A Bologna il DEC-Day & BEYOND: FACING NEW CHALLENGES, un evento scientifico di rilievo internazionale, dedicato alla gestione avanzata del paziente critico con sepsi e shock settico
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Si è tenuto a Bologna il DEC-Day & BEYOND: FACING NEW CHALLENGES, un evento scientifico di rilievo internazionale promosso da AOP Health, dedicato alla gestione avanzata del paziente critico con sepsi e shock settico. Due giornate intense, ricche di contributi multidisciplinari, che hanno visto la partecipazione di clinici e ricercatori impegnati ad affrontare le sfide emergenti in area critica, alla luce delle più recenti evidenze e strategie terapeutiche.
Il contesto clinico: una patologia ad alta mortalità
La sepsi e lo shock settico restano tra le principali cause di mortalità nelle unità di terapia intensiva. Tuttavia, grazie a un approccio sempre più personalizzato, basato su tempestività terapeutica, supporto emodinamico mirato e gestione della tachicardia non compensatoria, è possibile migliorare significativamente l’outcome dei pazienti. Al centro dell’attenzione del congresso, il concetto di decatecolaminizzazione, ovvero la riduzione dell’utilizzo di catecolamine come la noradrenalina, per mitigare gli effetti collaterali cardiaci e lo stress iperadrenergico tipico dei pazienti settici.
Il ruolo strategico della modulazione della frequenza cardiaca
Uno dei temi più discussi è stato il trattamento della fibrillazione atriale, una condizione frequente nei pazienti settici che, se non controllata, può aggravare l’instabilità emodinamica. Le più recenti linee guida suggeriscono una gestione progressiva: dal carico volemico iniziale, all’introduzione della noradrenalina e, in caso di inefficacia o effetti avversi, al ricorso a un secondo vasocostrittore come argipressina.
In questo contesto si inserisce l’uso mirato dei beta-bloccanti selettivi, in particolare il landiololo, un beta1-antagonista ad azione rapida e selettiva, capace di ridurre la frequenza cardiaca senza incidere negativamente sulla pressione arteriosa o sulla contrattilità miocardica. Secondo il professor Gianluca Paternoster, dirigente medico presso il Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva Cardiovascolare dell’Ospedale San Carlo di Potenza, Presidente ITACTAIC (Italian Association of Cardiothoracic Anaesthesia and Intensive Care) e Segretario Generale EACTAIC (European Association of Cardiothoracic Anaesthesiology and Intensive Care), “l’impiego del beta1-bloccante ha una solida base fisiopatologica, poiché va a modulare l’iperattivazione del sistema adrenergico tipica della sepsi, migliorando gli esiti nei pazienti critici.”
Evidenze cliniche e identificazione del paziente responder
Durante il suo intervento, il professor Paternoster ha sottolineato come il controllo della frequenza, piuttosto che del ritmo, sia oggi un obiettivo terapeutico prioritario, specie in presenza di tachicardia sinusale o fibrillazione atriale. Le evidenze cliniche più recenti confermano come il landiololo, grazie alla sua selettività per i recettori beta1, rappresenti un’opzione efficace e sicura per normalizzare l’emodinamica, riducendo la mortalità e gli eventi cardiovascolari avversi in terapia intensiva.
Decatecolaminizzazione: verso un nuovo paradigma terapeutico
Il professor Massimo Girardis, Professore Ordinario di Anestesia e Terapia Intensiva presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Direttore del Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva del Policlinico Universitario di Modena, Membro del Consiglio Direttivo SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) e Responsabile del Comitato Scientifico del Provider SIAARTI, ha offerto una prospettiva evolutiva sul tema, parlando di “strategia di risparmio delle catecolamine”. Un concetto che si sta diffondendo nella pratica clinica grazie all’esperienza sul campo, spingendo i medici a introdurre precocemente farmaci alternativi alla noradrenalina, come l’argipressina, per evitare tachiaritmie, aumento del lattato e danni periferici. “La real world experience – ha affermato Girardis – sta superando le evidenze formali degli RCT, spingendo verso protocolli sempre più personalizzati e proattivi.”
Integrazione multidisciplinare e centralità del team
Uno dei messaggi chiave emersi dall’evento è l’importanza del team multidisciplinare nella gestione del paziente critico. Infermieri, medici intensivisti, cardiologi, farmacologi e altri specialisti devono collaborare in sinergia per l’attuazione efficace dei protocolli terapeutici. Come evidenziato dal professor Girardis, “la qualità dell’assistenza migliora quando le competenze sono condivise e integrate, e i protocolli vengono applicati precocemente e con precisione.”
L’impegno di AOP Health
AOP Health promuove un modello di integrazione tra terapia farmacologica e percorsi assistenziali, investendo nella formazione, nella collaborazione interdisciplinare e nella costruzione di soluzioni che vadano oltre il singolo farmaco, abbracciando una visione sistemica della cura.
“In area critica ogni secondo è fondamentale. La nostra missione è fornire soluzioni tempestive e adatte a ogni fase dell’emergenza, integrando innovazione farmaceutica con formazione e supporto clinico, ha spiegato Emanuele Oro”, Country Manager Aop Health Italia.