Un nuovo studio clinico randomizzato, pubblicato su JAMA Network Open, suggerisce che la vancomicina orale potrebbe ridurre il rischio di recidiva dell’infezione da Clostridioides difficile
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Un nuovo studio clinico randomizzato, pubblicato su JAMA Network Open, suggerisce che la vancomicina orale potrebbe ridurre il rischio di recidiva dell’infezione da Clostridioides difficile nei pazienti ad alto rischio in terapia antibiotica. Nonostante i risultati non siano statisticamente significativi, gli esperti sottolineano l’importanza di ulteriori ricerche su questa strategia preventiva.
L’infezione da Clostridioides difficile (C. difficile) rappresenta una delle principali complicanze correlate all’uso di antibiotici, con un alto rischio di recidiva e un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti.
Secondo un recente studio pubblicato su JAMA Network Open, la somministrazione di vancomicina orale a scopo profilattico potrebbe ridurre il rischio di ricaduta nei soggetti ad alto rischio, anche se i dati ottenuti non hanno raggiunto la significatività statistica.
Lo studio, primo nel suo genere ad adottare un disegno randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, è stato condotto in quattro grandi sistemi sanitari negli Stati Uniti. La ricerca ha coinvolto 81 pazienti adulti (età mediana 59 anni), tutti trattati nei sei mesi precedenti per un’infezione da C. difficile e successivamente sottoposti a terapia antibiotica per altri motivi, fattore noto per aumentare il rischio di recidiva.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 125 mg di vancomicina orale o un placebo una volta al giorno, durante il trattamento antibiotico sistemico e per ulteriori cinque giorni dopo la sua conclusione.
L’endpoint primario era l’incidenza di recidiva dell’infezione durante e fino a otto settimane dopo la terapia. È stata inoltre monitorata la presenza di Enterococcus resistente alla vancomicina (VRE) come endpoint secondario.
I risultati mostrano che il 43,6% dei pazienti trattati con vancomicina ha avuto una recidiva, rispetto al 57,1% nel gruppo placebo, con una differenza assoluta del –13,5% ( intervallo di confidenza al 95%: da –35,1% a 8%). Tuttavia, tale differenza non è risultata statisticamente significativa, a causa della dimensione campionaria limitata.
“La nostra ricerca è la prima a fornire prove da un trial randomizzato su questo approccio preventivo,” ha dichiarato la dottoressa Nasia Safdar, autrice principale dello studio e docente presso la University of Wisconsin-Madison. “Sebbene gli studi osservazionali suggerissero già un potenziale beneficio, i nostri risultati mostrano che sono necessari studi più ampi per confermare l’efficacia della vancomicina orale come profilassi.”
Un aspetto da considerare è l’aumento della colonizzazione da Enterococcus resistente alla vancomicina, osservato nell’50% dei pazienti trattati con vancomicina, contro il 24% nel gruppo placebo (p=0,048), sollevando legittime preoccupazioni sull’antibiotico-resistenza.
Il profilo di sicurezza generale è apparso simile tra i due gruppi, con eventi avversi riportati nel 69,2% dei pazienti trattati con vancomicina e nel 64,3% del gruppo placebo, la maggior parte dei quali di natura gastrointestinale e non correlati direttamente al farmaco.
La dottoressa Safdar ha sottolineato il bisogno clinico urgente di opzioni preventive efficaci: “Nella mia pratica vedo frequentemente pazienti con infezioni ricorrenti da C. difficile. Queste recidive non solo aumentano la mortalità e la morbilità, ma condizionano profondamente la vita quotidiana, trasformandosi quasi in una malattia cronica per chi ne soffre.”
In conclusione, sebbene lo studio non abbia raggiunto significatività statistica, i risultati suggeriscono che la profilassi con vancomicina orale potrebbe rappresentare una strategia promettente per la prevenzione delle recidive da C. difficile nei pazienti ad alto rischio. Tuttavia, la necessità di studi più ampi e approfonditi è evidente, soprattutto alla luce delle implicazioni legate alla resistenza agli antibiotici. Nel frattempo, la valutazione attenta del rischio individuale potrebbe giustificare l’uso selettivo della vancomicina in contesti clinici specifici.
Julie A Keating et al., Oral Vancomycin for Prevention of Recurrent Clostridioides difficile Infection: A Randomized Clinical Trial JAMA Netw Open. 2025 Jul 1;8(7):e2517834. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2025.17834.
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