“La Sagra del signore della nave” debutta al Parco della Cellulosa


Debutta in prima assoluta il 27 e 28 settembre presso il Parco della Cellulosa, e poi in replica il 4 e 5 ottobre a Castel di Guido, LA SAGRA DEL SIGNORE DELLA NAVE

la sagra del signore della nave

Debutta in prima assoluta il 27 e 28 settembre presso il Parco della Cellulosa, e poi in replica il 4 e 5 ottobre a Castel di GuidoLA SAGRA DEL SIGNORE DELLA NAVE, atto unico di Luigi Pirandello con la regia di Marcello Amici, il quale per la prima volta orchestra in scena un gruppo di circa 50 interpreti.

Ma è proprio vero che Luigi Pirandello abbia scritto solo una trilogia per la sua teoria del “teatro nel teatro” e che Sagra del Signore della Nave, scritta subito dopo Ciascuno a suo modo, non ne completi e integri la traiettoria? È il sospetto che ha fatto riflettere la regia dopo aver letto lo straordinario racconto di Sagra pieno di voci, con cui Pirandello inaugura nel 1925 il suo Teatro d’Arte di Roma.

Si racconta di una Sagra che succedeva ogni anno nello spiazzo davanti alla Chiesa di San Nicola nella Valle dei templi ad Agrigento, dove ognuno portava il suo maiale per essere scannato e macellato. Tutt’uno alla festa religiosa del Signore della Nave in cui si venerava un Crucifisso in legno al quale, riaffiorato dal mare in tempesta, si erano aggrappati e salvati dei naufraghi.

Nel corso della Sagra dove si sono dati convegno imprenditori, mercanti, il ripugnante Lavaccara che disquisisce sul suo suino dotato di una intelligenza pari agli umani e la società rispettabile, tutti si comportano come bestie. La Sagra conclude in un crescendo farsesco, traslata immagine di caduta di maschere indossate per apparire quello che di volta in volta conviene. È in scena lo scadimento dei valori che di continuo si rinnova nella nostra società.

Improvvisamente un assurdo farsesco. È il momento della regia che trova sul finale la risoluzione delle risoluzioni.

Commedia dell’Arte, metateatro, musica, un canto della contemporaneità e quel che vien fuori è un’ accettabile mescolanza nell’immenso interrogativo: E vuole una tragedia più tragedia di questa?