Secondo i risultati di nuovi studi, recupero e mantenimento della remissione con upadacitinib nelle malattie infiammatorie croniche intestinali
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In uno studio prospettico multicentrico, la re-induzione con upadacitinib, inibitore selettivo di JAK1, alla dose di 45 mg una volta al giorno, ha permesso di recuperare la risposta clinica in oltre l’80% dei pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD) che avevano perso efficacia dopo riduzione del dosaggio. Il mantenimento stabile della remissione è risultato significativamente più efficace continuando con 45 mg rispetto alla riduzione a 30 mg (93,8 % vs 21,1 %, p<0,001), senza segnalazioni di eventi avversi gravi.
Metodologia e popolazione studiata
Lo studio di Agnes HY. Ho e colleghi ha incluso pazienti affetti da IBD – Crohn, colite ulcerosa, IBD-U e pazienti con pouch IPAA – trattati con upadacitinib tra aprile 2022 e novembre 2023 dopo risposta iniziale a induzione con 45 mg/die. Successivamente, a causa della perdita di risposta (LOR) dovuta alla riduzione del dosaggio a 30 mg o 15 mg, 46 pazienti sono stati sottoposti a reinduzione con 45 mg/die. I dati clinici, biochimici, radiologici ed endoscopici sono stati raccolti e valutati con analisi comparative e curve di sopravvivenza Kaplan-Meier.
Efficacia della reinduction e mantenimento ad alto dosaggio
Su 181 pazienti inizialmente rispondenti, 46 con perdita di risposta hanno ricevuto ri-induzione. La remissione clinica è stata ripristinata nel 80,4 % dei casi con somministrazione di 45 mg/die per una durata mediana di 13 (IQR 8–36) settimane. Tra coloro che hanno recuperato la risposta, 19 hanno ridotto nuovamente il dosaggio. Nel successivo follow-up mediano di 40 settimane, la remissione è stata mantenuta nel 93,8 % dei pazienti che hanno proseguito con 45 mg/die, rispetto al solo 21,1 % di chi ha ridotto a 30 mg (p < 0,001). Non sono stati identificati predittori clinici (come estensione o durata della malattia) in grado di influenzare il recupero della risposta.
Sicurezza e tollerabilità
L’evento avverso più frequente è stato l’acne o rosacea, senza segnalazioni di eventi avversi gravi. Questi dati confermano un profilo di sicurezza favorevole di upadacitinib anche a dose elevata, in linea con osservazioni precedenti.
Meccanismo d’azione del farmaco e contesto clinico
Upadacitinib è un inibitore orale di seconda generazione della Janus chinasi con alta selettività verso JAK1, rispetto a JAK2, JAK3 e TYK2. Bloccando il pathway JAK-STAT, interferisce con la trasduzione di segnali di citochine infiammatorie (come interferone-γ, interleuchine), modulando significativamente la risposta immunitaria e infiammatoria nella IBD.
Studi clinici di fase III hanno già dimostrato l’efficacia di 45 mg/die per induzione e l’utilità di dosi di mantenimento a 15 o 30 mg/die nel promuovere remissione clinica e endoscopica fino a 52 settimane. Questi risultati sono confermati da evidenze real-world, che testimoniano efficacia anche in pazienti refrattari e con precedente esposizione ad altri JAK-inib.
Bibliografia
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