La madre di Emanuele Ragnedda chiede perdono ai genitori di Cinzia Pinna, uccisa da suo figlio con un colpo di pistola nella sua tenuta di Conca Entosa
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“Se ha fatto quello che ha fatto si merita l’inferno”, anche se “lo sta già vivendo”: a dirlo è la madre di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore del vino che in Sardegna ha ucciso Cinzia Pinna, 33 anni, nella notte tra l’11 e il 12 settembre scorso. L’uomo, dopo aver passato la serata per locali a Palau con Cinzia e altre persone, l’ha invitata nella sua tenuta di Conca Entosa e lì, dopo aver continuato a bere (quattro bottiglie di vino) e assumere droghe, è avvenuto l’omicidio. L’uomo, 42 anni, ha detto di averle sparato dopo una discussione e dopo che la donna, in preda ad allucinazioni, aveva preso in mano un coltello e parlava minacciosamente di demoni. Le indagini sono in corso, mentre l’uomo è in carcere per omicidio aggravato.
Si sente in colpa? “No, in colpa no, ho sempre detto ‘libero arbitrio”, ma questo non significa che uno sia autorizzato o uccidere una ragazza, un bambino, un gatto, un’anima vivente”. La madre, in un’intervista alla trasmissione ‘Ore 14’ ripresa dai quotidiani locali, ha detto che vorrebbe incontrare i genitori di Cinzia Pinna, per chiedere loro perdono. “Conca Entosa è il mio cuore, Conca Entosa era di mio padre, ho creduto nel progetto di mio figlio e gliel’ho affidata. In questo ho sbagliato“, dice la donna. Ragnedda, infatti, da alcuni anni guidava l’azienda di famiglia. La donna ha spiegato che era al corrente del fatto che il figlio avesse una vita “più che sopra le righe”. È stato scritto di tanto vino e di frequente consumo di droghe, in particolare cocaina. È proprio dopo una serata all’insegna di alcol e cocaina che Cinzia Pinna è stata uccisa. E le indagini hanno accertato che Ragnedda, anche dopo che Cinzia era morto (il cadavere è stato trovato solo il 24 settembre, quasi due settimane dopo il delitto), aveva continuato ad organizzare festini con altre donne (contattate online) nella tenuta di Conca Entosa. Il cadavere della donna era stato nascosto nel vigneto, tra le sterpaglie, mezzo nudo. Si indaga anche sul ruolo della fidanzata dell’imprenditore, che potrebbe averlo aiutato a ripulire il divano e il soggiorno in cui aveva sparato alla donna: la donna è indagata per favoreggiamento.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)