Dupilumab efficace per l’asma complicato da aspergillosi allergica


Nuovi dati mostrano come dupilumab migliori significativamente la funzionalità polmonare, riduca le esacerbazioni gravi e incrementi la qualità della vita nei pazienti con asma associato ad aspergillosi broncopolmonare allergica

asma

Al Congresso Internazionale della American Thoracic Society (ATS) 2025, sono stati presentati nuovi dati che mostrano come dupilumab migliori significativamente la funzionalità polmonare, riduca le esacerbazioni gravi e incrementi la qualità della vita nei pazienti con asma associato ad aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA).

Razionale e disegno dello studio
I pazienti affetti da asma e ABPA tendono a sviluppare quadri clinici più gravi rispetto a quelli con sola asma, richiedendo approcci terapeutici mirati alla base immunologica della comorbidità. Dupilumab, un anticorpo monoclonale diretto contro l’infiammazione di tipo 2, agisce su un meccanismo comune a entrambe le condizioni.

Lo studio LIBERTY ABPA AIRED, di fase 2, ha coinvolto 62 pazienti di età ≥12 anni con diagnosi di asma e ABPA. I partecipanti hanno ricevuto 300 mg di dupilumab (n = 35; età media 61,2 anni; 62,9% donne) o placebo (n = 27; età media 57,1 anni; 63% donne) ogni due settimane, per una durata di 24-52 settimane.

Risultati principali
I pazienti trattati con dupilumab hanno mostrato miglioramenti significativi e precoci nella funzionalità respiratoria rispetto a quelli trattati con placebo. Già dalla seconda settimana di trattamento si sono osservati segni di miglioramento, con un incremento di FEV1 che ha raggiunto i 100 mL entro la quarta settimana, mantenendosi stabile nel tempo.

A 24 settimane, l’aumento medio di FEV1 pre-broncodilatatore era di 0,203 litri nel gruppo dupilumab, rispetto ad un incremento praticamente nullo nel gruppo placebo (0,002 litri), con una differenza media tra i gruppi pari a 0,201 litri. Questo beneficio è risultato ancora più evidente a 52 settimane, quando la differenza media ha raggiunto i 0,259 litri.

Un altro dato rilevante riguarda la frequenza delle esacerbazioni respiratorie gravi, che si è ridotta in modo marcato con dupilumab. Il tasso annuale aggiustato di queste esacerbazioni è stato pari a 0,695 nel gruppo dupilumab rispetto a 1,551 nel gruppo placebo, traducendosi in una riduzione del rischio pari, circa, al 55%.

Anche la qualità della vita ha beneficiato del trattamento: i punteggi del questionario St. George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ), utilizzato per misurare l’impatto della malattia respiratoria sulla vita quotidiana, sono diminuiti in entrambi i gruppi, ma la riduzione è risultata di maggiore entità nel gruppo dupilumab.

In questo gruppo, le riduzioni sono state costantemente superiori a 12 punti ad ogni rilevazione, mentre il gruppo placebo ha raggiunto il miglior punteggio solo a 12 settimane, con una riduzione di 9,46 punti.
A 52 settimane, la differenza media tra i gruppi era pari a –16 punti, a favore di dupilumab.

Importanti benefici sono emersi anche sul fronte della terapia corticosteroidea sistemica. Dopo 24 settimane di trattamento, l’85,7% dei pazienti trattati con dupilumab aveva ridotto in misura pari o superiore del 50% il dosaggio di corticosteroidi sistemici, rispetto al 28,6% dei pazienti nel gruppo placebo.

Ancora più rilevante è l’osservazione secondo la quale il 71,4% dei pazienti del gruppo dupilumab è riuscito a sospendere completamente l’impiego di corticosteroidi sistemici, contro solo il 14,3% nel gruppo placebo.
Infine, sono state osservate riduzioni significative anche nei biomarcatori immunologici associati all’ABPA. In particolare, i livelli di IgE totali si sono ridotti in media del 61,3% e quelli di IgE specifiche per Aspergillus fumigatus del 67,3% nel gruppo dupilumab rispetto al placebo, a 52 settimane.

Safety
Per quanto riguarda la sicurezza, dupilumab ha mostrato un profilo in linea con quanto già noto. Gli eventi avversi emergenti dal trattamento si sono verificati nell’85,7% dei pazienti trattati con dupilumab, rispetto all’81,5% del gruppo placebo.
La maggior parte di questi eventi è stata di gravità lieve o moderata. Solo una piccola percentuale dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi (2,9% nel gruppo dupilumab, 11,1% nel gruppo placebo).

Riassumendo
In conclusione, nei pazienti con asma e ABPA, dupilumab ha dimostrato un’efficacia clinica significativa su più fronti: miglioramento della funzionalità polmonare, riduzione delle esacerbazioni, diminuzione dell’uso di corticosteroidi sistemici e miglioramento della qualità della vita.

I dati dello studio hanno confermato, inoltre, un profilo di sicurezza favorevole, suffragando ulteriormente il potenziale ruolo di dupilumab nel trattamento di questa difficile comorbilità associata all’asma.

Bibliografia
Bourdin A, et al. Abstract 8830. Presented at: American Thoracic Society International Conference; May 16-21, 2025; San Francisco.