Incretine per l’obesità: gestire gli effetti avversi è possibile


Nuovo studio approfondisce le strategie per gestire gli eventi avversi associati ai farmaci incretino-mimetici utilizzati nella cura dell’obesità

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Pubblicato recentemente sul Journal of the American Medical Association (JAMA) un articolo a firma di Robert F. KushnerJaime P. Almandoz e Domenica M. Rubino dal titolo Managing Adverse Effects of Incretin-Based Medications for Obesity che approfondisce le strategie per gestire gli eventi avversi associati ai farmaci incretino-mimetici utilizzati nella cura dell’obesità.

I farmaci agonisti del recettore GLP-1 e duali GIP/GLP-1, come semaglutide e tirzepatide, hanno trasformato il trattamento dell’obesità e delle sue comorbidità, come diabete tipo 2, dislipidemia e apnee ostruttive del sonno. Entrambi agiscono mimando ormoni intestinali incretinici: semaglutide stimola il recettore del GLP-1, rallentando lo svuotamento gastrico, promuovendo la sazietà e stimolando la secrezione insulinica; tirzepatide combina l’attività su GLP-1 e GIP, con un’efficacia potenzialmente superiore nel controllo metabolico e nella riduzione del peso.

Nonostante l’efficacia, questi farmaci sono associati a effetti indesiderati gastrointestinali, generalmente lievi o moderati ma potenzialmente impattanti sull’aderenza terapeutica. Nausea (33-44%), diarrea (23-31%), vomito (11-25%), costipazione (17-23%) e dispepsia (9-10%) sono le manifestazioni più comuni, solitamente emergenti nelle prime 48 ore dall’inizio del trattamento o all’aumento della dose. Per ridurre tali eventi, è raccomandata una titolazione graduale: semaglutide da 0,25 a 2,4 mg/settimana; tirzepatide da 2,5 a 15 mg/settimana. In caso di intolleranza persistente, è indicato rallentare la progressione, ridurre il dosaggio o sospendere temporaneamente la terapia.

Misure comportamentali come pasti più piccoli e frequenti, lenta masticazione e limitazione di alcolici e cibi grassi possono ridurre la nausea. In casi severi, antiemetici possono essere utili. Dispepsia e costipazione possono essere trattate rispettivamente con inibitori di pompa protonica o H2 antagonisti e con una corretta idratazione, apporto di fibre o lassativi, in base al quadro clinico.

Supporto nutrizionale e valutazione funzionale
L’effetto anoressizzante delle incretine può condurre a riduzioni significative dell’appetito e, in alcuni casi, a un apporto nutrizionale inadeguato. È quindi cruciale orientare i pazienti verso una dieta qualitativamente equilibrata piuttosto che focalizzarsi solo sulla restrizione calorica. Si raccomanda l’assunzione di proteine magre (pesce, legumi, latticini magri), grassi insaturi (olio d’oliva, avocado, frutta secca), verdure, frutta e cereali integrali.

L’attività fisica, sia aerobica che di resistenza, gioca un ruolo essenziale nel mantenimento della massa muscolare e della salute ossea durante il calo ponderale. La valutazione funzionale dovrebbe includere test semplici come il “sit-to-stand” e la misurazione della forza con dinamometro. In presenza di sarcopenia o rischio aumentato (es. età >65 anni), si consiglia un apporto proteico minimo di 1,3 g/kg/die e l’introduzione di esercizi di resistenza almeno due volte a settimana.

Monitoraggio a lungo termine e interruzioni della terapia
Gli studi clinici di fase 3 indicano una perdita di peso media del 15% con semaglutide e del 21% con tirzepatide. Tuttavia, le risposte sono eterogenee e richiedono un monitoraggio costante di parametri come percentuale di calo ponderale, circonferenza vita, assetto metabolico e stato psicologico. Una perdita di peso >5% al mese o <5% dopo 3 mesi merita approfondimento.

Eventuali sospensioni, ad esempio per interventi chirurgici in anestesia generale, richiedono una ripresa cauta con dosi iniziali più basse. L’interruzione prolungata della terapia può determinare ripresa del peso (fino a due terzi del calo ottenuto) e peggioramento di comorbidità. In assenza di linee guida consolidate per la gestione cronica, è necessario adottare strategie flessibili: riduzione della frequenza di somministrazione, cambio molecola, o intensificazione delle misure non farmacologiche. Il percorso terapeutico deve basarsi su una decisione condivisa tra medico e paziente.

Verso un trattamento sostenibile e personalizzato
La gestione ottimale dell’obesità con farmaci incretino-mimetici richiede un approccio integrato: personalizzazione del dosaggio, monitoraggio clinico regolare, interventi sullo stile di vita e coinvolgimento multidisciplinare. Il bilanciamento tra efficacia e tollerabilità è la chiave per mantenere i risultati nel tempo e migliorare la qualità di vita del paziente.

Bibliografia
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