Prolungata efficacia di rimegepant nella riduzione dei giorni con emicrania


I risultati di uno studio di estensione in aperto (OLE) hanno documentato gli effetti prolungati e il profilo di sicurezza di rimegepant 75 mg nella prevenzione dell’emicrania

Emicrania femminile

Nella rivista “Headache”, sono stati presentati i risultati di uno studio di estensione in aperto (OLE) che ha documentato gli effetti prolungati e il profilo di sicurezza di rimegepant 75 mg nella prevenzione dell’emicrania.

La molecola è un antagonista del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), implicato nella patogenesi dell’emicrania per la sua azione vasodilatatrice e pro-infiammatoria a livello delle vie trigeminali. Gli antagonisti del CGRP contrastano questo meccanismo, interferendo con la cascata neurovascolare responsabile dell’attacco emicranico.

La somministrazione di rimegepant per 52 settimane ha mostrato benefici duraturi in termini di riduzione dei giorni mensili con emicrania (MMDs) e una bassa incidenza di eventi avversi (AEs), senza preoccupazioni rilevanti di tipo epatico.

Lo studio OLE ha fatto seguito a uno studio iniziale di fase 2/3 randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, condotto in più centri nella popolazione adulta. I partecipanti avevano una storia di 4–18 attacchi mensili di emicrania di intensità moderata o severa.

Nella prima fase, la somministrazione di una compressa di rimegepant a giorni alterni per 12 settimane aveva comportato una riduzione significativa dei MMDs rispetto al placebo, soddisfacendo l’endpoint primario. Successivamente, tutti i partecipanti entrati nella fase OLE hanno ricevuto il trattamento attivo per un totale di 52 settimane.

Durante il periodo di estensione, gli obiettivi principali hanno riguardato la sicurezza e la tollerabilità del trattamento, valutate tramite monitoraggio degli AEs, esami obiettivi, parametri vitali, ECG e test laboratoristici, con particolare attenzione agli eventi epatici.

Sono stati analizzati anche risultati esplorativi, quali la variazione media dei MMDs e la percentuale di pazienti che hanno ottenuto riduzioni ≥ 50% e 100% dei MMDs.

Buon profilo di sicurezza e tollerabilità
David Kudrow del California Medical Clinic for Headache di Santa Monica ha coordinato lo studio, che ha incluso 603 partecipanti nella fase OLE, con una percentuale di completamento pari al 71%.

Complessivamente, il 52% dei soggetti ha riportato almeno un AE, prevalentemente di gravità lieve; solo il 2% ha sperimentato eventi gravi, nessuno dei quali correlato al farmaco in studio né a effetti epatici.

Gli eventi ritenuti correlabili al trattamento si sono verificati nel 15% dei casi, determinando la sospensione della terapia nel 3% dei partecipanti. Le reazioni avverse più frequenti hanno incluso stipsi, infezioni delle vie respiratorie superiori, nausea, ricomparsa di emicrania, aumento degli enzimi epatici e incremento ponderale, ciascuna riferito da non oltre l’1% del campione.

Il profilo epatico si è mantenuto favorevole durante l’intero periodo di osservazione, con una rarissima incidenza di eventi avversi a carico della funzione epatica.

Trattamento quotidiano e al bisogno 
Sul fronte dell’efficacia, è stata rilevata una diminuzione media di 6,2 giorni di emicrania al mese nel corso della fase OLE. Il beneficio terapeutico si è mantenuto costante e in progressivo aumento nel tempo, senza segni di attenuazione dell’effetto.

Inoltre, è cresciuta nel corso dello studio la proporzione di partecipanti che hanno raggiunto una riduzione ≥ 50% e 100% dei MMDs.

Gli sperimentatori hanno sottolineato come «il trattamento quotidiano e al bisogno con rimegepant abbia determinato una diminuzione dei giorni di emicrania e una bassa incidenza di effetti indesiderati, con benefici terapeutici in aumento nel tempo senza perdita di efficacia».

Limitazioni metodologiche da considerare
Tuttavia, l’interpretazione dei risultati deve tener conto di alcune limitazioni metodologiche. Tra queste, l’esclusione dei soggetti con elevata frequenza di attacchi (> 18 giorni al mese), che ne ha limitato la generalizzabilità.

Inoltre, la necessità di ottenere una riduzione costante ≥ 50% potrebbe avere sottostimato l’efficacia sostenuta; i dropout post-randomizzazione hanno potenzialmente modificato la composizione del campione OLE; l’assenza di un comparatore attivo può avere introdotto bias, e la consapevolezza da parte dei pazienti di ricevere il trattamento attivo potrebbe aver influenzato il reporting degli effetti.

Infine, gli endpoint di efficacia erano di tipo esplorativo, impedendo conclusioni definitive sull’efficacia a lungo termine.

Bibliografia:
Kudrow D, Croop RS, Thiry A, Lipton RB. A 52-week open-label extension study to evaluate the safety and efficacy of oral rimegepant for the preventive treatment of migraine. Headache. 2025 Jun 30. doi: 10.1111/head.15002. Epub ahead of print.leggi