Emofilia B: prima terapia genica rimborsata dal SSN


Rimborsabile in Italia etranacogene dezaparvove (nome commerciale Hemgenix) la prima terapia genica one-shot indicata per adulti con emofilia B grave o moderatamente grave

Emofilia B: l'EMA, Agenzia Europea dei Medicinali, inizia la revisione di etranacogene dezaparvovec, terapia genica di CSL Behring
Biochemistry blood tests

Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale la determinazione che rende rimborsabile in Italia etranacogene dezaparvove (nome commerciale Hemgenix) la prima terapia genica one-shot indicata per adulti con emofilia B grave o moderatamente grave, senza storia di inibitori del Fattore IX. Si tratta di un passo storico che apre a nuove possibilità terapeutiche per i pazienti, fino a oggi costretti per tutta la vita a infusioni profilattiche di Fattore IX.

ùL’emofilia B è una malattia rara, potenzialmente letale, con una prevalenza in Italia stimata in 1,5 casi ogni 100mila abitanti. È causata da una mutazione del gene F9, che comporta livelli insufficienti di Fattore IX, una proteina essenziale per la coagulazione. I pazienti presentano sanguinamenti spontanei o ricorrenti a carico di articolazioni, muscoli e organi interni, con dolore, gonfiore e danni articolari progressivi. Le terapie attualmente disponibili prevedono infusioni continue e profilattiche di FIX per prevenire gli episodi emorragici e gestire la carenza congenita della proteina.

Con etranacogene dezaparvove si apre un nuovo scenario: il farmaco si somministra con un’unica infusione endovenosa e utilizza un vettore virale adeno-associato (AAV5) per introdurre nel fegato una copia funzionale del gene che codifica per il Fattore IX. In questo modo, l’organismo è in grado di produrre autonomamente e in maniera duratura la proteina mancante, riducendo in modo significativo il rischio di sanguinamenti.

L’AIFA ha riconosciuto a questa terapia il requisito di innovazione terapeutica, con conseguente accesso al Fondo dedicato ai farmaci innovativi, come previsto dalla Legge n. 207/2024. La rimborsabilità è stata regolata attraverso uno sconto confidenziale e un accordo di Managed Entry Agreement (MEA) di tipo payment by result. Questo modello lega il rimborso del farmaco agli esiti clinici: in caso di mancata risposta terapeutica, l’azienda è tenuta a un meccanismo di pay-back concordato con l’Agenzia. Si tratta di uno strumento che coniuga equità di accesso, sostenibilità del sistema sanitario e valutazione del reale beneficio clinico nel lungo periodo.

Come ha dichiarato Lara Pippo, Head of Market Access di CSL Behring Italia, «la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale rappresenta un momento storico per l’emofilia B in Italia. L’obiettivo condiviso con le istituzioni è garantire ai pazienti un accesso rapido a una terapia innovativa, assicurando al tempo stesso la sostenibilità del sistema sanitario.»

L’efficacia e la sicurezza di etranacogene dezaparvovec sono state valutate nello studio registrativo di Fase III HOPE-B, uno studio multinazionale, in aperto e a braccio singolo, che ha coinvolto 54 pazienti adulti con emofilia B grave o moderatamente grave. Dopo un periodo osservazionale di almeno sei mesi con la terapia standard – utile per stabilire il tasso annuale di sanguinamenti (ABR) di base – i pazienti hanno ricevuto una singola somministrazione di etranacogene dezaparvovec alla dose di 2×10¹³ gc/kg. L’endpoint primario era la riduzione dell’ABR tra il 7° e il 18° mese post-infusione rispetto al periodo basale. I risultati hanno mostrato una significativa diminuzione degli episodi emorragici, con livelli stabili di espressione del Fattore IX.

Dal punto di vista della sicurezza, non sono emerse reazioni avverse gravi correlate al trattamento. È stato segnalato un decesso per shock cardiogeno in un paziente di 77 anni, ritenuto non correlato, e un caso di carcinoma epatocellulare che, dopo analisi molecolari indipendenti, è stato considerato non associato alla terapia. Importante sottolineare che non sono stati registrati casi di inibitori del Fattore IX.

Il principio attivo, etranacogene dezaparvovec, utilizza il vettore AAV5 per trasportare nel fegato la variante iperattiva FIX-Padua del Fattore IX, che possiede un’attività 5-8 volte superiore rispetto alla forma normale. Le istruzioni genetiche introdotte rimangono stabili nelle cellule epatiche, senza integrarsi nel Dna del paziente, permettendo una produzione costante e duratura del fattore.

Dietro a questa innovazione c’è CSL Behring, azienda leader globale nel settore delle bioterapie, impegnata nello sviluppo di soluzioni avanzate in immunologia, ematologia, cardiovascolare, metabolismo, respiratorio e trapianti. La società opera attraverso piattaforme scientifiche come il frazionamento plasmatico, la tecnologia ricombinante e la terapia genica, ed è parte del gruppo CSL Limited, con sede a Melbourne, che impiega oltre 25mila persone nel mondo e offre terapie salvavita in più di 100 Paesi.

Con l’ingresso di etranacogene dezaparvove nel panorama terapeutico italiano, si apre una nuova era nella gestione dell’emofilia B: un trattamento che, con una sola somministrazione, promette di modificare radicalmente la vita dei pazienti e delle loro famiglie.