Artrite psoriasica: il trattamento con bimekizumab, ha portato a miglioramenti sostenuti relativamente agli outcome articolari e cutanei per un periodo di 3 anni
Il trattamento con bimekizumab (BKZ), un anticorpo monoclonale diretto contro (IL)-17A e IL-17F, ha portato a miglioramenti sostenuti relativamente agli outcome articolari e cutanei per un periodo di 3 anni in pazienti con artrite psoriasica (PsA) attiva naive a trattamento pregresso con farmaci biologici. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc a lungo termine dei dati dello studio BE OPTIMAL e della sua estensione in aperto (OLE) BE VITAL, presentata in occasione del congresso EULAR.
Disegno degli studi
L’analisi ha incluso i pazienti dello studio BE OPTIMAL che erano stati randomizzati, secondo uno schema 3:2:1, a trattamento con BKZ 160 mg ogni 4 settimane, placebo o adalimumab (ADA) 40 mg ogni 2 settimane.
I partecipanti al trial appartenenti ai gruppi placebo e ADA erano poi passati a BKZ rispettivamente alla settimana 16 e alla settimana 52.
Quelli che hanno completato lo studio principale di 52 settimane sono risultati candidabili al trial OLE per un trattamento prolungato fino a 3 anni.
Nello specifico, il gruppo BKZ totale includeva i partecipanti originariamente randomizzati a trattamento con BKZ e quelli che erano passati a trattamento attivo dal placebo, per una durata totale del trattamento fino a 160 settimane.
Gestione dei dati missing
Nel contesto dello studio, i dati mancanti (cioè non raccolti durante alcune visite) sono stati gestiti attraverso diversi metodi di imputazione, cioè tecniche statistiche usate per “riempire i vuoti” nei dati. In particolare:
– Per le variabili binarie (cioè quelle che danno risposte tipo “sì/no” o “risponde/non risponde”), è stato utilizzato il metodo mNRI (modified Non-Responder Imputation). Con questo approccio, se un paziente interrompeva il trattamento per eventi avversi o mancanza di efficacia, tutte le sue visite successive venivano considerate automaticamente come non-risposte. In altre parole, si assume che il paziente non abbia beneficiato del trattamento dopo l’interruzione, rendendo questo metodo conservativo (cioè tende a non sovrastimare l’efficacia).
– Per le variabili continue (es. punteggi di scala o livelli di infiammazione), è stata usata la imputazione multipla (MI – Multiple Imputation). Questo metodo utilizza modelli statistici per stimare i valori mancanti basandosi su altri dati del paziente e della popolazione studiata. È più sofisticato e permette di conservare la variabilità dei dati.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati di efficacia dell’ultimo anno completo dello studio BE OPTIMAL e della sua OLE è emerso che il trattamento con BKZ porta ad un’efficacia clinica sostenuta fino a 3 anni nei pazienti con PsA attiva, naive al trattamento con DMARDb.
Su un totale di 852 pazienti, 654 (76,8%) hanno completato i 3 anni di trattamento, inclusi 546 dei 712 partecipanti (76,7%) del gruppo BKZ totale. Le caratteristiche al basale erano bilanciate tra i gruppi.
Alla settimana 160, il 53,2% dei partecipanti del gruppo BKZ ha raggiunto e mantenuto la risposta ACR50, rispetto al 56,1% dei pazienti che avevano raggiunto questo obiettivo alla settimana 52.
Tra i partecipanti con psoriasi che interessava almeno il 3% della superficie corporea al basale (BSA), la completa clearance cutanea (risposta PASI100) è stata raggiunta dal 61,9% alla settimana 160, rispetto al 64,7% alla settimana 52.
L’attività minima di malattia (MDA) è stata mantenuta dal 52,9% dei partecipanti alla settimana 160; inoltre, anche la risoluzione del numero di articolazioni tumefatte è risultata sostenuta, passando dal 61,8% alla settimana 52 al 59,5% alla settimana 160.
I partecipanti che sono passati da ADA a BKZ hanno mostrato miglioramenti sostenuti simili in tutti gli endpoint considerati.
Safety
I dati di sicurezza fino alla settimana 156, provenienti da tutti i partecipanti trattati con BKZ, hanno indicato un tasso di incidenza aggiustato per l’esposizione (EAIR) pari a 164,2 eventi ogni 100 anni-paziente (PYs) per qualsiasi evento avverso emergente a seguito del trattamento (TEAE), e di 6,5 eventi ogni 100 PYs per TEAE gravi.
Tra i TEAE più frequentemente registrati vi erano COVID-19 (EAIR, 12,7 eventi/100 PYs), rinofaringite (EAIR, 7,8 eventi/100 PYs), e infezioni delle vie respiratorie superiori (EAIR, 6,1 eventi/100 PYs).
Le infezioni gravi si sono verificate ad un tasso di 1,4 eventi per 100 PYs, e gli eventi cardiovascolari maggiori (MACE) valutati e i tumori maligni a tassi di 0,5 eventi per 100 PYs ciascuno.
Tra le infezioni fungine (EAIR, 9,2 eventi/100 PYs), la maggior parte erano candidosi (EAIR, 5,7 eventi/100 PYs), con un solo caso grave e 7 che hanno portato all’interruzione del trattamento.
Non sono emersi nuovi segnali di sicurezza durante lo studio; si sono verificati 3 decessi, nessuno dei quali è stato attribuito al trattamento.
Riassumendo
Nel complesso, i risultati di efficacia dell’ultimo anno completo di BE OPTIMAL e della sua OLE hanno dimostrato che il trattamento con BKZ porta ad un’efficacia clinica sostenuta fino a 3 anni nei pazienti con PsA attiva naive ai DMARDb, hanno concluso i ricercatori al termine della presentazione del poster del lavoro.
Bibliografia
Gossel L et al. Bimekizumab, a dual inhibitor of IL-17A and IL-17F, demonstrated long-term safety and efficacy in biologic DMARD-naïve patients with active psoriatic arthritis: final 3-year results from the phase 3 BE OPTIMAL study and its open-label extension. POS1294; Annals of the Rheumatic Diseases, Volume (2025): 84, 1337 – 1338.

