Dazi americani di agosto: 15% all’Europa, le tariffe per il Canada salgono al 35%


Dazi di agosto: Trump “punisce” il Canada per la Palestina e le tariffe salgono al 35%, Svizzera al 39%, India al 25%. Tregua di 90 giorni col Messico

dazi trump

Come promesso Donald Trump ha firmato due nuovi ordini esecutivi che impongono aumenti dei dazi “reciproci”, ora tra il 10% e il 50%, sulle importazioni a decine di partner commerciali, inclusi storici alleati degli Stati Uniti. Le misure, che la Casa Bianca definisce “strumenti per rafforzare gli esportatori americani”, entreranno in vigore tra una settimana: una proroga rispetto alla scadenza fissata inizialmente per oggi, letta come segnale di apertura per negoziati last minute.

L’ondata di nuove tariffe include i 27 membri dell’Unione Europea: l’aliquota base è fissata al 15%, come da accordi. Per il resto le aliquote sono a geometria variabile: il 25% per le esportazioni indiane, il 20% per Taiwan, il 30% per il Sudafrica e un pesante 39% per la Svizzera. Ma i dazi colpiscono anche economie fragili e Paesi in guerra: 41% alla Siria, 40% per Laos e Myanmar, 35% per l’Iraq. Il Brasile è ora a quota 50%. Il Messico ottiene un rinvio di 90 giorni dopo una telefonata tra Trump e la presidente Claudia Sheinbaum: per ora si resta al 25%, con minaccia di salire al 30% in assenza di accordo.

Il Canada diventa bersaglio diretto: i dazi salgono al 35%, giustificate da Washington con la “scarsa collaborazione” sul contrasto al fentanyl. In filigrana si intravede la “punizione” per la decisione di riconoscere lo Stato palestinese. L’amministrazione Usa ha precisato che i Paesi non citati nell’ordine esecutivo saranno soggetti a un dazio minimo del 10%.

L’annuncio arriva mentre la strategia di Trump affronta contestazioni legali: una corte federale ha già messo in dubbio l’uso dei poteri economici di emergenza per estendere i dazi in modo generalizzato. La Casa Bianca però rivendica la linea dura: “Le tariffe stanno andando molto bene”, ha detto Trump. “Tra quattro settimane qualcuno potrebbe venire da noi e raggiungere un accordo”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)