Ponte sullo Stretto, per ora cantieri fermi: per la Corte dei Conti non tornano alcuni numeri. Rinviata l’approvazione della libera Cipess
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La Corte dei conti mette i bastoni tra le ruote al governo Meloni sul Ponte sullo Stretto. I magistrati contabili hanno rinviato l’approvazione della delibera Cipess, chiedendo risposte puntuali entro venti giorni e invitando lo stesso organismo interministeriale a ritirare in autotutela il provvedimento. Ovvero, per ora i cantieri restano fermi.
Mancano i pareri del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, restano inevasi i rilievi del ministero dell’Ambiente sulla Via-Vas (con tanto di richieste da Bruxelles) e soprattutto non tornano i numeri. La Corte chiede chiarimenti su oneri e criteri di spesa, distinguendo ciò che ricade sulla progettazione definitiva e su quella esecutiva, oltre alle raccomandazioni mai chiarite del Comitato scientifico.
Senza delibera Cipess in Gazzetta ufficiale, Salvini non può neppure inaugurare i cantieri preparatori: farlo esporrebbe lo Stato a rischio di danno erariale. Nel frattempo, il contratto con i privati è già firmato: se l’opera non parte per colpa pubblica scatteranno le penali.
“Tutti i chiarimenti e le integrazioni chieste dalla Corte dei Conti fanno parte della fisiologica interlocuzione tra istituzioni e saranno fornite nei tempi previsti, a maggior ragione per un’opera così rilevante. Il Ponte sullo Stretto non è in discussione e gli uffici competenti sono già al lavoro”. Così una nota del Mit.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)