Asma, quanto è utilizzata la terapia “MART” nella pratica clinica reale? Le risposte arrivano da una ricerca italiana
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Nonostante le raccomandazioni internazionali della Global Initiative for Asthma (GINA), che indicano la terapia MART (Maintenance and Reliever Therapy= terapia di mantenimento e al bisogno) come approccio preferenziale per il controllo dei sintomi e la prevenzione delle riacutizzazioni, i risultati della survey italiana “What About MART Posology” (WAMP), pubblicata su Pulmonary Therapy, mostrano differenze significative nella sua applicazione reale.
Pneumologi e allergologi, stando ai risultati, sembrano più allineati alle linee guida rispetto ai medici di base, ma persistono variabilità a livello prescrittivo.
Tali dati confermano la necessità di maggiore formazione e strategie condivise per ottimizzare la gestione dell’asma e migliorare gli outcome dei pazienti.
Obiettivi della survey
Come è noto, la gravità dell’asma, secondo le linee guida GINA, viene classificata in “lieve”, “moderata” e “severa” in base alla terapia necessaria per controllare i sintomi e prevenire le riacutizzazioni – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
L’asma moderato-severo, che rappresenta il 40-60% dei casi, è il più complesso da gestire, in quanto associato a frequenti riacutizzazioni e a costi sanitari elevati.
Il trattamento dell’asma moderato prevede l’impiego dei corticosteroidi inalatori (ICS) a basso-medio dosaggio in associazione con β2-agonisti a lunga durata (LABA), mentre l’asma severo richiede dosi elevate di ICS-LABA, eventualmente integrate con antagonisti muscarinici a lunga durata (LAMA).
Il gruppo GINA propone due strategie principali di trattamento: la MART, che utilizza ICS-formoterolo in un unico inalatore sia per la terapia di mantenimento sia per quella al bisogno, e la PRD (Proactive Regular Dosing), che combina ICS-LABA regolari con β2-agonisti a breve durata (SABA) per il sollievo dei sintomi.
Alcuni studi hanno dimostrato che la MART riduce maggiormente il rischio di riacutizzazioni e l’esposizione totale a ICS, grazie all’assunzione di corticosteroidi in ogni dose al bisogno. Per questo, dal 2019, il gruppo GINA raccomanda la MART come approccio preferenziale di trattamento rispetto alla PRD.
Ciò premesso – continuano i ricercatori – l’adozione di MART nella pratica clinica resta bassa e si registrano utilizzi impropri, con pazienti che associano ancora i SABA.
Per analizzare queste criticità, è stata progettata in Italia la survey WAMP, con lo scopo di valutare l’aderenza degli operatori sanitari alle linee guida, le preferenze terapeutiche, la percezione e l’impiego reale della terapia MART rispetto alla PRD.
Lo studio, inoltre, ha valutato il ruolo del SABA, la soddisfazione dei pazienti con i dispositivi inalatori, i fattori che influenzano l’aderenza e l’efficacia dell’educazione sul corretto impiego dell’inalatore e sulla gravità della malattia, al fine di individuare eventuali barriere e possibili soluzioni per ottimizzare la gestione dell’asma.
Disegno e risultati principali della survey
WAMP è stata un’indagine trasversale, condotta sul web, che ha coinvolto 1.000 operatori sanitari (HCPs) italiani e 400 pazienti con asma moderato-severo. Gli HCPs hanno risposto a domande riguardanti le preferenze terapeutiche, l’aderenza alle raccomandazioni GINA e l’implementazione della terapia MART. I pazienti hanno riportato, invece, i propri schemi terapeutici seguiti, l’impiego dell’inalatore e i comportamenti di aderenza al trattamento prescritto.
Dai risultati è emerso che la maggior parte degli operatori sanitari ha mostrato una buona conoscenza delle raccomandazioni GINA. Pneumologi (73,6%) e allergologi (62,0%) hanno riferito di preferire il track 1, mentre i medici di medicina generale (MMG) hanno mostrato una maggiore variabilità (55,1%). La maggior parte degli HCPs ha riportato l’impiego di corticosteroidi inalatori (ICS)–formoterolo, secondo l’approccio MART, per gestire l’asma moderato-severo.
I MMG hanno riferito che circa il 45,5% dei pazienti con asma moderato-severo trattati con terapia inalatoria ICS–formoterolo era stato sottoposto anche a prescrizione di β2-agonisti a breve durata d’azione (SABA).
Tra i pazienti, ICS–formoterolo è risultato il regime più riportato (59,7%), sebbene solo il 21,6% aderisse correttamente all’approccio MART.
La tripla terapia è stata preferita nei pazienti con riacutizzazioni ricorrenti, ma la sua adozione è risultata inferiore alle attese.
Riassumendo
I risultati della survey WAMP mostrano che gli operatori sanitari italiani conoscono bene la strategia terapeutica track 1 raccomandata dal gruppo GINA, con pneumologi e allergologi particolarmente aderenti a questa opzione terapeutica. La MART è ampiamente utilizzata, soprattutto dagli specialisti, confermandosi come approccio preferenziale per l’asma moderato–severo.
I medici di medicina generale, invece, tendono a prescrivere combinazioni ICS-LABA diverse dal formoterolo in un unico inalatore, un impiego off-label che non segue pienamente le linee guida e può ridurre l’efficacia della gestione dell’asma.
Anche i pazienti confermano la tendenza osservata per gli specialisti: l’ICS-formoterolo è il trattamento più prescritto e molti seguono correttamente il regime MART. Tuttavia, emerge una lacuna nell’educazione dei pazienti sulla doppia funzione della terapia e sui vantaggi dell’impiego di un unico inalatore.
Tali risultati, nel complesso, sottolineano la necessità di mettere a punto iniziative formative mirate sia per gli operatori sanitari sia per i pazienti, al fine di ottimizzare l’aderenza alle strategie basate sull’ evidenza scientifica e migliorare la gestione dell’asma.
Bibliografia
Braido F et al. Real-World Use of MART in Moderate–Severe Asthma: Results from the Italian WAMP Survey among Healthcare Professionals and Patients. Pulm Ther 11, 475–489 (2025). https://doi.org/10.1007/s41030-025-00310-5
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