Al Congresso ICD 2025 sono stati presentati due studi che confermano l’efficacia duratura di bimekizumab nel trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa

Al Congresso ICD 2025 sono stati presentati due studi che confermano l’efficacia duratura di bimekizumab nel trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa, con risposte cliniche mantenute fino a quattro anni. I dati confermano inoltre tempi di risposta rapidi, con miglioramenti significativi già entro le prime settimane di trattamento.
Lo studio sul mantenimento dell’efficacia
Il primo studio consiste in un’analisi congiunta di più trial clinici condotta su oltre 700 pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa. Lo studio conferma che l’anticorpo monoclonale bimekizumab mantiene un’elevata efficacia nel lungo termine, sia nei pazienti naive alla terapia biologica, sia in quelli con pregressa esposizione a uno o più farmaci biologici. I risultati, presentati dalla dott.ssa Nina Magnolo del dipartimento di Dermatologia, University Hospital Münster, in Germania, suggeriscono che il farmaco possa rappresentare una valida opzione in differenti contesti clinici.
Bimekizumab è un anticorpo monoclonale IgG1 che inibisce simultaneamente IL-17A e IL-17F, due citochine chiave nella patogenesi e nel mantenimento dei sintomi della psoriasi. Questa duplice azione ha già dimostrato benefici clinici superiori a quelli di altri farmaci biologici mirati, e ora si aggiungono dati estesi sull’efficacia a lungo termine del farmaco in pazienti precedentemente trattati mediante farmaci biologici con diversi meccanismi d’azione (anti-TNF, anti-IL-12/23, anti-IL-17, anti-IL-23).
Dati fino a 4 anni
L’analisi ha incluso dati provenienti dai trial BE VIVID, BE SURE, BE READY e dalla loro estensione open-label BE BRIGHT, con un follow-up fino a 196 settimane. Dei 989 pazienti inizialmente randomizzati, 771 hanno continuato bimekizumab fino a 4 anni.
Risultati consistenti indipendentemente dal background
I tassi di risposta clinica erano misurati con il PASI 90 e PASI 100. Già alla settimana 16, oltre il 90% dei pazienti naïve e con precedente esposizione a biologici raggiungevano il PASI 90, e oltre il 68% raggiungevano il PASI 100. Questi livelli di risposta sono stati sostenuti fino a 4 anni, anche nei vari sottogruppi:
Nei pazienti con ≥2 biologici precedenti, il tasso PASI 90 si è mantenuto oltre il 92%.
Nei pazienti con precedente esposizione a farmaci anti-IL-17 o anti-IL-23, circa il 65% dei pazienti ha mantenuto il PASI 100.
Coerenza nei risultati, anche nei più refrattari
Significativo il dato nei pazienti trattati in precedenza solo con ixekizumab (anti-IL-17): a 4 anni il 91,3% ha mantenuto il PASI 90 e il 73,5% il PASI 100, mostrando l’efficacia di BKZ anche dopo fallimento di altri farmaci anti-IL-17. L’efficacia è risultata consistente anche nei pazienti con storia di trattamento esclusivo con anti-TNF, anti-IL-17 o anti-IL-23, sottolineando l’ampio potenziale terapeutico di bimekizumab.
Questi dati rafforzano il posizionamento di bimekizumab come opzione terapeutica duratura e ad ampio spettro, sia come prima linea sia nei pazienti multi-trattati e potenzialmente difficili da gestire. La consistenza dei risultati nel tempo con dosaggio di mantenimento Q8W rappresenta un vantaggio in termini di aderenza terapeutica e qualità della vita.
Lo studio sulla rapidità d’azione
Inoltre, all’International Congress of Dermatology 2025 è stata presentata un’analisi dei risultati di tre trial clinici head-to-head che conferma che bimekizumab sia in grado di indurre una risposta clinica più rapida rispetto ad altre terapie biologiche comunemente utilizzate per il trattamento della psoriasi.
I dati presentati sotto forma di poster evidenziano tempi medi significativamente più brevi per il raggiungimento di punteggi PASI ≤1, ≤2 e ≤3 con BKZ rispetto a adalimumab (ADA), ustekinumab (UST) e secukinumab (SEC).
Obiettivo e metodologia
L’analisi post hoc ha incluso i dati di tre studi clinici di fase 3/3b: BE SURE (BKZ vs ADA); BE VIVID (BKZ vs UST); BE RADIANT (BKZ vs SEC)
Tutti i pazienti hanno ricevuto BKZ 320 mg ogni 4 settimane (Q4W) fino alla settimana 16. Il tempo mediano per raggiungere soglie di risposta PASI assoluto (≤1, ≤2, ≤3) è stato calcolato con analisi di Kaplan-Meier.
Risultati
In tutti e tre gli studi, bimekizumab ha dimostrato tempi medi di risposta più rapidi rispetto ai comparatori:
BE SURE (BKZ vs ADA): PASI ≤1: 57 giorni vs 115 giorni; PASI ≤2: 55 giorni vs 86 giorni; PASI ≤3: 29 giorni vs 84 giorni
BE VIVID (BKZ vs UST): PASI ≤1: 57 giorni vs 114 giorni; PASI ≤2: 56 giorni vs 87 giorni; PASI ≤3: 30 giorni vs 85 giorni
BE RADIANT (BKZ vs SEC): PASI ≤1: 58 giorni vs 83 giorni; PASI ≤2: 56 giorni vs 57 giorni; PASI ≤3: 31 giorni vs 57 giorni
La superiorità di BKZ è risultata evidente già entro la 4a–8a settimana per molte delle soglie PASI analizzate, segnalando un vantaggio tangibile nella gestione dei sintomi cutanei già nella fase iniziale della terapia.
Rilevanza clinica
Oggi più che mai, l’obiettivo terapeutico nella psoriasi va oltre la mera efficacia a lungo termine: i pazienti vogliono migliorare rapidamente. Secondo evidenze precedenti, i punteggi PASI assoluti come PASI ≤1 sono fortemente correlati con la qualità di vita e rappresentano endpoint rilevanti per strategie treat-to-target. BKZ sembra soddisfare pienamente questi criteri.
In conclusione, BKZ si posiziona come uno dei farmaci più rapidi nell’indurre risposta clinica nella psoriasi moderata-severa, con risultati superiori in termini di rapidità d’azione rispetto ai biologici attivi su TNF (ADA), IL-12/23 (UST) e IL-17A (SEC). Questi dati supportano l’utilizzo di BKZ in pazienti che richiedono risultati rapidi e visibili, migliorando sia l’aderenza sia la soddisfazione nel percorso terapeutico.
B. Strober et al., Bimekizumab maintenance of efficacy over 4 years in biologic-naïve and biologic-experienced patients with moderate to severe plaque psoriasis, ICD 2025
K. Gordon et al., Bimekizumab time to onset of PASI response in patients with psoriasis in three head-to-head phase 3/3b studies, ICD 2025