Tragedia del Natisone: per Bianca, Patrizia e Cristian chiesti 3,7 milioni di euro a Viminale e Asl. Il legale delle famiglie Cormos, Doros e Molnar pronto a presentare la costituzione di parte civile nel procedimento penale
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Le famiglie dei tre ragazzi travolti dalla piena del Natisone un anno e 4 mesi fa chiedono un risarcimento complessivo di 3.714.000 euro al ministero dell’Interno e all’Azienda regionale di coordinamento per la salute, per la perdita e il trauma subito. A dare la notizia è il Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia.
COSA È SUCCESSO
I tre giovani – Patrizia Cormos, 21 anni, Bianca Doros, 23 anni e Cristian Molnar, 25 anni- il 31 maggio 2024 persero la vita travolti da un’ondata di piena del fiume Natisone nel tratto che attraversa il comune di Premaricco, in provincia di Udine, dopo oltre 40 minuti di attesa disperata dei soccorsi. Sulla vicenda è in corso un procedimento penale che dovrà far chiarezza proprio sulla gestione dei servizi di emergenza. Sotto indagine 4 persone, tutte chiamate a rispondere dell’accusa di omicidio colposo: tre vigili del fuoco della sala operativa di Udine e un infermiere della Sores, la sala operativa regionale emergenza sanitaria Fvg. Per la tesi della Procura, i quattro addetti sarebbero responsabili della morte dei tre ragazzi “mediante condotte colpose concorrenti, per imperizia, negligenza e imprudenza” che causarono il ritardo dell’intervento dell’elicottero col verricello, in grado di recuperarli e portarli in salvo.
I “DANNI” PER I FAMILIARI: 40 MINUTI DI AGONIA
La richiesta di risarcimento è “per danni patrimoniali e non, biologici e morali da parte” dei genitori e fratelli delle vittime. Il loro avvocato, Maurizio Stefanizzi, secondo quanto riportato dal Tg regionale, depositerà a breve gli atti di costituzione di parte civile nel procedimento penale nei confronti dei tre vigili del fuoco e dell’infermiere della Sores imputati.
Per il legale infatti il danno prevede la “responsabilità solidale” del dipendente pubblico e dell’ente di appartenenza, che per i vigili del fuoco è il ministero dell’Interno, mentre per l’infermiere Sores è l’azienda regionale di coordinamento per la salute, Arcs.
“La sofferenza dei genitori- motiva Stefanizzi- è stata amplificata dall’agonia prolungata. I giovani sono morti per annegamento dopo tre telefonate e 41 minuti di attesa dei soccorsi. Le famiglie hanno vissuto questi momenti di angoscia quasi in diretta televisiva. Ciò ha causato loro un trauma psicologico ancora più profondo- sottolinea- sfociato anche in sintomi di ansia, depressione e insonnia”.
LE CIFRE DEI RISARCIMENTI PREVISTE DA UNA TABELLA UNICA NAZIONALE
La cifra richiesta è calcolata secondo una tabella unica nazionale e secondo giurisprudenza in materia. In dettaglio, la famiglia Cormos chiede 1.269.000 euro, la famiglia Doros 1.200mila euro, infine 1.243.000 euro per la famiglia Molnar, cifre che sommate arrivano a 3.700.000 euro.
L’ITER GIUDIZIARIO
Il procedimento penale si svilupperà, salvo diversi sviluppi, in due tronconi. Tutti e quattro gli imputati hanno optato per il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare. Il primo a presentarsi in aula sarà l’infermiere Sores, Michele Nonino, il 17 novembre, difeso dall’avvocato Maurizio Miculan, mentre i tre vigili del fuoco- Andrea Lavia, Luca Mauro ed Enrico Signor– assistiti dai legali Buonocore e Mangoni, dovrebbero comparire in aula il prossimo 2 dicembre.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)