Una dichiarazione di consenso della European Society of Cardiology (ESC), ha definito le vaccinazioni contro influenza, pneumococco e SARS-CoV-2 come interventi efficaci nella riduzione del rischio di eventi cardiovascolari
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Una dichiarazione di consenso della European Society of Cardiology (ESC), pubblicata sull’European Heart Journal, ha definito le vaccinazioni contro influenza, pneumococco e SARS-CoV-2 come interventi efficaci nella riduzione del rischio di eventi cardiovascolari, proponendole come quarto pilastro della prevenzione, accanto agli antipertensivi, ai farmaci ipolipemizzanti e ai trattamenti per il diabete.
La dichiarazione, redatta sotto la supervisione di Thomas F. Lüscher, presidente ESC e autore corrispondente del documento, cardiologo consulente presso il King’s College e l’Imperial College di Londra, ha evidenziato come l’influenza sia da tempo riconosciuta come fattore favorente eventi cardiovascolari maggiori quali infarto miocardico e peggioramento dello scompenso cardiaco.
Più recentemente, le evidenze si sono estese ad altre infezioni respiratorie, tra cui polmonite pneumococcica, SARS-CoV-2 e virus respiratorio sinciziale (RSV), rivelando un’associazione significativa con un aumento della morbilità e mortalità cardiovascolare.
Il documento non introduce nuove linee guida, ma presenta una revisione sistematica dei meccanismi infiammatori attivati dalle infezioni, responsabili dell’aggravamento del rischio cardiovascolare, e sintetizza le evidenze sui benefici delle vaccinazioni nella prevenzione di eventi cardiaci, in particolare nei soggetti vulnerabili.
Viene inoltre esaminata la raccomandazione alla vaccinazione nei pazienti con sindromi coronariche croniche e scompenso cardiaco, già presente nei documenti ESC e nelle linee guida AHA/ACC del 2023 e 2025.
Evidenze cliniche disponibili su efficacia e sicurezza
Fra i dati più consistenti, è stato citato lo studio IAMI, trial multicentrico randomizzato in doppio cieco, in cui la vaccinazione antinfluenzale somministrata subito dopo un infarto miocardico acuto ha determinato una riduzione del 41% della mortalità cardiovascolare a dodici mesi (p < 0,014).
Una metanalisi condotta sui vaccini polisaccaridici antipneumococcici ha mostrato una riduzione del 10% del rischio di eventi cardiovascolari, inclusi infarti, nei pazienti ≥65 anni (IC 95%, 0,84–0,99).
Le evidenze disponibili sull’immunizzazione contro SARS-CoV-2 derivano da studi osservazionali e si basano principalmente sulla prevenzione di forme gravi di COVID-19 e della sindrome post-acuta.
La dichiarazione ha affrontato anche il tema della sicurezza, indicando che le reazioni gravi insorgono in meno di 10 casi ogni 100.000 vaccinati e sono generalmente controllabili con terapie appropriate. Le reazioni minori, come dolore nel sito d’iniezione o sintomi simil-influenzali, sono risultate ben tollerate.
In merito alla miocardite post-vaccinazione anti-SARS-CoV-2, è stato osservato che questa complicanza, rara e localizzata nei giovani di sesso maschile, tende a risolversi spontaneamente e si presenta con bassa gravità.
Il rischio di miocardite causata dall’infezione non trattata è stato stimato sei volte superiore a quello correlato alla vaccinazione.
Indicazioni nei gruppi a rischio e prospettive future
Nel documento vengono fornite indicazioni sulle vaccinazioni da proporre ai pazienti con patologie cardiovascolari, inclusi quelli con cardiopatie congenite, donne in gravidanza e soggetti sottoposti a trapianto cardiaco, pur senza entrare nel dettaglio operativo.
Gli autori suggeriscono che in futuro altri vaccini potrebbero essere raccomandati per la protezione cardiovascolare, qualora emergano evidenze sufficienti. In questo ambito, è in corso il trial DAN-RSV, studio randomizzato basato su registro condotto in Danimarca, che prevede l’arruolamento di 130.000 soggetti e potrà fornire dati specifici sul vaccino anti-RSV.
Il documento ESC si distingue dalla letteratura AHA/ACC per l’approccio più sistematico e per l’enfasi sul ruolo delle infezioni come fattori patogenetici diretti nelle manifestazioni cardiovascolari.
Seppure le linee guida statunitensi del 2025 abbiano assegnato alla vaccinazione antinfluenzale un livello di raccomandazione 1A per la riduzione del rischio cardiovascolare, la dichiarazione ESC estende la riflessione al valore di protezione aggiuntivo derivante dall’immunizzazione, in particolare nei soggetti con cardiopatia nota.
Lüscher ha concluso affermando che «la prevenzione è fondamentale per ridurre l’elevato impatto clinico delle malattie cardiovascolari» e che le vaccinazioni dovrebbero «diventare un pilastro strutturale delle strategie preventive accanto alle misure già consolidate».
Bibliografia:
Heidecker B, Libby P, Vassiliou VS, et al. Vaccination as a new form of cardiovascular prevention: a European Society of Cardiology clinical consensus statement: With the contribution of the European Association of Preventive Cardiology (EAPC), the Association for Acute CardioVascular Care (ACVC), and the Heart Failure Association (HFA) of the ESC. Eur Heart J. 2025 Jun 30;ehaf384. doi:10.1093/eurheartj/ehaf384. Epub ahead of print. leggi