Un milione di francesi in piazza contro i tagli di Lecornu: 250 manifestazioni in tutta la Francia, da Marsiglia a Nantes, da Lione a Montpellier. Non tutte pacifiche
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La Francia si ferma ancora. Scioperi, cortei, scuole chiuse, trasporti bloccati e piazze gremite: centinaia di migliaia di persone hanno risposto all’appello dei sindacati per sfidare il governo e mettere sotto pressione il neo-premier Sébastien Lecornu, per costringerlo a rivedere i piani di bilancio e dare risposte concrete su salari, pensioni e servizi pubblici.
Dai treni agli autobus, fino alle farmacie (nove su dieci serrate), il Paese ha vissuto una giornata di paralisi. Anche ospedali e scuole hanno aderito in massa: circa un docente su sei si è fermato, studenti hanno bloccato licei da Parigi a Le Havre. In totale, oltre 250 manifestazioni in tutta la Francia, da Marsiglia a Nantes, da Lione a Montpellier.
Sophie Binet, leader della CGT, ha sintetizzato la protesta con uno slogan tagliente: “Sono le strade a dover decidere il bilancio”. Lecornu, appena insediato dopo il rapido avvicendamento con François Bayrou (fatto fuori da un voto di sfiducia sul piano di austerità da 44 miliardi), si trova ora a dover scrivere una legge di bilancio in poche settimane e a governare con una maggioranza fantasma. Il rischio di un nuovo “game over” parlamentare è concreto.
Il premier ha già promesso di cancellare l’idea di ridurre le festività pubbliche e di tagliare i privilegi a vita degli ex primi ministri, ma i sindacati non si fidano: temono che il congelamento della spesa sociale e le altre misure di Bayrou tornino dalla finestra.
Il Ministero degli Interni ha stimato tra 600.000 e 900.000 persone in piazza. Le manifestazioni non sono state tutte pacifiche: a Nantes e Lione la polizia è intervenuta con lacrimogeni e cariche, a metà pomeriggio si contavano già 140 arresti e tre feriti.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)