Nei pazienti con diabete di tipo 2, la terapia con SGLT2 inibitori è stata associata a una minore incidenza di anemia sideropenica rispetto ai DPP-4 inibitori
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Nei pazienti con diabete di tipo 2, la terapia con SGLT2 inibitori è stata associata a una minore incidenza di anemia sideropenica rispetto ai DPP-4 inibitori, con un beneficio più evidente negli uomini, nei pazienti di almeno 61 anni di età e in quelli con un più breve trattamento con metformina, come evidenziato da uno studio retrospettivo tedesco pubblicato sulla rivista Diabetes, Obesity and Metabolism.
L’anemia è una comorbilità frequente nel diabete di tipo 2 e contribuisce alla fatigue, al rischio cardiovascolare e alla progressione delle complicanze diabetiche. Oltre all’anemia da malattia cronica e alla carenza di vitamina B12, l’anemia sideropenica è la forma più diffusa nelle persone con diabete di tipo 2. Anche se ha un’origine multifattoriale, nel diabete di tipo 2 è spesso correlata a infiammazione cronica, carenza funzionale di ferro e alterata segnalazione dell’eritropoietina, in particolare nei pazienti con nefropatia diabetica.
L’anemia sideropenica è stata anche associata a scarso controllo glicemico, ridotta qualità della vita e aumento del rischio di ospedalizzazione nelle persone con diabete. Evidenze emergenti implicano anche la disregolazione del ferro e la ferroptosi, una forma di morte cellulare regolata e dipendente dal ferro, come fattori chiave che contribuiscono alla disfunzione delle cellule β, alla resistenza all’insulina e alla progressione del danno d’organo correlato al diabete. Pertanto, la ferroptosi svolge anche un ruolo cruciale nella patogenesi del diabete di tipo 2.
Inoltre il sovraccarico di ferro nel fegato e nei tessuti adiposi interrompe la funzione mitocondriale e promuove la resistenza all’insulina, mentre l’alterata segnalazione del ferro può anche influenzare i ritmi circadiani e l’asse intestino-cervello nel diabete, a sottolineare l’importanza di mantenere l’omeostasi del ferro per la regolazione metabolica.
SGLT2 inibitori modulano il metabolismo del ferro e l’eritropoiesi
È stato dimostrato che gli SGLT2 inibitori migliorano l’anemia sideropenica nei pazienti affetti da diverse patologie croniche, tra cui insufficienza cardiaca e malattia renale cronica con e senza diabete di tipo 2, con effetti vanno oltre la loro capacità di ridurre la glicemia e che suggeriscono la capacità di modulare il metabolismo del ferro e l’eritropoiesi attraverso meccanismi non condivisi da altri agenti antidiabetici. Pertanto, l’interazione tra SGLT2 inibitori e metabolismo del ferro nel diabete di tipo 2 rimane un’area di interesse in continua evoluzione, hanno premesso glia autori.
Al contrario, gli inibitori della DPP-4, un’altra classe di farmaci ipoglicemizzanti ampiamente utilizzata, non hanno mostrato effetti significativi sul metabolismo del ferro o sull’eritropoiesi, rendendoli un comparatore ideale negli studi osservazionali per aiutare a isolare gli effetti specifici degli inibitori SGLT2 e ridurre i fattori confondenti.
Uno studio di coorte retrospettivo
In Germania, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo per valutare se l’uso di SGLT2 inibitori fosse correlato a una minore incidenza di anemia sideropenica nei pazienti con diabete di tipo 2.
Hanno analizzato i dati di oltre 28mila pazienti (età media 64,3 anni; 36,5% donne) che hanno iniziato la terapia con SGLT2 inibitori tra il 2012 e il 2022, confrontandoli con pazienti abbinati in base al punteggio di propensione che hanno iniziato la terapia con DPP-4 inibitori nello stesso periodo di tempo; tutti i partecipanti erano in terapia concomitante con metformina.
I pazienti sono stati seguiti per un massimo di 5 anni, con follow-up terminato alla prima diagnosi di anemia sideropenica, a una modifica della terapia ipoglicemizzante, alla perdita al follow-up o alla fine del periodo di studio, a seconda di quale evento si verificasse per primo. L’endpoint era l’incidenza cumulativa di anemia sideropenica in ciascun gruppo di trattamento.
Riduzione significativa dell’anemia sideropenica con gli SGLT2 inibitori
L’incidenza cumulativa di anemia sideropenica nel corso di 5 anni di follow-up è risultata significativamente inferiore nella coorte in trattamento con SGLT2 inibitori rispetto a quella sottoposta a DPP-4 inibitori (6,9% vs 11,3%; P<0,001).
La terapia SGLT2 è stata associata a una riduzione del 33% del rischio di anemia sideropenica rispetto ai DPP-4 inibitori ( hazard ratio [HR], 0,67; P<0,001).
Nelle analisi di sottogruppo, l’effetto protettivo degli SGLT2 inibitori è stato significativo in tutti i pazienti di almeno 61 anni di età ed è risultato più evidente negli uomini rispetto alle donne, in particolare in quelli di età compresa tra 51 e 70 anni (P<0,004).
Stratificando i dati in base alla durata del trattamento con metformina, il beneficio degli SGLT2 inibitori è emerso solo tra i pazienti con una durata di trattamento più breve (<1 anno, P<0,002 e <3 anni, P<0,001), suggerendo che l’associazione protettiva potrebbe essere limitata ai pazienti con esposizione più breve alla metformina.
«Questi dati sottolineano i potenziali benefici di questi farmaci al di là del controllo glicemico, suggerendo un effetto favorevole sull’omeostasi del ferro, soprattutto in sottogruppi di pazienti selezionati» hanno concluso gli autori. «Sono necessari ulteriori studi per convalidare questi risultati e verificare se questo beneficio ematologico si traduce in un miglioramento dei risultati clinici».
Referenze
Sarabhai T, Kostev K. SGLT2 inhibitor therapy and lower incidence of iron deficiency anaemia in patients with type 2 diabetes: A retrospective cohort study from Germany. Diabetes Obes Metab. 2025 Aug 22.