Carolina del Sud: scoperto un nido di vespe radioattive in ex impianto nucleare


In Carolina del Sud hanno scoperto un nido di vespe radioattive in un ex impianto nucleare. Il sito di Savannah River è stato utilizzato per decenni per la produzione di componenti per armi nucleari

vespe radioattive

Sembra l’incipit di un fumetto della Marvel: il Dipartimento dell’Energia statunitense ha segnalato la scoperta di un nido di vespe contaminato da radiazioni all’interno del sito di Savannah River, in Carolina del Sud. L’impianto, utilizzato per decenni per la produzione di componenti per armi nucleari, ospita tuttora serbatoi destinati allo stoccaggio di rifiuti nucleari liquidi.

Il complesso di Savannah River, costruito negli anni ’50 per la produzione di plutonio e trizio destinati all’arsenale nucleare americano, è oggi dedicato alla bonifica ambientale e alla gestione dei materiali radioattivi. L’area in cui è avvenuto il ritrovamento, nota come “F-Area Tank Farm”, contiene 22 serbatoi sotterranei in acciaio, ciascuno con una capacità tra 750mila e 1,3 milioni di galloni di scorie nucleari.

Secondo un rapporto ufficiale del 22 luglio, il nido è stato individuato il 3 luglio nei pressi di una delle aree di contenimento. I test hanno rilevato livelli di radioattività superiori di oltre dieci volte ai limiti consentiti dalla normativa federale. Il materiale è stato trattato e smaltito come rifiuto radiologico. Le autorità precisano che la contaminazione deriva da residui radioattivi preesistenti nell’area e non da una perdita dai serbatoi. L’area circostante è risultata pulita e non sono stati segnalati rischi per il personale o per la popolazione.

La Savannah River Mission Completion, che gestisce il sito, ha spiegato che la scoperta è avvenuta durante un controllo di routine. Il nido, privo di vespe al momento del rinvenimento, è stato isolato e sottoposto a verifica. Il ritrovamento ha però riacceso i timori legati alla gestione dei rifiuti nucleari. “Sono arrabbiato come un calabrone: non è stato chiarito da dove provenga la contaminazione e se ci siano perdite dai serbatoi”, ha dichiarato con un po’ di senso dell’umorismo Tom Clements, direttore del gruppo di monitoraggio Savannah River Site Watch.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)