Schillaci sui medici gettonisti: “Esternalizzazione selvaggia”


Il ministro Schillaci sui medici gettonisti: “Curioso come ci si accorga improvvisamente dell’importanza di questi professionisti proprio quando decidiamo di regolamentare il fenomeno”

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“L’interrogazione che mi permette di fare chiarezza su un tema che obiettivamente dovrebbe vederci compatti verso una unica direzione. Comprendo la preoccupazione per i medici gettonisti. Del resto, è curioso come ci si accorga improvvisamente dell’importanza di questi professionisti proprio quando decidiamo di regolamentare un fenomeno che, mi permetto di ricordare, fino a ieri veniva definito da molti come una ‘deriva privatistica’ della sanità. Il fenomeno dei gettonisti, che preferisco chiamare con il suo vero nome, ovvero esternalizzazione selvaggia, nasce da un contesto ben preciso: anni di mancata programmazione, tagli lineari, scarsa attrattività del Servizio sanitario nazionale”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo oggi al question time alla Camera a una interrogazione sulle iniziative per colmare le gravi carenze di organico del Servizio sanitario nazionale, anche in relazione alla scadenza dei contratti dei medici cosiddetti gettonisti.

“La nostra visione- ha proseguito l’esponente del governo- non è quella di medici che lavorano contemporaneamente in tre ospedali diversi, che magari non conoscono i protocolli delle strutture, che costano il doppio o più di un dipendente strutturato. Da parte nostra c’è l’impegno verso una direzione molto chiara: sostenere il servizio pubblico e non le cooperative private”.

“Abbiamo incrementato il Fondo Sanitario Nazionale- ha poi ricordato Schillaci- abbiamo ridotto la tassazione sulle prestazioni aggiuntive dal 43% al 15% per i medici che lavorano nel sistema. Abbiamo rifinanziato con 100 milioni in due anni l’aumento delle indennità di specificità per chi lavora in pronto soccorso, quei reparti che dovrebbero collassare senza i gettonisti secondo alcuni. Curioso come nessuno menzioni che alcuni di questi gettonisti garantiscono sì il 60% dei turni, ma a che prezzo? E poi con quale continuità assistenziale?”.

“Mi si dice- ha sottolineato il ministro della Salute nel corso del proprio intervento- che le aziende sanitarie usano i gettonisti perché rientrano nella voce ‘beni e servizi’ invece che nel capitolo personale. Trasformiamo i medici in ‘beni’. È esattamente il tipo di creatività contabile che ha portato il Servizio sanitario nazionale dove si trova oggi. Le nostre linee guida stabiliscono regole precise: massimo 12 mesi, tariffe calmierate a 85 euro l’ora per i servizi critici. Non 150, non 200 euro come accadeva“.

“Ma- ha tenuto a evidenziare Schillaci- non ci fermiamo qui. Con un emendamento al disegno di legge sulle prestazioni sanitarie, che stiamo portando avanti, permettiamo alle regioni e agli enti del Ssn di assumere direttamente professionisti con contratti di collaborazione. Attenzione: non attraverso cooperative, ma direttamente. È il Servizio sanitario che assume, non le agenzie private. È una differenza sostanziale: reinternalizziamo i servizi, riportiamo i medici dentro il sistema pubblico. Un percorso ponte verso le assunzioni stabili, non l’ennesima scorciatoia per arricchire gli intermediari”.

“Ma- ha evidenziato- il punto vero è un altro. Vogliamo davvero un sistema sanitario che dipende da professionisti senza alcun legame con le strutture dove operano? Dove un paziente può essere visitato da cinque medici diversi in cinque giorni? Gli specializzandi che scelgono le discipline critiche già dal prossimo anno accademico vedranno aumenti importanti. Dal 2025 gli infermieri pagano solo il 5% di tasse sugli straordinari. Abbiamo aumentato le indennità di specificità medica e non.
Sono scelte. Preferiamo investire su chi resta, su chi crede nel Ssn”. “Qualcuno- si è domandato- forse preferiva il sistema precedente? Quello dove si urlava contro le privatizzazioni di giorno e si firmavano contratti milionari con le cooperative di notte?”.

“Si teme giustamente per il periodo estivo. Questo è comprensibile. Ma forse- ha ammonito Schillaci- dovremmo chiederci perché siamo arrivati al punto di dipendere dai gettonisti per garantire le ferie al personale. Non è una cosa accaduta in una notte. È il frutto di anni di sbagliata organizzazione”.

“E poi- le parole del ministro- abbiamo il disegno di legge delega sulle professioni sanitarie, che abbiamo preparato, e che guarda al futuro, non al passato. Vogliamo procedure concorsuali più snelle, sviluppo delle carriere, incentivi. Politiche strutturali e non misure emergenziali”.

“Capisco che a volte cambiare può provocare disturbo. Capisco che ci sia chi forse preferiva il vecchio sistema. Ma permettetemi di dire che considerare i medici come ‘beni e servizi’ invece che come professionisti del Servizio sanitario nazionale non è proprio quello che definirei un modello da difendere. Noi- ha concluso- abbiamo scelto: investire nel pubblico, sui professionisti stabili, sulla continuità assistenziale”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)