Uveite, possibile riduzione del rischio con i GLP-1 agonisti


Secondo uno studio di coorte retrospettivo pubblicato sulla rivista JAMA Ophthalmology, l’uso di GLP-1 agonisti è stato associato a un rischio ridotto di uveite

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Secondo uno studio di coorte retrospettivo pubblicato sulla rivista JAMA Ophthalmology, l’uso di GLP-1 agonisti è stato associato a un rischio ridotto di uveite, probabilmente grazie all’azione antinfiammatoria di questi farmaci, fornendo uno possibile spunto per nuove strategie terapeutiche.

Ricerche recenti hanno suggerito che i GLP-1 agonisti potrebbero avere effetti protettivi contro alcune patologie oculari, come la degenerazione maculare legata all’età e il glaucoma. Questi farmaci sono stati tuttavia collegati anche allo sviluppo di patologie oculari rare, come la neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica, potenzialmente accecante, e la retinopatia diabetica di nuova insorgenza.

«L’uveite è una delle principali cause di perdita della vista in tutto il mondo ed è in gran parte causata da disregolazione immunitaria e citochine infiammatorie» ha spiegato l’autore senior Sumit Sharma del Cole Eye Institute presso la Cleveland Clinic. «Dal momento che i GLP-1 agonisti si stanno affermando come potenti agenti antinfiammatori in diversi contesti, ci siamo chiesti se siano in grado di influenzare anche il rischio di uveite».

GLP-1 agonisti riducono il rischio di uveite 
Per questo studio, i ricercatori valutato i dati di oltre 500mila pazienti presenti nel database TriNetX, un’ampia piattaforma multicentrica di cartelle cliniche elettroniche (età media 56,4 anni, 62% donne, 58% bianchi, 24-25% neri). Il 72% dei partecipanti soffriva di ipertensione, l’indice di massa corporea (BMI) medio era di 38,6 nel gruppo GLP-1 e di 32,4 nel gruppo di controllo, e i livelli medi di emoglobina glicata (HbA1c) erano rispettivamente del 7,6% e del 6,5%.

L’uso di un farmaco a base di GLP-1 è stato associato a un minor rischio di uveite rispetto al gruppo di controllo che non assumeva farmaci per il diabete, inclusi agonisti del GLP-1, metformina, insulina e SGLT2 inibitori (risk ratio [RR] 0,48). Questo risultato è risultato coerente sia nei pazienti con diabete di tipo 2 (RR 0,54) che in quelli senza diabete (RR 0,52), con effetti osservati in tutti i sottotipi di uveite

I GLP-1 agonisti sono stati inoltre associati a un rischio ridotto di uveite rispetto a metformina (RR 0,58) e insulina (RR 0,57), ma lievemente maggiore rispetto agli SGLT2 inibitori (RR 1,17), i quali hanno mostrato rischio inferiore rispetto ai controlli (RR 0,52).

Riduzione relativa ma significativa per alcuni pazienti
«Il legame tra gli agonisti del recettore GLP-1 e la riduzione del rischio di uveite risiede probabilmente nelle proprietà antinfiammatorie di questi agenti» hanno ipotizzato i ricercatori. «Inoltre l’effetto può essere ulteriormente potenziato grazie al fatto che favoriscono la perdita di peso, dato che l’obesità aumenta il rischio di varie malattie autoimmuni».

«Siamo solo all’inizio della comprensione di questa connessione, ma apre le porte a nuove possibilità per prevenire malattie che mettono a rischio la vista» ha osservato Sharma. Ha riconosciuto che il rischio assoluto di uveite è basso sia negli utilizzatori di GLP-1 agonisti che nei non utilizzatori, tuttavia per i pazienti con un rischio basale più elevato, come quelli con malattie autoimmuni o predisposizioni genetiche, il beneficio assoluto potrebbe essere più significativo.

Inoltre l’uveite può progredire molto rapidamente fino a causare cecità, quindi una anche una riduzione relativa di questa malattia è significativa. Anche se questo non è un motivo valido per prescrivere questi agenti esclusivamente per la prevenzione dell’uveite, aggiunge un aspetto importante che i medici devono tenere in considerazione nei pazienti idonei a ricevere questi farmaci.

I limiti dello studio includevano il disegno osservazionale e l’impossibilità di tenere conto di fattori potenzialmente importanti come la durata della malattia e del trattamento, l’aderenza alla terapia farmacologica, i marcatori infiammatori sistemici, lo stato socioeconomico e l’uso concomitante di terapie immunomodulanti.

In un commento di accompagnamento, Brian Toy e Alexander Hong del Roski Eye Institute presso l’Università della California del Sud a Los Angeles, hanno predicato cautela nell’interpretazione di questi risultati per via di potenziali fattori confondenti, errata classificazione degli esiti e bias temporali. Hanno tuttavia ammesso che questi risultati sostengono l’ipotesi di un’associazione tra questa classe di farmaci e una riduzione del rischio di infiammazione oculare.

Referenze

Mohan N et al. Glucagon-Like Peptide-1 Receptor Agonists and Risk of Uveitis. JAMA Ophthalmol. 2025 Aug 28:e252822. 
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Toy BC, Hong AT. Uveitis Risk and GLP-1RA Use-Signal, Confounding, or Both? JAMA Ophthalmol. 2025 Aug 28. 
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