Maxi investimento di Biogen nel Research Triangle Park


Biogen ha annunciato un nuovo investimento da 2 miliardi di dollari per espandere le sue attività manifatturiere nel Research Triangle Park, polo biotecnologico della North Carolina

Biogen ha annunciato di aver stipulato un accordo in base al quale Samsung Biologics acquisirà la sua partecipazione nella joint venture Samsung Bioepis

Biogen ha annunciato un nuovo investimento da 2 miliardi di dollari per espandere le sue attività manifatturiere nel Research Triangle Park, polo biotecnologico di riferimento nello Stato della North Carolina. Il piano si inserisce in una strategia pluridecennale: l’azienda ha già destinato circa 10 miliardi di dollari all’area nell’arco degli ultimi trent’anni, con oltre 3 miliardi investiti soltanto nel periodo più recente.

L’obiettivo della nuova espansione è duplice: da un lato potenziare le capacità produttive di oligonucleotidi antisenso – una classe di terapie sperimentali che Biogen sta sviluppando per diverse patologie neurologiche – e dall’altro, implementare sistemi avanzati di automazione e intelligenza artificiale nei processi di produzione e confezionamento. In particolare, verrà istituita una piattaforma multiprodotto per le fasi di fill-finish, cioè riempimento e confezionamento sterile dei farmaci, uno degli snodi più delicati nella filiera farmaceutica.

“La nostra presenza manifatturiera negli Stati Uniti ha avuto un ruolo determinante nella crescita e nel successo di Biogen”, ha dichiarato Nicole Murphy, responsabile delle operazioni farmaceutiche e tecnologiche dell’azienda. “Questo nuovo investimento ci permetterà di espandere e modernizzare la capacità produttiva, a sostegno della nostra pipeline e per garantire un approvvigionamento affidabile ai pazienti”.

Focus su oligonucleotidi antisenso e terapie neurologiche
Il cuore tecnologico dell’espansione sarà rappresentato dalla produzione di oligonucleotidi antisenso, brevi sequenze di DNA o RNA sintetico capaci di legarsi in modo complementare all’mRNA bersaglio, modulandone l’espressione. Questo meccanismo d’azione consente di interferire con la sintesi di proteine aberranti o coinvolte nella patogenesi di malattie neurodegenerative, come la sclerosi laterale amiotrofica, l’atrofia muscolare spinale o la malattia di Alzheimer.

Biogen ha investito significativamente nello sviluppo di queste molecole, in collaborazione anche con altre aziende biotecnologiche e partner accademici. L’ampliamento produttivo mira quindi a supportare i programmi in fase avanzata e ad assicurare che eventuali approvazioni regolatorie possano essere seguite da una produzione tempestiva su larga scala.

Al momento, l’azienda conta sette stabilimenti operativi tra Wake County e Durham County, dove lavorano oltre 1500 dipendenti tra personale tecnico e produttivo, ai quali si aggiungono circa 400 collaboratori esterni. Un ottavo impianto è previsto in funzione entro la seconda metà del 2025.

Rilocalizzazione e pressione politica: il ritorno del “made in USA”
L’investimento di Biogen si inserisce anche in un contesto politico e industriale che spinge verso la rilocalizzazione della produzione farmaceutica negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, la dipendenza da forniture estere – soprattutto per principi attivi e componenti critici – è diventata un tema sensibile per la sicurezza sanitaria nazionale.

In questo scenario, il governo USA ha più volte sollecitato le aziende del settore a riportare la produzione sul territorio nazionale. Secondo quanto riportato da fonti istituzionali, l’ex presidente Donald Trump ha ribadito l’intenzione di applicare dazi punitivi per le aziende che delocalizzano all’estero, qualora dovesse essere rieletto.

Nel frattempo, molte altre multinazionali del farmaco hanno già annunciato piani di investimento analoghi negli Stati Uniti, tra cui AbbVie, Bristol Myers Squibb, Eli Lilly, Gilead Sciences, Johnson & Johnson, Novartis, Roche, Sanofi e UCB. Biogen, da parte sua, ha dichiarato che oltre il 90% dei suoi farmaci commercializzati viene oggi prodotto e sottoposto a controlli di qualità direttamente negli Stati Uniti, sebbene mantenga alcune attività minori anche in Europa, come il sito biologico in Svizzera e uno stabilimento di fill-finish in fase di consolidamento in Irlanda.

Prospettive future: automazione, resilienza e specializzazione
La nuova espansione non solo risponde a una logica di adeguamento produttivo alla pipeline clinica, ma guarda anche alla resilienza futura del sistema industriale farmaceutico. L’introduzione di sistemi automatizzati e intelligenza artificiale nella produzione consentirà a Biogen di migliorare l’efficienza, la tracciabilità dei lotti e la risposta a eventuali criticità nella catena di approvvigionamento.

L’attenzione verso le terapie neurologiche, in particolare quelle a base di antisenso, conferma la volontà dell’azienda di rafforzare la propria leadership in un’area terapeutica in continua evoluzione e ad alta complessità tecnologica. In un mercato competitivo, la capacità di tradurre rapidamente l’innovazione scientifica in produzione industriale rappresenterà un fattore strategico determinante.