BPCO in pazienti con diabete tipo 2, gli inibitori di SGLT2 riducono il rischio di mortalità


BPCO in pazienti con diabete tipo 2, gli inibitori di SGLT2 riducono il rischio di mortalità e di outcome legati a malattia respiratoria

La mortalità per tutte le cause nei pazienti con Bpco tende ad aumentare in presenza di tappi di muco che ostruiscono le vie aeree respiratorie di calibro medio-grande

I pazienti con BPCO e diabete di tipo 2 presentano un rischio ridotto di ricovero per BPCO, di necessità di ricorrere alla ventilazione non invasiva a pressione positiva e di mortalità per tutte le cause se assumono un inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2i). Queste le conclusioni di uno studio retrospettivo, condotto a Taiwan, i cui risultati sono stati pubblicati negli Annals of the American Thoracic Society.

Razionale e disegno dello studio
Anche questo studio ha preso le mosse dal numero crescente di osservazioni che suggeriscono l’esistenza di effetti pleiotropici degli SGLT2i nei pazienti diabetici affetti da complicanze.

Utilizzando dati relativi al periodo 2009-2020, tratti dal Taiwan’s National Health Insurance Research Database, i ricercatori hanno preso in considerazione 2.576 pazienti con BPCO e diabete di tipo 2 per determinare se l’uso di inibitori di SGLT-2 potesse influenzare, rispetto al non utilizzo del farmaco, il rischio di un outcome composito, che comprendeva:
– l’ospedalizzazione per BPCO
– il ricorso alla ventilazione non invasiva a pressione positiva
– il ricorso alla ventilazione meccanica invasiva
– la mortalità per tutte le cause

I ricercatori hanno anche valutato i rischi individuali per ciascuno degli outcome sopra elencati, oltre agli eventi cardiovascolari maggiori avversi  (MACE) e  ai casi di cancro del polmone.
La coorte includeva 1.288 pazienti non utilizzatori di inibitori SGLT-2 (età media: 62,01 anni; 56,21% donne) e 1.288 pazienti,  abbinati per propensity score, che facevano uso di SGLT-2 (età media: 61,47 anni; 54,58% donne).

Risultati principali
Dopo l’aggiustamento dei dati per la presenza di diverse variabili (età, sesso, obesità, indice di comorbidità di Charlson, indice di gravità delle complicanze del diabete, riacutizzazioni moderate e gravi della BPCO, durata del diabete e terapie), i ricercatori hanno osservato che il rischio per l’outcome composito era significativamente ridotto tra gli utilizzatori di SGLT-2 rispetto ai non utilizzatori (HR aggiustato = 0,79; IC 95%: 0,67-0,93).
Analizzando separatamente i singoli componenti dell’outcome composito, lo studio ha riportato una riduzione significativa del rischio tra gli utilizzatori di SGLT-2 rispetto ai non utilizzatori per:
– ventilazione non invasiva a pressione positiva (aHR = 0,48; IC 95%: 0,27–0,87)
– mortalità per tutte le cause (aHR = 0,64; IC 95%: 0,43–0,95)
– ospedalizzazione per BPCO (aHR = 0,82; IC 95%: 0,69–0,98).

I ricercatori hanno sottolineato che la riduzione significativa del rischio per questi tre outcome (ventilazione non invasiva, mortalità, ricovero per BPCO) è stata confermata nella maggior parte dei sottogruppi e nelle analisi dose-risposta.
Nelle analisi dose-risposta, si è osservata una significativa riduzione del rischio per i tre outcome sopra menzionati in pazienti che avevano assunto una dose cumulativa di inibitori SGLT-2 superiore a 672 dosi giornaliere definite (DDD) (la dose più alta), rispetto ai non utilizzatori.

Nello specifico:
– mortalità per tutte le cause (aHR = 0,44; IC 95%: 0,23–0,85)
– ospedalizzazione per BPCO (aHR = 0,43; IC 95%: 0,32–0,58)
– ventilazione non invasiva (aHR = 0,31; IC 95%: 0,11–0,88)

Analogamente, una durata cumulativa d’impiego degli inibitori di SGLT-2 superiore a 756 giorni (la più lunga durata considerata) era associata, rispetto ai non utilizzatori, ad una riduzione del rischio per:
– mortalità per tutte le cause (aHR = 0,25; IC 95%: 0,11–0,54)
– ospedalizzazione per BPCO (aHR = 0,38; IC 95%: 0,28–0,51)
– ventilazione non invasiva (aHR = 0,27; IC 95%: 0,09–0,77)

Safety
I rischi individuali per MACE, ricoveri per scompenso cardiaco, ventilazione meccanica invasiva e cancro del polmone sono risultati anch’essi inferiori nel gruppo trattato con SGLT-2 rispetto al gruppo di controllo, ma non hanno raggiunto la significatività statistica.

In un’analisi di sensibilità, i ricercatori hanno nuovamente riscontrato una riduzione significativa del rischio tra gli utilizzatori di SGLT-2 rispetto ai non utilizzatori relativamente a:
– outcome composito (aHR = 0,77; IC 95%: 0,69–0,86)
– ventilazione non invasiva (aHR = 0,47; IC 95%: 0,32–0,69)
– mortalità per tutte le cause (aHR = 0,72; IC 95%: 0,56–0,92)
– ospedalizzazione  per BPCO (aHR = 0,79; IC 95%: 0,7–0,89)

Degna di nota, in questa analisi di sensibilità, è stata anche l’osseervazione che il rischio d MACE risultava significativamente ridotto tra gli utilizzatori di SGLT-2 rispetto ai non utilizzatori (aHR = 0,75; IC 95%: 0,6–0,94).

Limiti e implicazioni dello studio
Alla luce dei risultati ottenuti, gli inibitori di SGLT-2 dovrebbero essere considerati come trattamento di prima linea per il diabete nei soggetti con BPCO – hanno scritto i ricercatori.
Tuttavia, nel commentare i risultati, da essi è arrivato al contempo un invito alla cautela nell’interpretazione dei dati da loro ottenuti, in quanto “…gli studi di coorte possono essere influenzati da fattori confondenti sconosciuti, anche dopo abbinamenti rigorosi e interventi di calibrazione; pertanto, i risultati possono solo suggerire una correlazione, ma non la causalità”.

Di qui la necessità di condurre studi clinici randomizzati ad hoc per validare i risultati ottenuti, hanno aggiunto.

Bibliografia
Yen FS, et al. SGLT-2 Inhibitors and the Risk of Chronic Obstructive Pulmonary Disease Exacerbations and Mortality in Chronic Obstructive Pulmonary Disease Patients. Ann Am Thorac Soc. 2025;doi:10.1513/AnnalsATS.202407-703OC.
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