Dermatite atopica, lebrikizumab efficace a 16 settimane


Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, il trattamento con lebrikizumab è risultato efficace e sicuro dopo 16 settimane

dermatite atopica psoriasi

Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, il trattamento con lebrikizumab è risultato efficace e sicuro dopo 16 settimane, secondo i dati real-world di un’analisi iniziale del registro BIOREP della Repubblica Ceca pubblicati sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology.

«Lebrikizumab, un anticorpo anti-interleuchina-13 per la dermatite atopica si è dimostrato efficace e sicuro negli studi clinici, ma i dati real-world rimangono limitati» hanno scritto gli autori guidati da Filip Rob del Dipartimento di Dermatovenereologia dell’Ospedale Universitario Bulovka di Praga, Repubblica Ceca. «Questa analisi ne ha valutato l’efficacia e la sicurezza nell’arco di 24 settimane nei pazienti del registro BIOREP ceco».

Valutazione di lebrikizumab nella reale pratica clinica
I ricercatori hanno preso in esame specificamente pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, i quali hanno iniziato la terapia con lebrikizumab tra settembre e dicembre 2024. Tra i 181 soggetti inizialmente identificati, 171 hanno completato almeno una singola visita di follow-up alla sedicesima settimana e il 46,4% è tornato per una seconda visita di follow-up alla ventiquattresima settimana.

Sono stati valutati anche diversi sottogruppi, tra cui:

  • una coorte di pazienti naïve al trattamento [n=105, Eczema Area and Severity Index (EASI) basale medio 29,8]
  • i soggetti con precedente fallimento del trattamento con dupilumab, inclusi i non-responder primari e secondari (n=35, EASI medio basale 24,5, durata media del precedente trattamento con dupilumab 17 mesi, range 4-56)
  • i pazienti che avevano precedentemente fallito la terapia con JAK inibitori (n=44, EASI basale medio 27,5).

In termini di esiti relativi al prurito, solo i soggetti con un punteggio Itch NRS ≥4 al basale sono stati valutati per una riduzione clinicamente significativa di almeno 4 punti. Durante lo studio era consentito l’utilizzo di emollienti e altri trattamenti topici.

Lebrikizumab maggiormente efficace sui pazienti naïve al trattamento
Dopo 16 settimane il 63,7% dei partecipanti è stato in grado di ottenere una riduzione di almeno il 75% rispetto al basale nel punteggio EASI (risposta EASI 75), con percentuali significativamente più elevate nella coorte naïve al trattamento rispetto a soggetti classificati come non-responder a dupilumab (rispettivamente 69,5% vs 48,6%, P<0,05) e numericamente più elevate, anche se in misura non significativa, in confronto ai pazienti che avevano fallito la terapia con JAK inibitori (rispettivamente 69,5% vs 54,5%, P=0,09).

La risposta EASI 90 con lebrikizumab alla settimana 16 è stata raggiunta dal 34,5% di tutti i partecipanti allo studio, con tassi di risposta più elevati nei pazienti naïve al trattamento rispetto ai non-responder a dupilumab (rispettivamente 41,9% vs 22,9%, P<0,05).

In termini di miglioramento del prurito, il 51,6% dei pazienti ha ottenuto una riduzione di almeno 4 punti nella scala NRS del prurito, con percentuali più elevate nella coorte naïve al trattamento rispetto ai non-responder a dupilumab (60,0% vs 26,7%, P<0,01) e risultati numericamente superiori, anche se in misura non significativa, in confronto alla coorte con fallimento dei JAK inibitori (60,0% vs43,9%, P=0,09).

Nell’analisi di sicurezza il 13,8% dei partecipanti ha riferito di aver avuto almeno un singolo evento avverso emergente dal trattamento (TEAE) durante il periodo di valutazione, nessuno dei quali è stato classificato come grave.

L’effetto collaterale più segnalato è stata la congiuntivite (10,5%) e nessun altro TEAE individuale si è verificato in più del 2% dei partecipanti. Nel corso di 16 settimane, 14 soggetti (7,7%) hanno deciso di interrompere il trattamento con lebrikizumab, in particolare 5 per mancanza di efficacia, 7 per TEAE e 2 su richiesta del paziente. Entro il follow-up di 24 settimane, su 84 pazienti, altri 4 hanno interrotto il trattamento a causa di un’efficacia insufficiente.

«I risultati preliminari dell’analisi iniziale a 16 settimane, basata su un campione di piccole dimensioni, potrebbero suggerire una considerevole riduzione dell’efficacia nei pazienti che hanno precedentemente sperimentato un fallimento del trattamento con dupilumab, rispetto a quelli naïve alla target therapy» hanno concluso i ricercatori.

Referenze

Rob F et al. Efficacy and safety of lebrikizumab in atopic dermatitis over 24 weeks: An analysis from the BIOREP registry. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2025 Aug 13. 

Leggi