Comunità ebraica contro studenti Pro Palestina a Roma: cori e violenze


Comunità ebraica contro studenti Pro Pal a Roma: i cori per Gaza non sono piaciuti ad alcune persone che erano all’interno del tempio Beth Michael

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Cori, contrasti e infine la violenza. Mattinata ad alta tensione a Roma, al liceo artistico Caravillani, in zona Monteverde. Poco dopo l’orario d’ingresso un gruppo di studenti, riunito per parlare della situazione in Palestina, ha intonato con un megafono alcuni cori, tra cui “Free Palestine”.

Le parole non sono piaciute ad alcune persone che erano all’interno del tempio Beth Michaelpunto di riferimento per la comunità ebraica di Roma. Il tempio confina col cortile del liceo Caravillani.

“Non siamo sordi- hanno gridato alcuni uomini che sono usciti dal tempio- questi cori fateli in piazza, ma non qui”. La tensione è salita e dei professori sono intervenuti per difendere studenti e studentesse, un docente di matematica si è preso uno spintone. Il peggio però doveva ancora venire. All’uscita di scuola, intorno alle 13, “c’erano persone che ci aspettavano per aggredirci- racconta una ragazza all’agenzia Dire- e allora i nostri professori hanno chiamato i Carabinieri. Intanto ci lanciavano degli oggetti, a un ragazzo è stato strappato un rasta e un altro è stato gettato in terra, con la testa sanguinante”.

Altri iscritti del Caravillani raccontano di essere “stati picchiati e allora siamo scappati in preda al panico”. Infine, l’arrivo delle forze dell’ordine, che avrebbero identificato una ventina di persone.

LOLLOBRIGIDA: ANTISEMITISMO STRISCIANTE, CONDANNA SIA UNANIME

“I fatti accaduti al liceo Caravillani di Roma sono preoccupanti, manifestare è legittimo, ma il fatto che manifestanti Propal abbiano deciso di farlo in un cortile di una scuola condiviso con un tempio ebraico dà alle proteste una dimensione inaccettabile. In Italia c’è un clima pericoloso, sempre più caratterizzato da violenza anche fisica e da antisemitismo strisciante. Voglio esprimere la mia solidarietà alla comunità ebraica e vicinanza al presidente Victor Fadlun. Serve una condanna unanime e far capire che ci sono dei limiti che non vanno oltrepassati, chi tace si rende complice di questo clima inaccettabile e pericoloso”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

A FIRENZE SCATTA CORTEO STUDENTI PER STRADE DEL CENTRO

Manifestazioni in tutta Italia. A Firenze, dopo il corteo che ieri sera ha invaso i viali, alla vigilia dello sciopero generale convocato per domani, la città è tornata a mobilitarsi per la Global Sumud Flotilla.

E i protagonisti sono stati gli studenti. Il via l’hanno dato stamattina i ragazzi dei licei Michelangiolo e Castelnuovo, rimasti in strada e bloccando temporaneamente una delle strade principali per i bus del tpl in centro, via della Colonna (ora libera).

Il Pascoli, altro istituto, ha dato vita a un’assemblea, mentre gli studenti del liceo Galilei hanno sfilato fino a piazza Santissima Annunziata, dove, spiegano, è prevista un’assemblea con gli altri istituti in fermento per Gaza e la Palestina.

All’università, invece, il blitz è scattato in centro nel polo umanistico di via Laura. Prima una passeggiata rumorosa, poi l’ingresso in facoltà dove sono state bloccate le lezioni.

Un’occupazione “a oltranza”, spiegano gli Studenti per la Palestina. “Blocchiamo l’università perché ieri sera hanno bloccato la Global Sumud Flotilla”, aggiungono. In Italia “si stanno bloccando porti, stazioni e vari collegamenti che possono fornire supporto e armi allo stato genocida di Israele. Qui blocchiamo l’università”, anche perché “sappiamo che le armi non passano solamente dai porti, ma anche dall’università attraverso accordi culturali e scientifici di Ateneo con altre università israeliane e con enti come la Leonardo”.

Gli universitari, quindi, stanno sfilando per i corridoi del plesso con slogan e bandiere della Palestina. E’ in programma, poi, un’assemblea: “L’intenzione è quella di bloccare la didattica e chiedere la recessione di tutti gli accordi sia con le università israeliane che con gli enti coinvolti nella produzione bellica. Finche non raggiungeremo i nostri obiettivi andremo avanti a oltranza”.

Oltre all’assemblea, spiegano, “faremo delle passeggiate rumorose anche nei plessi vicini”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)