Scompenso cardiaco senza diabete: tirzepatide riduce rischio cardiovascolare


Riscontrata una riduzione significativa dell’incidenza di scompenso cardiaco acuto e di eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti non diabetici trattati con tirzepatide

cuore

In uno studio retrospettivo pubblicato sulla rivista “Current Problems in Cardiology”, è stata riscontrata una riduzione significativa dell’incidenza di scompenso cardiaco acuto e di eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti non diabetici trattati con tirzepatide.

L’analisi, condotta da Silvio Nunes Augusto Jr (Lerner Research Institute and MetroHealth System, Cleveland) e colleghi, si è basata su dati real-world raccolti tra il 1° gennaio 2013 e il 1° dicembre 2024.

I pazienti inclusi presentavano insufficienza cardiaca in assenza di diabete e sono stati suddivisi in due coorti, differenziate unicamente per l’impiego di tirzepatide. Mediante procedura di propensity score matching, sono stati selezionati 897 pazienti, osservati in un follow-up di quattro anni.

I risultati hanno evidenziato un aumento del rischio di scompenso cardiaco acuto nel gruppo non trattato ( hazard ratio, HR: 3,12; intervallo di confidenza al 95 %, IC 95 %: 2.240–4.349; p < 0,001 al test di log-rank), così come una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari maggiori (major adverse cardiovascular events, MACE) nello stesso gruppo (HR: 3,57; IC 95 %: 2,32–5,48; p < 0,001).

Effetto protettivo sistemico
Lo studio ha esaminato ulteriori esiti clinici di rilievo, tra cui ictus, malattia renale cronica e coronaropatia. Anche in queste dimensioni, il trattamento con tirzepatide ha mostrato risultati favorevoli.

Il rischio di ictus risultava più elevato nel gruppo non trattato (HR: 2.796; IC 95 %: 1.353–5.776; p < 0.01), così come l’incidenza di malattia renale cronica (HR: 1,48; IC 95 %: 1,08–2,03; p = 0.015) e di patologia coronarica (HR: 1.474; IC 95 %: 1.169–1.859; p = 0,001).

Questi esiti suggerivano un effetto protettivo sistemico associato a tirzepatide, che si estendeva oltre la funzione cardiaca, coinvolgendo anche la sfera cerebrovascolare e renale.

Sebbene il campione fosse privo di diagnosi di diabete, i benefici osservati erano riconducibili agli effetti sul metabolismo, senza implicazioni meccanicistiche esplicite nel disegno dello studio.

Efficacia osservata nel contesto real-world
L’insieme dei risultati ha confermato il potenziale ruolo di tirzepatide nella gestione dell’insufficienza cardiaca, anche in assenza di diabete come comorbilità.

Il confronto tra le due coorti ha delineato una riduzione significativa dell’incidenza di eventi cardiovascolari e renali nel gruppo trattato, con implicazioni rilevanti sul piano clinico e organizzativo.
L’efficacia osservata nel contesto real-world ha rafforzato le evidenze dei precedenti trial, suggerendo un possibile impiego terapeutico volto a migliorare gli esiti clinici e la qualità della vita nei pazienti affetti da scompenso cardiaco.

La definizione precisa del rapporto rischio/beneficio ha inoltre contribuito a delineare nuove prospettive nella gestione della patologia, in un’ottica di ottimizzazione della strategia terapeutica e delle risorse assistenziali.

Bibliografia:
Augusto SN Jr, Kaelber D, Tang WHW. Real-world efficacy of tirzepatide in patients with heart failure without diabetes. Curr Probl Cardiol. 2025;50(4):102998. doi: 10.1016/j.cpcardiol.2025.102998. leggi