Dopo lo scontro con Enzo Iacchetti in diretta su Rete4, il presidente dell’associazione Amici di Israele, Eyal Mizrahi, ha chiarito la sua posizione intervenendo su Newzgen
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Dopo lo scontro con Enzo Iacchetti in diretta su Rete4, il presidente dell’associazione Amici di Israele, Eyal Mizrahi, ha chiarito la sua posizione intervenendo su Newzgen, la trasmissione in streaming prodotta da Alanews e condotta da Andrea Eusebio e Alessandra D’Ippolito, in onda ogni giorno alle 14.30 su YouTube e Twitch.
Mizrahi ha raccontato il motivo della sua partecipazione al programma condotto da Bianca Berlinguer: “Non cercavo la notorietà: sono andato da Bianca Berlinguer per far sentire anche le ragioni di Israele. Sapevo di mettere il piede nella fossa dei leoni, ma il confronto serve: la gente deve ascoltare due campane. La colpa, in verità, non è nemmeno di Enzo Iacchetti, piuttosto Bianca Berlinguer pensava che io fossi contro Netanyahu, tutto ciò che Israele sta facendo e che, in pratica, potesse essere una chiacchierata tra amici”.
Sul proseguimento del conflitto, Mizrahi ha sottolineato: “La guerra vera è finita da tempo: oggi Hamas è fatta di gruppi di guerriglia. Le due condizioni per chiuderla sono chiare: disarmo di Hamas e restituzione dei 48 ostaggi. Ogni ostaggio per noi è come un figlio: finché non tornano a casa, per Israele la guerra non è finita”.
Eyal ha commentato anche le voci che vedrebbero nel governo israeliano la volontà di sterminare il popolo palestinese per poter investire liberamente a livello immobiliare nella Striscia, come paventato da Donald Trump in passato e, in qualche modo, confermato dal ministro Smotrich pochi giorni fa: “Smotrich è un pagliaccio – le parole di Mizrahi – oggi non entrerebbe neppure in Parlamento. Israele non ha bisogno di Gaza né vuole annetterla: se avesse voluto tenerla, non sarebbe uscita nel 2005”. Il presidente dell’ADI ha poi rivendicato la natura democratica del Paese: “Israele è una democrazia: alle prossime elezioni Netanyahu potrebbe andare a casa. Ci sono frange di estrema destra con idee strampalate, ma non rappresentano la maggioranza del Paese”.
Tornando alla partecipazione a “E’ sempre Cartabianca”, al centro delle polemiche è rimasto l’intervento in cui, incalzato sui numeri delle vittime, Mizrahi aveva chiesto di “definire cosa fosse un bambino”: “Ho detto ‘definisci bambino’ perché per l’ONU è sotto i 18 anni, ma per il terzo mondo, i palestinesi, gli africani un bambino è tale fino a quando non lo puoi mandare a lavorare; inoltre, tra quei numeri ci sono anche diciassettenni armati che ti sparano addosso. Piango ogni bambino morto, israeliano o palestinese. Ma in guerra o spari o ti sparano: non si giudica con gli slogan”.
Non sono comunque ore semplici quelle che l’israeliano sta vivendo: “Dopo la lite in TV ho ricevuto minacce: oggi chi prova a portare le ragioni di Israele rischia in prima persona. Non voglio convincere nessuno: voglio far capire che le cose sono più complesse di come le racconta la propaganda”.
Infine, in concomitanza del Capodanno ebraico, un auspicio finale: “Auguro a tutti un anno noioso, senza notizie: parlare solo del meteo sarebbe la vittoria della pace”.