Fibromialgia: il Gruppo di Interesse Speciale sul Dolore Neuropatico della Società Italiana di Neurologia ha condotto una revisione narrativa degli RCT più recenti
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La fibromialgia (FM) è una condizione cronica e debilitante, ancora priva di un trattamento farmacologico risolutivo. In questo scenario, il Gruppo di Interesse Speciale sul Dolore Neuropatico della Società Italiana di Neurologia ha condotto una revisione narrativa degli RCT più recenti, formulando un consenso su strategie farmacologiche e non farmacologiche per la gestione della FM. Il documento fornisce indicazioni pratiche per neurologi e clinici, basate sull’evidenza disponibile e sull’esperienza specialistica.
Fibromialgia, sindrome complessa
La fibromialgia è una sindrome complessa caratterizzata da dolore cronico diffuso, affaticamento, disturbi del sonno, deficit cognitivi e cefalea. Sebbene i criteri diagnostici siano ben definiti, la fisiopatologia resta in parte sconosciuta. L’interesse neurologico è motivato dal coinvolgimento del sistema nervoso centrale e periferico, con alterazioni delle piccole fibre e sensibilizzazione centrale. Purtroppo, le terapie farmacologiche disponibili sono spesso inefficaci, mentre quelle non farmacologiche sono raccomandate come prima linea.
Nel tentativo di orientare la pratica clinica, un gruppo di neurologi ha analizzato i principali RCT pubblicati nell’ultimo decennio. Il fine è stato quello di raggiungere un consenso sui trattamenti efficaci, valutando sia approcci farmacologici che non farmacologici.
1. Terapie farmacologiche
Antidepressivi:
Tra i farmaci analizzati, duloxetina ha mostrato i migliori risultati, migliorando qualità della vita e sintomi dolorosi. Mirtazapina ha evidenziato benefici sul dolore rispetto al placebo. Milnacipran ha prodotto effetti modesti, senza superiorità significativa rispetto ad altre opzioni.
Gabapentinoidi:
Pregabalin ha dimostrato efficacia nel ridurre il dolore e migliorare i sintomi associati, soprattutto in combinazione con antidepressivi come duloxetina. Mirogabalin si è mostrato sicuro ma meno efficace. Gli effetti collaterali più comuni includono sonnolenza e vertigini.
Cannabis medica:
Gli studi su CBD e THC sono limitati e di bassa qualità. Alcuni RCT su nabilone e THC/CBD (Bediol) hanno mostrato un effetto analgesico del 30%, ma i dati non sono sufficienti per raccomandarne l’uso clinico.
Oppioidi:
Non sono raccomandati come prima scelta. Tramadolo, da solo o in associazione, ha mostrato un buon profilo di efficacia e tollerabilità. Tuttavia, gli studi sono datati e pochi. Naltrexone a basse dosi appare promettente, ma mancano studi su larga scala.
Nutraceutici:
Integratori come acetil-L-carnitina (ALC), palmitoiletanolamide (PEA), magnesio e coenzima Q10 hanno mostrato benefici parziali, soprattutto in combinazione con trattamenti standard. Tuttavia, le evidenze restano preliminari e non sufficienti per raccomandarne l’uso come prima linea.
2. Terapie non farmacologiche
C’è ampio consenso sull’efficacia dell’attività fisica multicomponente (aerobica + potenziamento muscolare) come trattamento di prima scelta.
La CBT (terapia cognitivo-comportamentale), in particolare approcci basati su mindfulness e acceptance, è considerata valida come seconda linea.
Non vi è consenso sull’uso di dieta mediterranea personalizzata o sulla stimolazione cerebrale non invasiva (TMS, TDCS), mentre l’agopuntura tradizionale cinese non è generalmente raccomandata.
Consenso neurologico
Il gruppo ha concordato sull’uso mirato di antidepressivi o gabapentinoidi nei pazienti con comorbidità ansioso-depressiva. In caso di resistenza alla monoterapia, l’associazione tra le due classi è considerata opportuna.
La cannabis medica e i nutraceutici sono opzioni potenzialmente promettenti, ma necessitano di ulteriori studi controllati per confermarne efficacia e sicurezza.
Gli oppioidi, pur non consigliati di routine, potrebbero essere valutati in casi selezionati, previa attenta valutazione clinica.
In conclusione, la gestione della fibromialgia rimane una sfida clinica, aggravata dall’eterogeneità del quadro sintomatologico e dalla mancanza di trattamenti specifici. L’approccio neurologico condiviso suggerisce:
Farmacoterapia solo in presenza di comorbidità psichiatriche, con scelta mirata tra antidepressivi e gabapentinoidi.
Terapia combinata solo se la monoterapia fallisce.
Attività fisica strutturata come pilastro iniziale del trattamento.
CBT come secondo livello non farmacologico.
Cannabis, oppioidi leggeri e integratori: solo in casi selezionati e in contesti sperimentali.
Un approccio personalizzato e multimodale, che integri terapia farmacologica e strategie comportamentali, resta la via più promettente per migliorare la qualità della vita nei pazienti con fibromialgia. In attesa di terapie mirate, il consenso neurologico rappresenta un utile strumento pratico per orientare la presa in carico clinica.
G Devigili et al., Therapeutic approach to fibromyalgia: a consensus statement on pharmacological and non-pharmacological treatment from the neuropathic pain special interest group of the Italian neurological society. Neurol Sci. 2025 May;46(5):2263-2288. doi: 10.1007/s10072-025-08048-3. Epub 2025 Feb 21.
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