In Europa nuova opzione di cura per il carcinoma vescicale muscolo-invasivo


Il panorama terapeutico del carcinoma vescicale muscolo-invasivo (MIBC) si arricchisce di una nuova opzione con l’approvazione europea di durvalumab

carcinoma uroteliale

Il panorama terapeutico del carcinoma vescicale muscolo-invasivo (MIBC) si arricchisce di una nuova opzione con l’approvazione europea di durvalumab, immunoterapia sviluppata da AstraZeneca. Per la prima volta nell’Unione Europea, un inibitore di PD-L1 viene autorizzato come trattamento perioperatorio per questa neoplasia, in cui circa il 50% dei pazienti presenta recidiva della malattia nonostante le migliori strategie di cura.

La decisione delle autorità regolatorie europee riguarda gli adulti con MIBC resecabile, candidati a ricevere durvalumab in combinazione con gemcitabina e cisplatino in fase neoadiuvante, seguita da monoterapia con durvalumab dopo la cistectomia radicale. Una strategia che mira a ridurre il rischio di progressione e recidiva fin dalle fasi precoci del percorso terapeutico, introducendo un cambio di paradigma nella gestione di questo tumore aggressivo.

I dati dello studio NIAGARA a supporto dell’approvazione
Alla base dell’approvazione si collocano i risultati positivi dello studio di Fase III NIAGARA, recentemente presentati e pubblicati. In questa sperimentazione, il regime combinato con durvalumab ha evidenziato una riduzione del 32% del rischio combinato di progressione della malattia, recidiva locale o a distanza, ritardi chirurgici e mortalità, rispetto alla chemioterapia neoadiuvante seguita da sola cistectomia radicale.

Particolarmente rilevante anche il dato sulla sopravvivenza globale a due anni: il trattamento con durvalumab ha portato all’82,2% di pazienti vivi rispetto al 75,2% nel braccio di controllo. Numeri che testimoniano il valore aggiunto dell’immunoterapia integrata nelle fasi pre e post-operatorie, ampliando le prospettive di controllo della malattia e miglioramento degli esiti a lungo termine.

Il meccanismo d’azione di durvalumab si basa sul blocco selettivo della proteina PD-L1, impedendo l’interazione con i recettori PD-1 e CD80 presenti sulle cellule T. Questo consente di ripristinare la risposta immunitaria antitumorale e favorire l’eliminazione delle cellule neoplastiche.

Durvalumab in ambito perioperatorio: dal polmone alla vescica
Quella appena ottenuta rappresenta la prima indicazione di durvalumab per il carcinoma alla vescica in Europa e la seconda per l’impiego oncologico in ambito perioperatorio. Lo scorso aprile, infatti, l’inibitore PD-L1 aveva ricevuto il via libera dalle autorità europee anche per il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio iniziale. In questo contesto, il farmaco viene somministrato in combinazione con chemioterapia prima dell’intervento e come terapia adiuvante in monoterapia dopo la resezione chirurgica.

L’approvazione per il MIBC arriva a pochi mesi di distanza da quella statunitense per la stessa indicazione, sottolineando il ruolo crescente dell’immunoterapia nella gestione integrata dei tumori solidi anche nelle fasi perioperatorie.

Prospettive future per durvalumab in oncologia
L’approvazione di durvalumab nel carcinoma vescicale muscolo-invasivo segna un passo importante nell’estensione dell’immunoterapia ai trattamenti perioperatori dei tumori solidi. I risultati ottenuti nello studio NIAGARA, uniti alle evidenze emergenti da studi su altri tipi di neoplasie, suggeriscono che la modulazione del checkpoint immunitario prima e dopo l’intervento chirurgico possa migliorare significativamente gli esiti a lungo termine dei pazienti.

Le prossime sfide riguarderanno il consolidamento di queste evidenze in pratica clinica e l’esplorazione di combinazioni terapeutiche innovative, come quelle già in corso nel NMIBC e nei tumori gastrici, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente le indicazioni e ottimizzare il posizionamento clinico di durvalumab nei percorsi terapeutici personalizzati