La Global Sumud Flotilla è a meno di due giorni dalla zona di mare controllata da Israele e si temono interventi dell’Idf per fermare le imbarcazioni dirette a Gaza: nel 2010 ci furono 10 morti
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Sono ore di grande apprensione per la Global Sumud Flotilla, che con la sua missione di portare aiutare umanitari a Gaza si trova ora a meno di due giorni dalla zona di mare che lambisce la Striscia di Gaza, ‘controllata’ da Israele dal 2009. Dopo gli attacchi e le intimidazioni dei giorni scorsi, con l’utilizzo di droni e bombe sonore, si teme un attacco nelle prossime 24-48 ore, e il pensiero va al drammatico precedente del 2010, quando il tentativo di trasportare aiuti umanitari e beni di primo soccorso a Gaza (quando la Striscia era ‘assediata’ da Israele dopo l’operazione ‘Piombo fuso’) finì con nove vittime, più una decima morta successivamente per le ferite.
Il governo italiano, nei giorni scorsi, ha più volte fatto appello affinché la navigazione venisse interrotta e non si arrivasse a ‘forzare’ il blocco navale israeliano, temendo conseguenze imprevedibili. Ieri Guido Crosetto ha ribadito alla portavoce della Flotilla che i rischi in caso di forzatura del blocco navale sono “non gestibili“. Intanto, attraverso i canali diplomatici, il governo italiano sta in ogni caso cercando di fare di tutto per scongiurare un attacco alle navi in cordata, su cui viaggiano anche numerosi parlamentari. Ieri, per questo, si è svolto un nuovo incontro tra l’ambasciatore italiano a Tel Aviv, Luca Ferrari, e il presidente della Repubblica di Israele, Isaac Herzog.
ISRAELE NON USERÀ ‘FORZA LETALE’
Durante questo incontro, scrive La Stampa, Herzog ha assicurato all’Italia che all’esercito israeliano è stato dato l’ordine di “non usare la forza letale“, cosa che sottenderebbe l’intenzione di non mettere a rischio la vita dei naviganti sulla Flotilla. Ma la situazione è più che mai tesa, perchè Israele non starà a guardare in caso di forzatura del blocco navale, o meglio del cordone di sicurezza imposto sulle acque palestinesi di fronte a Gaza ormai 16 anni fa. le forze armate sono state incaricate di intervenire per impedire ogni tentativo di forzare il blocco. L’Idf potrebbe intervenire mettendo in campo un blitz sulle imbarcazioni, con un’operazione di abbordaggio. Ovvero quello che venne fatto anche nel giugno scorso, quando la nave Madleen (su cui viaggiavano Greta Thunberg e l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan), tentò di avvicinarsi a Gaza. Solo che quella era una nave sola: venne sequestrata e gli attivisti furono portati a terra in stato di fermo. Nel 2010, invece, gli attivisti furono uccisi
COSA SUCCESSE NEL 2010
Il 31 maggio 2010, sei imbarcazioni della Gaza Freedom Flotilla, tra cui la Mavi Marmara con circa 600 persone a bordo, tentarono di attraccare con un carico di 10mila tonnellate di cemento. Le unità israeliane intervennero con motovedette ed elicotteri: nello scontro a bordo morirono nove attivisti (otto cittadini turchi e un americano di origini turche), una decima persona morì dopo anni di coma. Le indagini successive evidenziarono colpi d’arma da fuoco alla testa compatibili con esecuzioni a distanza ravvicinata. Il Consiglio per i diritti umani dell’Onu definì l’operazione israeliana ‘sproporzionata’ e in violazione del diritto internazionale.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)