La UEFA pronta a escludere Israele da tutte le competizioni


Lo scoop del Times: la Uefa sta per escludere Israele da tutte le competizioni. Cosa cambia per l’Italia nella corsa al Mondiale?

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La rivelazione è del Times: la prossima settimana la Uefa deciderà se sospendere o meno Israele dalle competizioni internazionali di calcio. Secondo il giornale inglese la maggioranza del comitato esecutivo sembra orientata verso la squalifica, una scelta che segue la richiesta di un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, i quali hanno sollecitato Uefa e Fifa a intervenire dopo che una commissione d’inchiesta ONU ha accusato Israele di genocidio a Gaza. Il precedente della Russia – estromessa nel 2022 a seguito dell’invasione dell’Ucraina – pesa come riferimento diretto.

Israele è membro Uefa dal 1994, ed è da tempo al centro di un dibattito interno all’organizzazione calcistica europea. La federazione palestinese è riconosciuta dalla Fifa, e da due anni chiede formalmente la sospensione di Israele, senza che la questione sia mai arrivata al voto. Ora un’eventuale squalifica aumenterebbe la pressione anche sulla Fifa. Gianni Infantino è legato a rapporti stretti con Donald Trump, che ha già espresso l’opposizione della Casa Bianca a qualsiasi provvedimento che possa escludere Israele dal Mondiale 2026 in programma negli Stati Uniti, in Messico e in Canada. Un portavoce del Dipartimento di Stato ha ribadito che Washington lavorerà “senza sosta” per impedire una simile ipotesi. Un’esclusione Uefa potrebbe di fatto precludere a Israele la qualificazione al torneo e allo stesso tempo offrire a Infantino un margine di manovra nei rapporti con paesi arabi come Arabia Saudita e Qatar, quest’ultimo colpito di recente da un attacco con droni attribuito a Israele.

Israele occupa attualmente il terzo posto nel Gruppo I, dietro a Norvegia e Italia. La partita contro la Norvegia, prevista a Oslo l’11 ottobre, è a rischio: la federazione norvegese aveva annunciato che i proventi sarebbero stati destinati agli aiuti umanitari per Gaza, ma le proteste e la possibile sospensione rendono incerta la disputa. La presidente della federazione, Lise Klaveness, ha ribadito che nessuna organizzazione può restare indifferente alle sofferenze della popolazione a Gaza.

Anche il calcio dei club è coinvolto: il Maccabi Tel Aviv, unica squadra israeliana rimasta in competizioni europee, è atteso a Birmingham il 6 novembre per affrontare l’Aston Villa in Europa League, dopo aver già incontrato contestazioni a Salonicco contro il Paok.

Il precedente russo resta il punto di riferimento più solido per capire cosa accadrebbe: nel 2022 la nazionale fu esclusa dai play-off mondiali e il Portogallo prese il posto della selezione femminile russa agli Europei.

COSA CAMBIA PER L’ITALIA?

Le conseguenze toccherebbero – anzi, sfiorerebbero – anche l’Italia. Ma di fatto cambierebbe pochissimo per la Nazionale. L’incontro di qualificazione previsto a Udine il 14 ottobre verrebbe annullato, con implicazioni sul girone: tutte le gare disputate da Israele sarebbero cancellate, alterando punteggi e differenza reti. La Norvegia, che aveva battuto gli israeliani 4-2, scenderebbe da 15 a 12 punti, mentre l’Italia passerebbe da 9 a 6 nonostante la vittoria rocambolesca per 5-4. Nella differenza reti, parametro che potrebbe rivelarsi decisivo nella corsa al primo posto, gli scandinavi scenderebbero da +21 a +19gli azzurri da +5 a +4. In sostanza, l’Italia ne guadagnerebbe leggermente, ma resterebbe comunque dietro ai leader del girone, costretta a inseguire tra le trasferte in Estonia e Moldavia e lo scontro diretto con la Norvegia a San Siro.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)