La pensione non è solo una, ne esistono oltre 10 tipi diversi: ecco quali


Quali sono i fattori che influenzano  la pensione, quanti tipi ne esistono, quale scegliere? Le risposte dell’esperto

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In un paese sempre più vecchio e dalla denatalità ai minimi storici, il tanto sognato traguardo pensionistico, per oltre 38 milioni di italiani, è fonte di ansia e stress. Si teme principalmente di percepire un assegno pensionistico basso, non sufficiente a mantenere il proprio stile di vita, ma anche a coprire eventuali spese emergenziali, mediche e familiari. Nonostante ciò, solo il 18% corre ai ripari e inizia a pensare per tempo al proprio futuro pensionistico (fonte dei dati mUp Research per Facile.it).

È importantissimo comprendere che la pensione non è solo una cifra scritta su un foglio; è la garanzia della nostra libertà e di un futuro più sereno. Conoscere la propria posizione previdenziale e i propri diritti, senza accettare la prima soluzione che ci viene proposta, è un nostro dovere. La maggioranza dei lavoratori pensa che esistano al massimo due pensioni (anzianità e anticipata), in realtà ci sono una pluralità di variabili che si possono considerare, ciascuna con regole e scadenze proprie. Capire quella che più faccia al caso nostro richiede un’attenta conoscenza e valutazione” spiega Andrea Martelli consulente previdenziale e fondatore di MiaPensione.

I 7 fattori che incidono sulla nostra pensione

1. Anzianità contributiva: ovvero il numero di anni in cui abbiamo versato contributi – obbligatori, volontari, figurativi, riscattati o ricongiunti.

2. A quale metodo di calcolo pensionistico possiamo accedere: retributivo, basato sulle retribuzioni degli ultimi anni, contributivo, basato su tutti i contributi versati durante la vita lavorativa e misto, che combina i due sistemi in base alla storia contributiva.

3. Età al pensionamento: più tardi andremo in pensione, più alto sarà il coefficiente di trasformazione applicato al montante contributivo, e quindi più alta la pensione.

4. Retribuzione o reddito imponibile: il livello di reddito su cui sono calcolati i contributi incide direttamente sull’importo finale.

5. Rivalutazione del montante contributivo: nel sistema contributivo, i contributi accumulati vengono rivalutati annualmente in base alla crescita economica.

6. Coefficienti di trasformazione: nel momento in cui si accede alla pensione, il montante viene trasformato in assegno mensile con un coefficiente legato all’età. Più si è anziani, più sarà alto.

7. Contributi aggiuntivi, riscatti e ricongiunzioni: riscattare periodi di studio o lavoro non coperti da contribuzione, oppure ricongiungere posizioni assicurative diverse, può incrementare la nostra pensione.


Quante pensioni esistono, quindi?

INPS distingue due modalità principali di accesso alla pensione: per vecchiaia, al raggiungimento, ad oggi, di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, e anticipata, se si sono accumulati 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini), indipendentemente dall’età anagrafica. In realtà esistono molte altre forme di pensionamento e trattamenti previdenziali: Quota 103, Opzione Donna, Ape Sociale, Pensione anticipata contributiva, Pensione di vecchiaia contributiva, Pensione di invalidità, Assegno ordinario di invalidità, Pensione per lavori usuranti/notturni, Pensione per i precoci, Assegno sociale, Pensione ai superstiti (reversibilità o indiretta), Pensione di inabilità, Pensione anticipata per dipendenti pubblici, Pensioni in regime internazionale e Totalizzazione nazionale. “Sono tutte prestazioni diverse per modalità di calcolo, requisiti, tempistiche e importi”, spiega Martelli. “Ogni persona ha più pensioni possibili da valutare, in base alla prioria storia lavorativa, contributiva, familiare e sanitaria. La pensione non è mai una sola”.

Quale scenario previdenziale farà al caso nostro?

Per scegliere la soluzione pensionistica migliore bisogna prima sapere con certezza quali soluzioni si hanno davvero a disposizione. Il nostro approccio consulenziale analizza tutta la posizione contributiva del lavoratore e propone diversi scenari di uscita, con data di decorrenza, importo stimato e vincoli specifici, vagliando anche quelle possibilità nascoste che spesso non emergono nemmeno dalle simulazioni standard fornite dai canali ufficiali. La scelta finale spetterà al lavoratore, ma sarà frutto di una decisone consapevole e ben informata” conclude l’esperto.