Prosegue la mostra “Dipingiamo di nuovo il cattolicesimo”


Fino al 25 ottobre 2025, i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma ospiteranno la terza edizione del progetto “Dipingiamo di nuovo il cattolicesimo”

Dipingiamo di nuovo il cattolicesimo

Dopo il successo della mostra dedicata all’immagine di Gesù Misericordioso (aprile-maggio 2023 – Musei di San Salvatore in Lauro) e quella sull’Annunciazione (marzo-aprile 2024 – Musei di San Salvatore in Lauro), il ciclo prosegue con un approfondimento pittorico su La Visitazione, il secondo Mistero Gaudioso del Rosario. L’esposizione è stata organizzata dall’Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino – Angelicum di Roma, Fondazione San Nicola di Varsavia, Fondazione Vaticana Giovanni Paolo II ed è curata da Dariusz Karłowicz con il progetto espositivo e di allestimento de Il Cigno GG Edizioni. Inoltre il progetto in mostra quest’anno è inserito nel programma del Giubileo 2025 Pellegrini di Speranza e ha il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione, sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, e del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Curia Romana.

I dipinti esposti – per lo più realizzati in olio su tela, con alcune opere a tempera all’uovo o resina su tavola – portano la firma di dieci artisti contemporanei polacchi: Ewa CzwartosIgnacy CzwartosJacek DłużewskiWojciech GłogowskiJacek Hainos O.P. (frate dell’Ordine dei Domenicani), Krzysztof KlimekJarosław ModzelewskiBogna PodbielskaBeata StankiewiczGrzegorz Wnęk. A ciascun artista è stato chiesto di realizzare due opere: una destinata agli spazi liturgici – chiese o cappelle – e una, di formato ridotto, pensata per la devozione personale.

 

Il mistero della Visitazione rappresenta un tema antico, ma anche una sfida contemporaneaIl Vangelo narra che la giovane Maria, dopo l’Annunciazione — dunque già in attesa di Gesù — si recò a far visita alla cugina Elisabetta, più anziana di lei e incinta di Giovanni Battista. «La Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta è un tema di incantevole bellezzama anche di grande complessità», spiega Dariusz Karłowicz, promotore del progetto e curatore della mostra. «È particolarmente arduo quando si cerca di catturarla in un’immagine che, attraverso ciò che è visibile, dovrebbe indirizzare lo spettatore verso l’introspezione, nelle profondità di ciò che è più importante. E cosa si vede esattamente? Un paesaggio collinare e l’incontro di due donne vicine l’una all’altra, una anziana e una giovane. La più grande è visibilmente incinta. Sono certamente felici di vedersi, quindi l’atmosfera è gioiosa. Ma non è tutto. C’è una tavolozza di sfumature emotive che vanno dalla curiosità, alla gentilezza, alla sottomissione, persino alla tenerezza e alla gratitudine e, inutile dirlo, alla devozione».

Per Maria ed Elisabetta, quell’incontro va ben oltre un semplice gesto di affetto: è l’ingresso in una dimensione profetica, che conferma la veridicità delle parole dell’Angelo e apre al compimento della storia della salvezza. «Per entrambe le donne – aggiunge il curatore -, questo incontro è eccezionale in quanto trascende i limiti della vita quotidiana, anima le speranze di generazioni e prefigura un grande evento. Entrambe sono già entrate nel cerchio del Mistero. Sanno e percepiscono più di chiunque altro. Sanno tutto? È difficile dirlo. La gravidanza e il saluto di Elisabetta confermano certamente la credibilità delle parole dell’Arcangelo, mentre il nascituro Giovanni danza come il re Davide davanti all’Arca. Profeti, messaggeri e segni compongono un’immagine sempre più completa».

Il progetto Dipingiamo di nuovo il cattolicesimo” unisce arte, fede e cultura. Nasce con l’intento di rinnovare la tradizione dell’arte sacra e rilanciare il mecenatismo ecclesiastico: riunisce pittori, teologi, studiosi e curatori, con l’ambizione di reinterpretare, attraverso la pittura contemporanea, i grandi temi della fede cattolica. «Ci auguriamo che il progetto di rappresentare i misteri rimanenti del rosario – conclude Karłowicz – possa anno dopo anno portare nuovi esempi di arte sacra contemporanea di alto livello e sogniamo chiese, cappelle e spazi in cui questi dipinti possano avvicinare i loro spettatori al vero e al bello».