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Artrite psoriasica: conferme per bimekizumab in fase III

Artrite psoriasica: studio italiano su secukinumab

I pazienti con artrite psoriasica trattati con bimekizumab hanno mostrato miglioramenti relativamente ai parametri articolari e cutanei in due studi di fase III

I pazienti con artrite psoriasica (PsA) trattati con bimekizumab hanno mostrato miglioramenti relativamente ai parametri articolari e cutanei rispetto al placebo. Queste le conclusioni di BE COMPLETE, un trial di fase 3 che ha impiegato l’inibitore di IL-17 A e IL-17 F nel trattamento di pazienti affetti da PsA con intolleranza pregressa o andati incontro ad insuccesso terapeutico con uno/due farmaci anti-TNF.

Inoltre, i risultati di BE OPTIMAL hanno documentato benefici simili nei pazienti con PsA naive ai farmaci biologici.

Ecco, di seguito, un breve resoconto dei risultati dei due studi presentati al Congresso EULAR.

Studio BE COMPLETE
Criteri di inclusione e randomizzazione
I pazienti inclusi nello studio dovevano avere le caratteristiche seguenti:
– essere pazienti con PsA ad insorgenza di malattia in età adulta, che soddisfacevano i criteri di classificazione CASPAR da almeno 6 mesi, con una conta
– presentare una conta di articolazioni dolenti e tumefatte pari o superiore a 3 o pari a 68, rispettivamente
– mostrare una o più lesioni psoriasiche attive e/o una storia documentata di psoriasi, caratterizzata da intolleranza ad uno o più farmaci anti-TNF o da insuccesso terapeutico ai farmaci in questione

Questi sono stati randomizzati, secondo uno schema 2:1, a trattamento con bimekizumab 160 mg ogni 4 settimane (n=267) o a placebo (n=133) per 16 settimane.

Alcuni partecipanti al trial sono stati successivamente reclutati nello studio di estensione BE VITAL, che valuterà la risposta al trattamento e la safety a lungo termine. Nello specifico, i pazienti in questione saranno valutati per la safety per un periodo di 20 settimane dall’ultima dose somministrata.

Risultati principali
Analizzando i risultati relativi all’endpoint primario, è stato osservato che il 43,3% dei pazienti del bracco di trattamento bimekizumab aveva soddisfatto la risposta ACR50, rispetto al 6,8% dei pazienti del braccio placebo (p<0,001). Inoltre, il 68,8% dei pazienti del braccio di trattamento attivo ha raggiunto l’endpoint della risposta PASI90, rispetto al 6,8% del gruppo placebo (p<0,001).

Il trattamento con bimekizumab ha determinato risultati migliori rispetto al placebo anche in termini di proporzione di pazienti che ha raggiunto la risposta ACR20 (67% vs. 15,8% – p<0,001) e la risposta ACR70 (26,6% vs. 0,8% – p<0,001). Nello specifico, le due curve di efficacia (bimekizumab e placebo) iniziano a divergere a 4 settimane dall’inizio del trattamento assegnato dalla randomizzazione, per separarsi nettamente a 16 settimane.

La risposta PASI75 è stata raggiunta dall’82,4% dei pazienti trattati con bimekizumab e dal 10,2% dei pazienti del gruppo placebo (p<0,001) mentre la risposta PASI100 è stata raggiunta dal 58,5% dei pazienti del gruppo trattato con l’inibitore di IL-17 A e IL-17 F e dal 4,5% dei pazienti del gruppo placebo (p<0,001).

Bimekizumab è risultato superiore al placebo sia in termini di minima attività di malattia (44,2% vs. 6% – p<0,001) – un endpoint chiave nei trial clinici condotti nei pazienti con PsA – sia in termini di disabilità sulla base dell’indice HAQ-DI (p<0.001) che dalla componente fisica del punteggio SF-36 relativo alla qualità di vita (p<0,001).

Da ultimo, i pazienti trattati con bimekizumab hanno sperimentato una riduzione di entità numericamente maggiore della conta delle articolazioni dolenti e tumefatte rispetto al gruppo placebo.

Safety
Il 40,1% dei pazienti trattati con bimekizumab ha sperimentato almeno un evento avverso (AE), rispetto al 33,3% dei pazienti del gruppo placebo.
Inoltre, l’1,9% dei pazienti del braccio di trattamento attivo ha sperimentato un AE emerso a seguito del trattamento, con due pazienti che hanno interrotto la somministrazione del farmaco per questa ragione.

Studio BE OPTIMAL
Criteri di inclusione e randomizzazione
In questo studio, che presentava gli stessi criteri di eleggibilità di BE COMPLETE ma che era stato condotto, a differenza dell’altro, in pazienti naive ai farmaci biologici, i pazienti con PsA erano stati randomizzati, secondo uno schema 2:3:1, a trattamento per 16 settimane con placebo, oppure con bimekizuman 160 mg ogni 4 settimane o con adalimumab 40 mg ogni 2 settimane (trattamento di riferimento).

Risultati principali
Anche questo trial ha soddisfatto gli endpoint primari e secondari, simili a quelli di BE COMPLETE ma arricchiti dalle misure di risoluzione dell’entesite e della dattilite, e da quelle di variazione, rispetto al basale, del punteggio radiografico totale Sharp modificato da van der Heijde  (p <0,001 per tutti i confronti).

Considerando, come esempio, l’endpoint primario, è emerso che il 43,9% dei pazienti trattati con bimekizumab e il 45,7% di quelli trattati con adalimumab ha raggiunto la risposta ACR50 a 16 settimane, rispetto al 10% dei pazienti del gruppo placebo.

La differenza tra il braccio placebo e quello di trattamento con bimekizumab ha raggiunto la significatività statistica (p<0,001).

Safety
Un numero maggiore di pazienti trattati con i due farmaci attivi in questo trial ha sperimentato AE emersi a seguito del trattamento in confronto al gruppo placebo.

L’incidenza di AE seri è risultata, però, inferiore al 2% in ciascun braccio di trattamento.

Gli AE più frequentemente osservati sono stati la nasofaringite, le infezioni a carico del tratto respiratorio superiore, la cefalea, la diarrea e l’ipertensione.
Da ultimo, i pazienti hanno ben tollerato il trattamento con bimekizumab e non sono emersi segnali di safety inattesi.

Riassumendo
In conclusione, il trattamento con bimekizumab, che inibisce IL-17 A e IL-17 F si associa a miglioramenti degli outcome di efficacia rapidi, clinicamente rilevanti e statisticamente significativi rispetto al gruppo placebo (e ad adalimumab nello studio BE OPTIMAL), in assenza di nuovi segnali di safety.

Bimekizumab, pertanto, si configura come una possibile nuova opzione terapeutica nel trattamento di popolazioni diverse di pazienti con PsA (pazienti con intolleranza/risposta insoddisfacente ai farmaci anti-TNF, pazienti naive ai biologici).

Bimekizumab è attualmente approvato nella Ue per il trattamento dei pazienti adulti con psoriasi a placche di grado moderato-severo.

Bibliografia
1) Merola JF et al. Bimekizumab in patients with active psoriatic arthritis and an inadequate response to tumour necrosis factor inhibitors: 16-week efficacy & safety from be complete, a phase 3, multicentre, randomised placebo-controlled study. Presented at EULAR 2022; Abstract OP0255
2) McInnes I et al. Bimekizumab in bdmard-naive patients with psoriatic arthritis: 24-week efficacy & safety from be optimal, a phase 3, multicentre, randomised, placebo-controlled, active reference study. Presented at EULAR 2022; Abstract LB0001

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