La sieropositività per Anti-Ro52 è significativamente associata a tassi aumentati di progressione della malattia polmonare interstiziale (ILD) e ad una riduzione della sopravvivenza libera da progressione
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La sieropositività per Anti-Ro52 è significativamente associata a tassi aumentati di progressione della malattia polmonare interstiziale (ILD) e ad una riduzione della sopravvivenza libera da progressione e libera da trapianto, stando ai risultati di uno studio pubblicato su Chest, che suggerisce come la rilevazione di livelli elevati di questo biomarcatore possa fornire informazioni sulla prognosi della malattia e sul suo monitoraggio, permettendo ai medici di personalizzare più efficacemente le strategie di trattamento.
Razionale e obiettivi dello studio
Le ILD comprendono un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da infiammazione e fibrosi polmonare di varia entità. Nonostante siano note le sottotipizzazioni, una quota di pazienti mostra progressione della malattia con peggioramento della funzione polmonare, dei sintomi e della qualità di vita.
Con l’avvento di terapie antifibrotiche, approvate non solo per la fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ma anche per ILD fibrotiche progressive (PPF), identificare predittori di progressione è cruciale per ottimizzare la gestione clinica.
L’interesse per il ruolo prognostico degli anticorpi anti-Ro52, diretti contro la proteina Ro52/TRIM21, è in crescita: studi precedenti presenti in letteratura hanno associato la positività anti-Ro52 ad outcome clinici peggiori in varie malattie del connettivo (CTD), ma pochi pazienti avevano ILD e l’impatto in pazienti senza CTD conclamata, come quelli con polmonite interstiziale con caratteristiche autoimmuni (IPAF) o ILD idiopatica, rimane incerto.
Gli autori dello studio avevano già evidenziato che pazienti con ILD e anti-Ro52 mostrano caratteristiche cliniche e outcome simili a quelli con anticorpi specifici per miosite.
Su queste presupposti è stato condotto uno studio retrospettivo di coorte per valutare l’effetto della positività anti-Ro52 sulla prognosi dell’ILD, ipotizzando un outcome peggiore rispetto ai pazienti sieronegativi.
Disegno dello studio
Questo studio di coorte retrospettivo è stato condotto in un policlinico universitario francese ed ha arruolato pazienti con ILD( i cui dati risiedono in un registro) che erano stati sottoposti a test per la sierologia relativa all’anticorpo anti-Ro52 al momento della diagnosi. Il registro include una coorte identificata in laboratorio da giugno 2020 a maggio 2024 e una coorte segnalata dai medici tra gennaio 2015 e maggio 2024.
Gli endpoint primari erano rappresentati dalla progressione dell’ILD e dall’evento fatale per qualsiasi causa.
La sopravvivenza libera da progressione dell’ILD è stata valutata dalla visita iniziale (cioè dalla diagnosi di ILD) fino alla progressione della malattia, alla morte o fino alla fine dello studio il 16 agosto 2024.
I partecipanti allo studio sono stati classificati in due gruppi: anti-Ro52 positivi (anti-Ro52+) e negativi (anti-Ro52–).
L’analisi ha incluso 1026 pazienti; 154 (15%) erano anti-Ro52+ e 872 (85%) anti-Ro52–. L’età mediana era di 70 anni e il 52% erano uomini. Il sottotipo più comune di ILD era rappresentato dalla polmonite interstiziale con caratteristiche autoimmuni (IPAF) (n=489; 47,7%), seguito da CTD-ILD (n=132; 12,9%). Il gruppo anti-Ro52+ era costituito da individui più giovani e a maggior rischio di presentazione di CTD o IPAF rispetto al gruppo sieronegativo.
Il follow-up mediano è stato di 26,8 mesi per il gruppo anti-Ro52+ e di 25,4 mesi per il gruppo anti-Ro52–.
Risultati principali
A 3 anni, il gruppo anti-Ro52+ ha presentato un’incidenza cumulativa stimata di progressione dell’ILD o morte del 53,4% (IC95%: 42,6%-62,2%) contro il 32,9% (IC 95%: 28,7%-36,9%) nel gruppo anti-Ro52–.
L’incidenza cumulativa stimata di trapianto polmonare o morte a 3 anni era del 19,7% (IC 95%: 11,7%-27%) nel gruppo anti-Ro52+ contro il 13,8% (IC 95%:, 10,7%-16,7%) nel gruppo anti-Ro52–.
I risultati dell’ analisi multivariata con regressione di Cox per rischi proporzionali hanno mostrato che la positività per anti-Ro52 era associata ad un rischio aumentato di progressione dell’ILD o di morte ( hazard ratio [HR]: 2,1; IC 95%: 1,61-2,73; P <0,001) e di trapianto polmonare o morte (HR: 1,61; IC 95%: 1,11-2,35; P =0,014).
Nelle analisi di sottogruppo basate sul sottotipo di ILD, il gruppo anti-Ro52+ ha mostrato una sopravvivenza libera da progressione dell’ILD peggiore rispetto al gruppo anti-Ro52–, secondo le curve di Kaplan-Meier e l’analisi multivariata.
Nei pazienti con CTD-ILD/IPAF, il gruppo anti-Ro52+ ha mostrato una sopravvivenza libera da progressione dell’ILD peggiore sia nei sottogruppi positivi che negativi per anticorpi specifici per miosite.
Il gruppo anti-Ro52+ ha mostrato un rischio costantemente aumentato di progressione dell’ILD o di morte, indipendentemente dalla positività agli anticorpi specifici per miosite.
Implicazioni cliniche dello studio
Questo studio, il più ampio finora esistente sull’impatto degli anticorpi anti-Ro52 nell’ILD, mostra che la loro positività è associata a progressione più rapida della malattia e a sopravvivenza libera da progressione e trapianto significativamente peggiore.
L’effetto negativo si conferma nei sottogruppi CTD-ILD e IPAF, indipendentemente dalla presenza di altri anticorpi specifici per la miosite, suggerendo che anti-Ro52 sia un predittore indipendente di prognosi sfavorevole.
Dal punto di vista biologico, Ro52/TRIM21 favorisce infiammazione e fibrosi polmonare, in linea con i peggiori outcome osservati.
Le differenze nella progressione dell’ILD sembrano guidate soprattutto dalle ospedalizzazioni, più frequenti nei pazienti anti-Ro52 positivi, mentre il declino della funzione polmonare resta simile.
Questi dati evidenziano l’importanza di valutare anti-Ro52 per identificare pazienti a rischio di ILD rapidamente progressiva e guidarne il monitoraggio clinico.
Limiti dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici dello studio. Ne segnaliamo alcuni: in primis, misurazione degli anticorpi anti-Ro52 variava nel tempo e in condizioni cliniche diverse, mentre l’impiego di immunosoppressori o la diversa sensibilità dei test può aver sottostimato la loro prevalenza.
E’ stato anche sottolineato come il testing fosse deciso dai medici, non escludendo pertanto il rischio di introduzione di un bias di selezione, con sovrarappresentazione di CTD-ILD e IPAF e scarsa rappresentazione di IPF, riducendo la generalizzabilità dei risultati.
Si segnala, infine, la sottorappresentazione di alcuni sottogruppi di pazienti, rendendo più incerto il valore statistico dell’associazione rilevata con trapianto o mortalità.
Bibliografia
Imai R et al. Anti-Ro52 seropositive interstitial lung disease is associated with a higher risk for disease progression and mortality. Chest. Published online June 6, 2025. doi:10.1016/j.chest.2025.05.036
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