La salma di Luca Sinigaglia, l’alpinista morto in Kirghizistan, non sarà recuperata


Niente volo di soccorso, fine delle speranze di riportare in Italia la salma di Luca Sinigaglia, l’alpinista deceduto a 6.800 metri sul Podeba Peak, in Kirghizistan

luca sinigaglia

Niente volo di soccorso, fine delle speranze di riportare in Italia la salma di Luca Sinigaglia, l’alpinista deceduto a 6.800 metri sul Podeba Peak, in Kirghizistan, nel tentativo di aiutare la collega in difficoltà Natalia Nagovistsyna, di cui pure, pochi giorni dopo, si sono perse le tracce. Il ministero delle emergenze del Kirghizistan ha infatti ritirato l’autorizzazione al volo alla squadra incaricata di rintracciare Nagovitsyna, dichiarata morta questa mattina, e del recupero del colpo di Luca Sinigaglia.

LA DOPPIA TRAGEDIA A 7 MILA METRI DI QUOTA

L’alpinista 49enne di Melzo è morto il giorno di ferragosto, colpito da edema cerebrale, nel tentativo di portare in salvo la collega russa Natalia Nagovitsyna, 47 anni originaria della regione di Perm, che da alcuni giorni era bloccata con una gamba fratturata a 7.000 metri sul Pik Pobeda, vetta del Kirghizistan ai confini con la Cina.

I SOCCORRITORI, CHI SONO

La squadra di recupero, composta dai capitani piloti Manuel Munari, Marco Sottile e della guida alpina Michele Cucchi, dopo diverse riunioni tecniche, aveva ottenuto solo ieri il permesso di volo: visto il repentino dietrofront delle autorità kirghise i tre soccorritori rientreranno a Bishek per fare ritorno in Italia. Erano arrivati in Kirghizistan lo scorso 21 agosto.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)