Miocardite e pericardite: pubblicate le prime linee guida


Per la prima volta nella sua storia, la Società Europea di Cardiologia (ESC) ha pubblicato linee guida dedicate alla miocardite e alla pericardite

parkour asundexian Intervento coronarico percutaneo

Per la prima volta nella sua storia, la Società Europea di Cardiologia (ESC) ha pubblicato linee guida dedicate alla miocardite e alla pericardite. Un passo atteso da tempo, che riflette l’interesse crescente verso queste patologie infiammatorie, ancora oggi spesso sottodiagnosticate e associate a un impatto clinico e prognostico significativo.

Una nuova definizione: la sindrome infiammatoria miopericardica
Il documento introduce un concetto innovativo: la sindrome infiammatoria miopericardica (IMPS). Si tratta di un termine “ombrello”, proposto per descrivere il continuum clinico tra miocardite e pericardite, due condizioni che spesso coesistono o si susseguono nello stesso paziente. L’uso di una definizione unificata potrebbe facilitare il riconoscimento precoce della malattia e migliorare la gestione clinica, evitando ritardi diagnostici che in alcuni casi possono avere conseguenze fatali.

Il ruolo chiave dell’imaging
Tra le novità più rilevanti emerge l’attenzione all’imaging multimodale, con un ruolo di primo piano affidato alla risonanza magnetica cardiaca (CMR). Grazie alla sua capacità di documentare edema, necrosi e fibrosi, la CMR si afferma come metodica cardine nella diagnosi e nel follow-up delle forme infiammatorie. La biopsia endomiocardica, pur mantenendo un valore insostituibile in contesti selezionati, viene indicata come riservata ai casi più complessi o refrattari.

Algoritmi clinici e segnali di allarme
Le linee guida forniscono strumenti pratici per il clinico: algoritmi diagnostici e liste di “red flags” – segni e biomarcatori che dovrebbero far sospettare la presenza di una miopericardite. ECG alterato, aumento dei biomarcatori cardiaci, sintomi di scompenso, dolore toracico persistente o recidivante, versamento pericardico: tutti segnali che richiedono un’attenta valutazione integrata con imaging ed esami di laboratorio.

Ripresa delle attività: dal riposo al ritorno sicuro alla normalità
Un aspetto innovativo del documento è l’attenzione al ritorno alla vita attiva. Finora, i pazienti con miocardite o pericardite erano spesso sottoposti a lunghi periodi di astensione da attività lavorativa e sportiva, con ripercussioni non solo cliniche ma anche psicologiche. Le nuove raccomandazioni propongono un approccio più personalizzato: l’impiego della CMR e di test aggiuntivi consente di stabilire con maggiore sicurezza quando il paziente può riprendere l’attività fisica o tornare al lavoro. Si tratta di un passaggio cruciale, che mira a migliorare la qualità di vita, accelerare la ripresa e ridurre l’impatto socioeconomico delle malattie infiammatorie cardiache.

Le lacune da colmare
Nonostante i progressi, rimangono importanti gap di conoscenza. Mancano studi prospettici su larga scala che chiariscano il decorso a lungo termine e la gestione ottimale delle forme croniche. In particolare, restano da approfondire le strategie terapeutiche per sottogruppi specifici: bambini, donne in gravidanza o in età fertile, pazienti anziani e fragili. Le linee guida invitano la comunità scientifica a colmare queste lacune con studi multicentrici e collaborazioni internazionali.

Un approccio multidisciplinare
La gestione dei casi più complessi dovrebbe coinvolgere un team multidisciplinare: cardiologi clinici e imaging, infettivologi, genetisti, cardiochirurghi e intensivisti. Solo attraverso una collaborazione integrata è possibile affrontare in modo efficace la complessità delle sindromi miopericardiche, soprattutto nei pazienti ad alto rischio o refrattari alle terapie convenzionali.

Conclusioni
Secondo il professor Massimo Imazio (Udine), co-chair del documento, queste linee guida aprono un vero e proprio cambio di paradigma: “Non solo diagnosi più precoce e accurata, ma anche una nuova attenzione al percorso di recupero del paziente, al ritorno allo sport e al lavoro, con un approccio realmente personalizzato”.

Il documento segna quindi un passo avanti decisivo: l’introduzione di una nuova definizione clinica (IMPS), la centralità dell’imaging e l’attenzione alla qualità di vita aprono la strada a una gestione più moderna, integrata e consapevole della miocardite e della pericardite.