La centrale nucleare di Zaporizhzhia è senza corrente elettrica da tre giorni


La centrale nucleare di Zaporizhzhia è senza alimentazione elettrica da tre giorni e ha già superato la soglia critica. C’è gasolio per 20 giorni, ma tutto dipende dai generatori

centrale nucleare

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è da tre giorni senza corrente esterna. Il colosso atomico ucraino finito nelle mani russe ha sei reattori spenti, generatori diesel a rattoppare la sicurezza e un’ombra che si allunga silenziosa: l’incidente da evitare a tutti i costi.

L’ultima linea elettrica è saltata martedì pomeriggio, lato russo. Da allora, l’impianto sopravvive grazie ai generatori di emergenza. L’Aiea parla di “situazione profondamente preoccupante”.

Secondo Kiev e osservatori occidentali, il Cremlino sta forzando la crisi per blindare il controllo sull’impianto. Non solo: Mosca punterebbe addirittura a riavviare almeno un reattore, nonostante i bombardamenti tutt’attorno. “La Russia usa la centrale come merce di scambio”, accusa un funzionario ucraino. Greenpeace rincara: “fase critica e potenzialmente catastrofica”.

Il limite tecnico è chiaro: una centrale può reggere 72 ore senza energia esterna. Zaporizhzhia ha già superato la soglia. L’Aiea ammette che c’è gasolio per 20 giorni, ma se i generatori dovessero fallire il raffreddamento salterebbe e i sei reattori rischierebbero la fusione.

La storia recente non rassicura. La Russia ha interrotto l’alimentazione esterna altre nove volte dal 2022, colpendo infrastrutture ucraine oltre il Dnepr. Questa volta il danno è a un miglio e mezzo dalla centrale, in territorio controllato da Mosca. Gli occupanti accusano l’Ucraina di bombardamenti, Kiev smentisce: “Non colpiremmo mai la centrale”.

Intanto i satelliti mostrano lavori sospetti: 200 chilometri di linee elettriche da Mariupol verso Zaporizhzhia, una diga improvvisata per creare una riserva d’acqua, e dichiarazioni russe su una “integrazione finale” dell’impianto nella loro rete. La narrativa è già pronta: spegniamo la luce, poi ci presentiamo come salvatori.

L’Ucraina rivendica la proprietà della centrale, ma sa di giocare in difesa. Un riavvio dei reattori durante una guerra sarebbe senza precedenti e potenzialmente disastroso. “Grossi deve dire chiaramente a Mosca di fermarsi”, chiede Greenpeace. Per ora, il capo dell’Aiea ha solo raccolto la stretta di mano di Putin e un generico “faremo tutto il possibile”.

Il rischio, intanto, resta acceso. E a Zaporizhzhia la corrente arriva solo dai generatori.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)