associati
Lo studio ha rilevato che una maggiore funzionalità fisica (aOR: 0,5; IC 95%: 0,38-0,66) e prestazioni fisiche migliori (aOR: 0,78; IC 95%: 0,71-0,87) erano associate a probabilità minori di cadute.
Tra i fattori di rischio associati a maggiori probabilità di cadute vi erano, invece, una maggiore attività del LES (aOR: 1,78; IC 95%: 1,44-2,21), un maggiore danno da LES (aOR: 1,22; IC 95%: 1- 1,49) e sintomi depressivi (aOR: 1,43; IC 95%: 1,14 – 1,8).

Inoltre, l’obesità (aOR: 1,58; IC 95%: 1,04 – 2,41), punteggi più elevati riportati nelle Attività di Base della Vita Quotidiana (aOR: 1,29; IC 95%: 1,1-1,43) e punteggi più elevati nelle Attività Strumentali della Vita Quotidiana (aOR: 1,14; IC 95%: 1,07-1,21) erano collegati ad una maggiore probabilità di caduta.

Impatto dei farmaci e della polifarmacoterapia
Un altro fattore di rischio era l’assunzione di farmaci che aumentano il rischio di cadute, come gli antidepressivi (aOR: 1,82; IC 95%: 1,13-2,93), i farmaci per il dolore (aOR: 2,6; IC 95%, 1,68-4) e gli oppioidi (aOR, 4,52; IC 95%: 2,39-8,56).
Steroidi, sedativi e farmaci antipertensivi, invece, non sono risultati associati a maggiori probabilità di caduta.
L’assunzione di ≥ 10 farmaci, rispetto a ≥ 5 farmaci, è risultata associata ad un maggiore rischio di cadute (aOR: 3,36; IC 95%: 1,83-6,16).

Influenza di occupazione e attività fisica
L’essere occupati anzichè disoccupati è risultato associato a probabilità sostanzialmente inferiori di riportare cadute (aOR: 0,61; IC 95%: 0,4-0,94). Inoltre, un livello di attività fisica elevato rispetto ad un livello ridotto è risultato collegato a minori probabilità di cadute (OR: 0,33; IC 95%: 0,14-0,76).

Le analisi di sensibilità hanno mostrato che le cadute attribuite a problemi di equilibrio, astenia o scivolamento presentavano schemi di rischio distinti: le cadute correlate all’equilibrio erano più fortemente collegate all’attività della malattia, ai sintomi depressivi, allo stress e all’impiego di farmaci; le cadute legate alla debolezza, invece, erano influenzate da livello di istruzione ed etnia; le cadute dovute a scivolamento, infine, erano maggiormente legate allo stato di occupazione, all’attività fisica e alla depressione.

Interpretazione dei risultati
Lo studio ha mostrato che le cadute nei pazienti LES sono molto frequenti e hanno origine da una combinazione di fattori. Da un lato, i fattori intrinseci, legati alla malattia stessa, giocano un ruolo importante: perdita di equilibrio, debolezza, instabilità articolare e dolore sono conseguenze comuni del LES, così come un’elevata attività di malattia e il danno accumulato nel tempo, che aumentano il rischio di cadute. A ciò si aggiungono condizioni tipiche della fragilità, come i sintomi depressivi e il declino funzionale, che nei pazienti con LES possono comparire anche in età non avanzata.

Accanto a questi, i fattori estrinseci legati all’ambiente incidono in modo rilevante: circa due terzi dei partecipanti hanno riferito di essere inciampati o scivolati, segnalando l’impatto di condizioni esterne simili a quelle già note negli anziani (pavimenti scivolosi, scarsa illuminazione).

Un ulteriore elemento critico riguarda i farmaci: la polifarmacoterapia (in particolare, l’assunzione di dieci o più farmaci) si associa a un rischio molto elevato, e alcune categorie specifiche – come antidepressivi e analgesici, soprattutto oppioidi – sono risultate significativamente correlate alle cadute.

Infine, anche gli aspetti sociali e comportamentali hanno un peso: i pazienti occupati o fisicamente attivi hanno riportato meno cadute, mentre sedentarietà e disoccupazione sembrano aumentare il rischio.

Riassumendo
Nel complesso, dai risultati dello studio emerge l’esistenza di una correlazione tra il LES e le cadute: queste sono il risultato di fattori molteplici e interconnessi, che comprendono malattia, ambiente, farmaci e stile di vita, in modo simile a quanto si osserva nella popolazione anziana generale.

“Gli studi futuri potrebbero concentrarsi nel verificare se esistano differenze tra individui con LES e la popolazione generale riguardo alla gravità delle cadute, all’incidenza di lesioni e alle sequele delle cadute – hanno concluso i ricercatori”.

Bibliografia
Perfect CR et al. Falls Among Individuals With Systemic Lupus Erythematosus: An Observational Study. ACR Open Rheumatol. 2025 Sep;7(9):e70098. doi: 10.1002/acr2.70098. PMID: 40898581; PMCID: PMC12405055.
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