In Nepal fiamme gli uffici governativi. Al grido di “Bandite la corruzione, non i social”, la cosiddetta “generazione Z”, composta dagli under 26 si è radunata a Khartoum e altre città
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Un appello alle autorità del Nepal a “garantire che l’intervento delle forze dell’ordine resti proporzionato e coerente con gli standard internazionali sui diritti umani” è giunto dalle Nazioni Unite, nel corso della seconda giornata di proteste a Kathmandu e nelle principali città del Paese asiatico. A scatenare il dissenso, una legge per la messa al bando dei social network.
Al grido di “Bandite la corruzione, non i social”, la cosiddetta “generazione Z”, composta dagli under 26 si è radunata a Khartoum e altre città. Nella giornata di ieri 19 persone sono rimaste uccise e oltre 500 ferite. L’Onu ha aggiunto: “Tutte le accuse di uso eccessivo della forza dovrebbero essere indagate tempestivamente e in modo indipendente, trasparente e imparziale”.
Come riferisce la testata locale Himalaya Time, dopo l’intervento di ieri degli agenti – che avrebbero usato pallottole di gomma, lacrimogeni e manganelli contro i manifestanti – oggi si stanno registrando episodi di violenza da parte delle frange più estreme della protesta, che hanno cercato di dare alle fiamme il palazzo presidenziale insieme alla stazione della funivia di Chandragiri – a ovest di Kathmandu – e altri siti, tra cui un commissariato di polizia.
Roghi e altri atti di vandalismo hanno colpito anche il parlamento federale, la Corte suprema e la Corte speciale, i tribunali distrettuali, l’ufficio del procuratore generale, gli uffici delle entrate fondiarie e le abitazioni e gli uffici dei principali leader politici. Nel pomeriggio il primo ministro Sharma Oli ha presentato le proprie dimissioni per “consentire una soluzione politica” della crisi, così come ha spiegato. Prima di lui si erano già dimessi vari ministri a partire da quello dell’Interno nella serata di ieri.
Mentre le proteste non accennano a fermarsi, il presidente Ramchandra Paudel ha lanciato un appello alla calma “a tutte le parti”, invitandole a “sedersi a un tavolo e dialogare”.
In una nota sono intervenute anche le Forze armate, con un invito a tutta la cittadinanza “a dar prova di moderazione”. “Profondo dolore” è stato espresso per le vittime di ieri, evidenziando che “è nostra responsabilità comune prevenire un’ulteriore escalation”.
La ‘Gen Z’, composta dagli under 26 che rappresentano quasi la metà della popolazione del Paese, contesta tuttavia corruzione diffusa e mancanza di libertà fondamentali e invoca le dimissioni totali dei vertici istituzionali.
(Foto da X)
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)