Dermatite atopica: benefici da dosaggio su misura di upadacitinib


Dermatite atopica: un approccio terapeutico flessibile, basato sull’obiettivo clinico, può migliorare sensibilmente il benessere soggettivo dei pazienti, mantenendo al contempo il controllo dei sintomi cutanei

Negli adulti affetti da dermatite atopica da moderata a grave l'anticorpo monoclonale sperimentale amlitelimab ha migliorato significativamente i segni e i sintomi della malattia

Al Congresso ICD 2025 sono stati presentati i risultati dello studio FLEX UP, un trial di fase 3b/4 che ha valutato gli effetti della modulazione del dosaggio di upadacitinib (UPA) — un inibitore orale selettivo delle Janus chinasi (JAK) — sulla qualità di vita nei pazienti adulti affetti da dermatite atopica (AD) moderata-severa. Lo studio ha dimostrato come un approccio terapeutico flessibile, basato sull’obiettivo clinico, possa migliorare sensibilmente il benessere soggettivo dei pazienti, mantenendo al contempo il controllo dei sintomi cutanei.

Qualità di vita e dermatite atopica: una sfida clinica centrale
La dermatite atopica è una patologia infiammatoria cronica che influisce in maniera significativa sulla qualità della vita, compromettendo il sonno, l’equilibrio emotivo e il funzionamento quotidiano. In questo contesto, upadacitinib ha già mostrato efficacia sia in studi clinici sia nel contesto reale. Tuttavia, mancavano dati specifici sull’effetto di variazioni nel dosaggio del farmaco, specialmente in relazione alla percezione soggettiva dei pazienti.

Trattamento personalizzato e adattamento del dosaggio
Lo studio FLEX UP ha coinvolto 461 pazienti adulti con dermatite atopica moderata-severa, randomizzati a ricevere 15 mg o 30 mg di upadacitinib una volta al giorno. Dopo 12 settimane di trattamento iniziale, i pazienti che non avevano raggiunto almeno il 90% di miglioramento dell’indice EASI (EASI90) sono passati da 15 mg a 30 mg (gruppo UPA15/30 mg), mentre quelli che avevano ottenuto EASI90 con 30 mg hanno proseguito il trattamento con una dose ridotta a 15 mg (gruppo UPA30/15 mg). Il follow-up è proseguito fino alla 24ª settimana.

Miglioramento della qualità di vita con entrambe le strategie
I dati raccolti hanno mostrato che, tra i pazienti che sono passati da 15 mg a 30 mg (UPA15/30 mg), il 10,1% riportava un impatto nullo sulla qualità della vita (secondo il punteggio DLQI 0/1) alla settimana 12, valore che saliva al 24,0% alla settimana 24. Nei pazienti che hanno invece ridotto la dose da 30 mg a 15 mg (UPA30/15 mg), la percentuale era inizialmente più alta (51,2%) ma si riduceva lievemente al 35,4% alla settimana 24.

Un dato particolarmente rilevante è che i pazienti che hanno raggiunto EASI90 alla settimana 24 presentavano, in entrambi i gruppi, una qualità di vita significativamente migliore rispetto ai non responder: il 41,3% dei responder del gruppo UPA15/30 mg e il 50,6% dei responder del gruppo UPA30/15 mg riportavano DLQI 0/1, contro appena il 7,6% e il 2,5% dei non responder, rispettivamente.

Anche l’indice POEM (Patient-Oriented Eczema Measure), che valuta la severità soggettiva dei sintomi, ha mostrato tendenze simili. Tra i pazienti del gruppo UPA15/30 mg, solo il 7,8% aveva sintomi assenti o quasi assenti (POEM ≤2) alla settimana 12, ma questa percentuale saliva al 20% alla settimana 24. Nel gruppo UPA30/15 mg, le percentuali erano inizialmente più elevate (40,3%) e si attestavano al 27,6% alla fine dello studio.

Il benessere soggettivo è stato confermato anche dall’Atopic Dermatitis Impact Scale (ADerm-IS), che ha valutato l’impatto sul sonno e sullo stato emotivo. I pazienti che hanno aumentato la dose hanno mostrato un miglioramento nel tempo: il 33,3% riportava un impatto minimo sul sonno alla settimana 12, salito al 58,5% alla settimana 24. Per quanto riguarda lo stato emotivo, il miglioramento è passato dal 30,7% al 37,9%. I pazienti che hanno ridotto la dose da 30 a 15 mg partivano da una situazione più favorevole: alla settimana 12, il 72% riferiva un sonno poco disturbato e il 61,3% un basso impatto emotivo. Questi valori sono leggermente calati nel tempo, ma restavano elevati alla settimana 24 (67,9% per il sonno e 50,7% per l’emotività).

Efficacia e adattabilità nel trattamento della dermatite atopica
Lo studio FLEX UP dimostra che la modulazione del dosaggio di upadacitinib può essere una strategia efficace e sicura nella gestione della dermatite atopica moderata-severa. L’escalation da 15 a 30 mg si associa a un miglioramento significativo della qualità di vita nei pazienti che non rispondono adeguatamente alla dose più bassa, mentre la riduzione della dose nei responder permette di mantenere benefici clinici e soggettivi, con un potenziale vantaggio in termini di tollerabilità a lungo termine.

Il raggiungimento di EASI90 si conferma come un obiettivo fondamentale, in quanto fortemente correlato a un miglioramento della qualità di vita percepita. Questi dati rafforzano l’idea che l’approccio “treat-to-target”, già consolidato in altre malattie infiammatorie croniche, possa rappresentare una valida strategia anche nella dermatite atopica, offrendo un trattamento più personalizzato, efficace e centrato sul paziente.

Shams K et al., effects of upadacitinib dose escalation & reduction on patient-reported quality of life in moderate-to-severe atopic dermatitis: results from the randomized, treat-to-target, phase 3b/4 flex up study, ICD2025