Novartis ha annunciato che i due studi registrativi di fase III sul nuovo anticorpo monoclonale ianalumab hanno raggiunto l’endpoint primario nell’attività di malattia nella sindrome di Sjögren attiva
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Novartis ha annunciato che i due studi registrativi di fase III sul nuovo anticorpo monoclonale ianalumab (noto anche come VAY736), acquisito tramite l’acquisizione di MorphoSys, hanno raggiunto l’endpoint primario, mostrando una riduzione significativa dell’attività di malattia nella sindrome di Sjögren attiva.
Lo studio NEPTUNUS-1 ha coinvolto 275 pazienti, randomizzati tra somministrazione sottocutanea mensile di ianalumab e placebo per una durata di 52 settimane; NEPTUNUS-2 ha arruolato 504 partecipanti, distribuiti tra dosaggio mensile, trimestrale o placebo, sempre per un periodo fino a 52 settimane.
In entrambi gli studi, l’anticorpo ha prodotto un miglioramento statisticamente significativo dell’attività sistemica di malattia, misurata tramite l’indice ESSDAI (EULAR Sjögren’s Syndrome Disease Activity Index) rispetto al placebo.
Meccanismo d’azione e tollerabilità
Ianalumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che agisce su due fronti: induce una deplezione dei linfociti B attraverso la citotossicità cellulare dipendente da anticorpi (ADCC) e blocca il recettore BAFF-R, disturbando i segnali essenziali per la sopravvivenza e la funzione dei linfociti B.
Questo duplice meccanismo rappresenta un’evoluzione rispetto ai primi approcci biologici diretti ai linfociti B. È emerso inoltre un profilo di sicurezza favorevole nei pazienti con sindrome di Sjögren.
Contesto clinico e prospettive future
La sindrome di Sjögren costituisce una malattia autoimmune cronica sistemica che colpisce principalmente le ghiandole esocrine, determinando secchezza oculare e orale in oltre il 90% dei pazienti, e può manifestarsi con coinvolgimento extraghiandolare in 30–40% dei casi, aumentando il rischio di linfoma.
Attualmente non esistono terapie sistemiche approvate, e la gestione è limitata a trattamenti sintomatici, evidenziando un forte bisogno clinico insoddisfatto.
Novartis prevede di presentare i dati completi di NEPTUNUS-1 e -2 a imminenti congressi medici e di proporre ianalumab alle autorità regolatorie a livello globale; in USA, il farmaco ha già ricevuto la designazione Fast Track dalla Fda.
L’anticorpo è al momento in studio anche per altre malattie autoimmuni B-cell-dipendenti, come porpora trombocitopenica autoimmune, LES, nefrite lupica, anemie emolitiche autoimmuni calde e sclerosi sistemica cutanea diffusa.
Prospettive future
L’approdo di ianalumab (VAY736) come potenziale primo trattamento mirato per la sindrome di Sjögren rappresenterebbe un cambio di paradigma nella cura della malattia. Il profilo di efficacia e tollerabilità emerso apre la strada all’approvazione regolatoria e a future espansioni terapeutiche in altre patologie autoimmuni. Il progresso dipenderà anche dalla presentazione dei dati completi e dalle interazioni con le agenzie sanitarie globali per confermare la sua rilevanza clinica.
Bibliografia
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