Semaglutide, un agonista del recettore del GLP-1 approvato per il trattamento del diabete di tipo 2 e per la gestione del peso corporeo, mostra potenziali effetti terapeutici anche sull’insufficienza cardiaca
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Semaglutide, un agonista del recettore del GLP-1 approvato per il trattamento del diabete di tipo 2 e per la gestione del peso corporeo, mostra potenziali effetti terapeutici anche sull’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF).
In uno studio sperimentale presentato al congresso “Basic Cardiovascular Sciences Scientific Sessions 2025” dell’American Heart Association, un team di ricercatori guidato da Mahmoud Elbatreek ha evidenziato che dosi ridotte del farmaco, somministrate in assenza di calo ponderale, migliorano significativamente la funzionalità cardiaca e vascolare in modelli animali che riproducono le caratteristiche cliniche della HFpEF.
L’HFpEF, caratterizzata da una compromissione della fase diastolica del cuore – ovvero l’incapacità del ventricolo sinistro di rilassarsi e riempirsi adeguatamente – rappresenta circa il 50% dei casi di scompenso cardiaco. È una forma in crescente diffusione, favorita dall’invecchiamento della popolazione e dalla prevalenza di comorbidità come ipertensione, diabete di tipo 2 e obesità.
Benefici indipendenti dalla perdita di peso
Il ruolo terapeutico del semaglutide nella HFpEF era stato già esplorato nello studio clinico STEP-HFpEF, pubblicato nel 2023, dove l’impiego settimanale del farmaco a dosaggio standard in persone obese aveva migliorato sintomi, capacità di esercizio e qualità della vita. Tuttavia, restava aperta una domanda fondamentale: questi benefici derivavano esclusivamente dalla perdita di peso o erano imputabili anche a un’azione diretta del farmaco su cuore e vasi?
Per rispondere a questo quesito, Elbatreek e colleghi hanno utilizzato due modelli animali – ratti geneticamente predisposti all’obesità e suini sottoposti a dieta ipercalorica e ipersodica per indurre ipertensione – trattati con semaglutide a basse dosi (8–30 nmol/kg) o placebo per un periodo di 12-16 settimane. La somministrazione, effettuata due volte a settimana per via sottocutanea, aveva l’obiettivo di isolare gli effetti non correlati al calo ponderale.
I risultati sono stati sorprendenti: pur in assenza di variazioni significative di peso, gli animali trattati con semaglutide mostravano un aumento della capacità di esercizio (+58%), un miglioramento della funzione diastolica ventricolare (+61%), una riduzione della fibrosi cardiaca (-37%), della steatosi miocardica ed epatica (rispettivamente -65% e -42%), e un netto miglioramento della funzione vascolare (+52%).
Un nuovo scenario terapeutico per la HFpEF
Secondo Elbatreek, questi dati suggeriscono che il semaglutide potrebbe offrire benefici anche a pazienti non obesi o che non tollerano i dosaggi più elevati del farmaco, noti per provocare effetti gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. “La scoperta più entusiasmante – ha affermato – è che il farmaco esercita numerosi effetti positivi diretti sul cuore e sui vasi sanguigni, indipendentemente dalla perdita di peso”.
Il meccanismo d’azione di semaglutide si basa sulla sua capacità di mimare l’azione del peptide-1 glucagone-simile (GLP-1), un ormone intestinale che stimola la secrezione insulinica e rallenta lo svuotamento gastrico. A livello cardiovascolare, l’agonismo sul recettore GLP-1 sembra avere effetti pleiotropici benefici, tra cui la riduzione dell’infiammazione, il miglioramento della funzione endoteliale e la protezione miocardica.
Amanda Vest, membro del comitato scientifico dell’American Heart Association e responsabile della sezione di scompenso cardiaco alla Cleveland Clinic, ha sottolineato come questi risultati differiscano in parte da quanto osservato nello studio STEP-HFpEF, dove il miglioramento sintomatologico era correlato alla perdita di peso. Tuttavia, i dati dello studio SELECT – condotto in soggetti sovrappeso o obesi ma non diabetici – avevano già suggerito che i benefici cardiovascolari del semaglutide possono manifestarsi precocemente, anche prima di una significativa riduzione del peso corporeo.
Le prospettive: verso studi clinici sull’uomo
I dati emersi dallo studio preclinico offrono una nuova prospettiva sul possibile utilizzo del semaglutide nella HFpEF, aprendo la strada a futuri studi clinici per valutare l’efficacia del farmaco a basse dosi anche nei pazienti non obesi. Pur trattandosi di risultati ottenuti in modelli animali, l’entità e la coerenza degli effetti osservati sono incoraggianti. Resta ora da confermare se tali benefici si possano tradurre in miglioramenti clinici altrettanto rilevanti anche nella popolazione umana.
Bibliografia
Elbatreek M, et al. Low dose of weight loss drug may improve heart failure symptoms with minimal weight loss. American Heart Association’s Basic Cardiovascular Sciences Scientific Sessions 2025. Disponibile su American Heart Association Basic Cardiovascular Sciences Meeting Report – Poster Presentation WED074. leggi
Kitzman DW, et al. Effect of Semaglutide vs Placebo on Symptoms and Physical Limitations in Patients With Heart Failure With Preserved Ejection Fraction and Overweight or Obesity: The STEP-HFpEF Randomized Clinical Trial. JAMA. 2023;330(2):112-125. leggi
Lincoff AM, et al. Semaglutide and Cardiovascular Outcomes in Obesity without Diabetes. N Engl J Med. 2023;389:2221–2232. leggi