Acido bempedoico nella gestione della dislipidemia ad alto rischio: dati real-world campani dimostrano che la cura centra obiettivi terapeutici
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Uno studio, pubblicato di recente sul “Journal of Clinical Medicine”, ha evidenziato come l’impiego dell’acido bempedoico in pazienti affetti da dislipidemia abbia consentito di raggiungere gli obiettivi terapeutici di LDL-c in oltre metà dei casi, con elevata tollerabilità e buona persistenza al trattamento. Inoltre, è stata eseguita un’analisi farmacoeconomica esplorativa.
L’indagine, condotta da un gruppo di cardiologi italiani coordinati da Vincenzo Russo dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Ospedale Monaldi di Napoli, ha coinvolto cinque ambulatori specialistici del capoluogo campano.
Impostazione dello studio e caratteristiche dei pazienti
Da settembre a dicembre 2023, sono stati arruolati prospetticamente 111 soggetti in modo consecutivo con diagnosi di dislipidemia, i quali avevano iniziato una terapia ipolipemizzante a base di acido bempedoico alla dose di 180 mg, in monoterapia o in associazione con ezetimibe 10 mg.
All’inizio del trattamento, il 70,3% dei pazienti risultava già in terapia con la massima dose tollerata di statina associata a ezetimibe, il 16,2% solo con ezetimibe, mentre il restante 13,5% era in trattamento con inibitori della PCSK9 per documentata intolleranza alle statine.
L’età media era pari a 65 ± 9 anni e il 61% dei soggetti era di sesso maschile. I dati clinici e laboratoristici — comprensivi di profilo lipidico, funzione epatica e livelli di creatinfosfochinasi — sono stati raccolti al momento dell’inizio della terapia e a distanza di almeno un mese tramite visite programmate e monitoraggio digitale.
Profilo di sicurezza favorevole, alta adesione alla terapia
L’introduzione dell’acido bempedoico ha determinato una riduzione significativa dei livelli plasmatici di LDL-c (da 89,9 ± 33,0 mg/dL a 56 ± 27,6 mg/dL; p < 0,0001).
In particolare, il 46% dei pazienti ha raggiunto gli obiettivi terapeutici, con una riduzione media pari al 28% nei soggetti già in terapia con la massima dose tollerata di statina associata a ezetimibe e del 45% nei pazienti intolleranti alle statine.
La tollerabilità al farmaco si è rivelata elevata: effetti collaterali, tutti reversibili, sono stati registrati nel 10% dei casi. Il tasso di aderenza alla terapia è stato del 99%, mentre la persistenza si è attestata al 90%.
Considerazioni farmacoeconomiche
«Nel contesto ambulatoriale osservato, l’acido bempedoico è stato prevalentemente prescritto a pazienti con dislipidemia ad alto rischio cardiovascolare che non avevano raggiunto il target terapeutico di LDL-c nonostante l’impiego della massima dose tollerata di statine in associazione a ezetimibe, e a circa un terzo dei soggetti arruolati con documentata intolleranza alle statine», scrivono gli autori nelle conclusioni.
«Complessivamente, il 54% dei pazienti trattati ha raggiunto l’obiettivo terapeutico di LDL-c», sottolineano Russo e colleghi.
«L’inclusione dell’acido bempedoico come step preliminare prima di ricorrere a farmaci ipolipemizzanti più costosi ha evidenziato un potenziale risparmio economico del 33,4%», concludono i ricercatori.
Bibliografia:
Russo V, Ratti G, Parrella A, et al. Clinical Utilization and Performance of Bempedoic Acid in an Italian Real-World Setting: Insight from Campania Region. J Clin Med. 2025;14(6):1839. doi: 10.3390/jcm14061839. leggi