Diversi fattori possono aumentare il rischio di colite microscopica (CM), e oggi grazie a una revisione sistematica e meta analisi pubblicata sul Journal of Gastroenterology and Hepatology, sono stati identificati
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Diversi fattori possono aumentare il rischio di colite microscopica (CM), e oggi grazie a una revisione sistematica e meta analisi pubblicata sul Journal of Gastroenterology and Hepatology, sono stati identificati. Spiccano in lista uso di FANS, statine, inibitori di pompa protonica (PPI) e fumo.
Colite microscopica: necessità di diagnosi precoce
La colite microscopica (CM) ha un’incidenza di circa 11,4 casi ogni 100.000 persone/anno. Si tratta di un’infiammazione cronica del colon, caratterizzata principalmente da diarrea acquosa persistente, che compromette in modo significativo la qualità della vita.
In base alle caratteristiche istopatologiche, si distinguono tre sottotipi: colite collagena (CC), colite linfocitica (CL) e colite microscopica incompleta (iCM). La diagnosi richiede medici di base adeguatamente formati, gastroenterologi con competenze endoscopiche e patologi aggiornati, motivo per cui è probabile una sottostima dei casi.
Diversi fattori di rischio per la CM sono stati descritti, ma i risultati rimangono spesso contraddittori. La maggior parte dei nuovi casi è riportata nella popolazione anziana ed è una delle cause organiche più comuni di diarrea acquosa in questa fascia di età; tuttavia, circa un quarto dei pazienti riceve la diagnosi prima dei 45 anni. Inoltre, sebbene la CM sia più frequente nelle donne (rapporto complessivo 3:1), dopo gli 80 anni l’incidenza maschile supera quella femminile, in particolare per la CL.
L’obesità, pur promuovendo infiammazione cronica, disbiosi e disregolazione immunitaria, è stata associata paradossalmente a un rischio minore di CM, mentre un BMI inferiore a 30 sembrerebbe predittivo della malattia. Anche il consumo di alcol ha dato risultati discordanti: alcuni studi mostrano un aumento del rischio, altri non evidenziano associazioni significative. Più solida appare la correlazione con il fumo, sebbene recenti ricerche abbiano ridimensionato questo legame.
Altri fattori, come contraccettivi orali (OC) e terapia ormonale sostitutiva (HRT), hanno prodotto risultati contrastanti. Anche le meta-analisi che hanno indagato il ruolo di farmaci come FANS, statine o inibitori della pompa protonica (PPI) presentano limitazioni metodologiche: mancanza di protocolli registrati, parole chiave di ricerca inadeguate, sovrapposizione di popolazioni, strumenti obsoleti o assenza di valutazioni del rischio di bias. Inoltre, non sempre le analisi hanno distinto chiaramente tra controlli istopatologici e controlli di popolazione, nonostante la diagnosi di CM sia fondamentalmente istologica.
Alla luce di queste criticità, diventa fondamentale approfondire i fattori di rischio della colite microscopica per favorirne una diagnosi precoce e accurata, distinguendo tra controlli istopatologici e di popolazione e, ove possibile, differenziando i sottotipi di malattia. L’obiettivo primario di questo studio è stato valutare tali fattori di rischio, analizzando in modo separato i diversi sottotipi di CM rispetto a controlli distinti.
La diagnosi di colite microscopica è complessa, poiché richiede medici di base adeguatamente formati, gastroenterologi con competenze endoscopiche e patologi esperti. Inoltre, è probabile che i casi siano sottostimati a causa dell’aspetto istopatologico della malattia. Sebbene numerosi studi abbiano individuato potenziali fattori di rischio per MC, i risultati finora sono stati spesso inconsistenti.
Cosa emerge dall’analisi della letteratura
L’obiettivo di questa revisione sistematica con meta-analisi era valutare i fattori di rischio della MC per favorirne una diagnosi precoce, distinguendo tra controlli istopatologici e controlli di popolazione.
I ricercatori hanno analizzato i database Medline, Embase e Cochrane per la MC e i suoi tre sottotipi: colite collagena, colite linfocitica e MC incompleta. Sono stati inclusi dati provenienti da studi di coorte, caso-controllo e trasversali, comprendenti pazienti con MC e controlli con e senza esame istopatologico.
Dei 6.493 articoli individuati, 73 (per un totale di 63.000 pazienti con MC) sono risultati idonei all’analisi.
Il gruppo con MC aveva un’età media superiore di 5,93 anni rispetto al gruppo di controllo istologico, e il sesso femminile era associato a una maggiore probabilità di sviluppare la malattia (OR 1,48).
Rispetto ai controlli di popolazione, i partecipanti con consumo di alcol mostravano un rischio maggiore di MC (OR 1,64). I dati sul fumo risultavano variabili: l’astensione dal fumo riduceva il rischio (OR 0,52), mentre nei controlli casuali il fumo attuale raddoppiava la probabilità di sviluppare MC (OR 2,40), mentre il fumo pregresso non mostrava un’associazione significativa (OR 1,11). Nei controlli istologici, né il fumo attuale né quello passato risultavano associati a un rischio aumentato.
L’uso di PPI quadruplicava il rischio di MC (OR 4,31) e quello di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) lo triplicava (OR 3,30) rispetto ai controlli di popolazione, sebbene queste associazioni non fossero statisticamente significative nel confronto con i controlli istologici.
L’assunzione di FANS risultava associata a oltre il doppio del rischio di MC rispetto sia ai controlli istologici sia a quelli casuali (OR 2,57 e 2,56). Le statine raddoppiavano il rischio rispetto ai controlli istologici (OR 2,15), mentre non emergeva un’associazione significativa con i controlli di popolazione. Al contrario, l’uso di aspirina quadruplicava il rischio di MC nei pazienti rispetto ai controlli casuali (OR 4,24).
Gli autori evidenziano che tra i limiti della revisione figurano il basso numero di donne arruolate negli studi, la variabilità o l’assenza di una definizione univoca dei fattori di rischio, e l’impossibilità di effettuare un’ analisi multivariata aggregata.
In conclusione, questi dati confermano che età avanzata, sesso femminile, utilizzo di FANS e di statine rappresentano fattori di rischio clinicamente rilevanti e statisticamente significativi per la colite microscopica (CM), quando confrontati con controlli istologici. Al contrario, fumo attuale, consumo di alcol, pregressa appendicectomia, uso di IPP, SSRI, aspirina e benzodiazepine hanno mostrato un’associazione con la CM solo quando si utilizzavano controlli casuali di popolazione.
“Vorremmo aumentare la consapevolezza sui fattori di rischio della colite microscopica tra gastroenterologi, medici di base, endoscopisti e patologi,” hanno sottolineato gli autori dello studio. “È necessaria una collaborazione interdisciplinare e un’elevata qualità nelle procedure endoscopiche e istologiche per migliorare la diagnosi, riducendo visite inutili, interventi endoscopici e i relativi costi.”
Anett Rancz et al., Risk Factors for Microscopic Colitis: A Systematic Review and Meta-Analysis J Gastroenterol Hepatol. 2025 Jul 17.
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