Eli Lilly annuncia partnership con l’azienda Gate Bioscience


Eli Lilly ha annunciato una collaborazione con la biotech californiana Gate Bioscience, con l’obiettivo di sviluppare una classe emergente di molecole terapeutiche

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Eli Lilly ha annunciato una collaborazione con la biotech californiana Gate Bioscience, con l’obiettivo di sviluppare una classe emergente di molecole terapeutiche chiamate “molecular gates”. L’accordo, il cui valore complessivo potrà raggiungere gli 856 milioni di dollari, prevede un pagamento iniziale non specificato, un investimento in equity, milestone legate allo sviluppo clinico, regolatorio e commerciale, nonché royalties progressive sulle vendite globali.

La partnership non ha ancora rivelato gli ambiti terapeutici precisi né i bersagli molecolari coinvolti, ma si concentrerà sull’individuazione di proteine patologiche note per essere difficili da modulare con approcci convenzionali. Le malattie su cui si lavorerà saranno selezionate in base all’elevato bisogno terapeutico insoddisfatto, come specificato nel comunicato ufficiale congiunto.

Il meccanismo innovativo delle “molecular gates”
Alla base della collaborazione vi è la tecnologia sviluppata da Gate Bioscience, azienda fondata nel 2021 e uscita dallo stato di “stealth mode” nel 2023 grazie a un finanziamento iniziale di 60 milioni di dollari proveniente da investitori come Versant Ventures e a16z Bio + Health.

Le “molecular gates” sono piccole molecole capaci di interferire selettivamente con il traffico intracellulare di proteine patogene. In particolare, il loro meccanismo d’azione si fonda sull’inibizione del passaggio di specifiche proteine attraverso il reticolo endoplasmatico, organello cruciale nella sintesi e nel trasporto delle proteine destinate alla secrezione extracellulare.

Bloccando questo passaggio, i composti impediscono l’esportazione di proteine che possono contribuire all’insorgenza o alla progressione di patologie, lasciandole intrappolate all’interno della cellula. Questa strategia rappresenta un’alternativa potenzialmente rivoluzionaria rispetto ai tradizionali inibitori enzimatici o anticorpi monoclonali, che spesso non riescono a colpire proteine intracellulari o undruggable targets.

Secondo Gate Bioscience, i “molecular gates” offrono ulteriori vantaggi clinici: sono somministrabili per via orale e possiedono la capacità di attraversare la barriera ematoencefalica, rendendoli candidati promettenti anche per il trattamento di patologie neurologiche.

Lilly accelera l’innovazione con una serie di acquisizioni mirate
La collaborazione con Gate Bioscience si inserisce in una strategia più ampia di espansione e diversificazione della pipeline da parte di Eli Lilly, che negli ultimi mesi ha concluso numerosi accordi mirati.

Nel solo mese di giugno 2025, Lilly ha stretto un’intesa con la svedese Camurus per sviluppare farmaci contro l’obesità a lunga durata d’azione, con un investimento potenziale di 870 milioni di dollari. A seguire, ha siglato una collaborazione da 650 milioni con Juvena Therapeutics per identificare molecole atte a preservare la massa muscolare, una necessità sempre più sentita nei pazienti che assumono terapie anti-obesità.

Infine, Lilly ha completato l’acquisizione della biotech Verve Therapeutics per 1,3 miliardi di dollari. Questa operazione ruota attorno a VERVE-102, una terapia genica sperimentale per la malattia cardiovascolare aterosclerotica. Secondo quanto riportato, l’accordo prevede un “contingent value right” che attiverà un pagamento ai soci di Verve al momento del trattamento del primo paziente.

Le prospettive di una tecnologia ancora tutta da esplorare
La collaborazione con Gate Bioscience segna il primo accordo pubblico per la giovane startup, la cui pipeline interna non è ancora stata resa nota. Tuttavia, il coinvolgimento di un colosso come Eli Lilly sottolinea il potenziale trasformativo delle “molecular gates” nel panorama delle terapie di precisione.

Il concetto di intervenire selettivamente sul traffico intracellulare delle proteine rappresenta un territorio ancora poco esplorato ma ad alto potenziale, soprattutto per affrontare target oggi considerati non modulabili con gli strumenti terapeutici tradizionali. Se i primi risultati dovessero confermare le premesse, si aprirebbero nuove possibilità anche per il trattamento di malattie neurologiche, oncologiche e autoimmuni, dove l’inibizione selettiva della secrezione proteica potrebbe ridurre in modo mirato l’attività patologica senza compromettere la fisiologia cellulare generale.

Come ha sottolineato Gate Bioscience nel comunicato ufficiale, “la nostra tecnologia si propone di cambiare radicalmente il modo in cui vengono trattate le malattie causate da proteine aberranti. Crediamo che questa collaborazione con Eli Lilly accelererà in modo significativo l’applicazione clinica delle molecular gates.”

Bibliografia
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